giovedì 16 febbraio 2012

Conferenza Stampa di Bersani (PD) a YOUDEM.TV

Quando abbiamo fatto il PD lo abbiamo fatto perché avevamo ed abbiamo in testa una certa idea della democrazia italiana, contro una curvatura plebiscitaria personalistica e per una riforma della democrazia rappresentativa. In questa idea di una democrazia che funziona c'é la riforma istituzionale, c'é la riforma elettorale, e c'é anche necessariamente un'attuazione del 49 della Costituzione.
Noi non vogliamo farci la democrazia in un partito solo, voi sapete che siamo impegnati nel Partito Democratico su tanti fronti di questo tema: le primarie, la paritá di genere, io ho una segreteria di metá uomini e metá donne; ma non pensiamo di fare la democrazia in un partito solo, noi pensiamo che la democrazia vada fatta in un assetto condiviso che fuori da curvature plebiscitarie personalistiche riformuli una democrazia rappresentativa efficiente dentro la quale partiti nuovi, non vecchi, possono  essere un'ossatura.
Per questo quindi, proprio perché noi siamo un partito che é uscito del tutto da curvature personalistiche, dopo Bersani c'é il PD. E se facciamo il giro dell'arco politico forse é piú complicato rispondere allo stesso quesito, alla stessa domanda. Proprio perché, quindi, siamo affezionati a questa idea di partiti come nervatura di una democrazia rappresentativa piú efficiente, noi siamo i primi interessati, che non a caso i nostri parlamentari per tempo han sempre presentato progetti di legge, iniziative, siamo i primi interessati al che il sistema riconfiguri un ruolo dei partiti che sono alla fine un patrimonio comune che deve essere, nelle sue caratteristiche, esigibile da tutti i cittadini.
Io devo poter sapere come gli altri partiti configurano la loro democrazia interna, loro devono sapere come la configuro io, deve esserci trasparenza nel meccanismo dei finanziamenti, deve esserci una certificazione...
Capisco che dir la parola partiti oggi é difficile, vedo anche nella comunicazione che sta mettendo tutto nel mucchio, ma credo che dobbiamo riprendere con calma il filo di un ragionamento, mettere questa nostra democrazia sul pulito.
Attenzione: giá cinquanta anni prima di Pericle si discusse, si stabilí del fatto che se si voleva una democrazia la politica in qualche modo doveva essere finanziata, é una storia antica. E lo si discusse e lo si decise in polemica con l'oligarchia e con l'autocrazia; cioé col dominio di pochi o di uno solo.
Dopo duemila anni, duemila e cinquecento anni non ci siamo allontanati da questo tema eh?! Detto questo noi siamo assolutamente sensibili alla considerazione dei difetti dei limiti che il meccanismo ha creato e ha determinato; e non ci mettiamo certo sulla difensiva: c'é da cambiare! C'È DA CAMBIARE! Lo sappiamo. C'é da cambiare.
Questa proposta é li per cambiare. Vediamo un atteggiamento positivo, innovativo anche da parte di altre forze, ho visto questa proposta del UdC: adesso a parte i particolari, questo e quello, noi ci mettiamo un'aggiunta: questo tema delle primarie ci piacerebbe... ovviamente l'abbiam sperimentato e ci piacerebbe che fosse innervato nel sistema; poi potremo dare consigli sui pregi, sui difetti, come farli, abbiamo un expertismo, peró non si torna indietro da queste cose; le si perfeziona, ma non si torna indietro. E qui la proposta del UdC sembra che sia largamente convergente con quello che stiamo dicendo. Aspettiamo che

anche dalla PdL venga una proposta, una qualche idea.
Noi siamo prontissimi a dare un'accelerazione straordinaria su questo tema.
Noi adesso con questa proposta contiamo che in Parlamento si metta in moto la discussione, che le proposte possano essere messe nella convergenza e che si arrivi ad un risultato credibile per i cittadini...
...e penso che tuttavia il sistema dei partiti debba trovare in questo lasso di tempo una capacitá di adeguamento perché effettivamente il sistema rappresentativo politico ha passato troppi limiti e quindi io penso che sia possibile e credibile che in quest anno noi si faccia una riforma elettorale, noi si faccia una riduzione del numero dei parlamentari, noi si faccia una legge sui partiti, perché alla fine un sistema deve decidere, cioé: qual'é l'anomalia? L'anomalia é che ci sia un finanziamento pubblico della politica o l'anomalia é il fatto che non ci sia una legge sui partiti? Perché se l'anomalia é il finanziamento pubblico vuol dire che noi avremo un dibattito fra miliardari. Se invece l'anomalia é che a fronte di un finanziamento pubblico non ci sia ancora in Italia una legge dopo decenni sul finanziamento pubblico dei partiti, affrontiamola. Con sobrietá con rigore ma sapendo che anche se si va in contropelo qui c'é in gioco una democrazia, non son noccioline quello di cui stiam discutendo. E quindi noi andiam anche in contropelo su questo. Ma si discute di questo, di un sistema politico che riprende il filo perché sennó il dibattito diventa fra una politica irriformabile e una tecnica come soluzione. NO! Ci vuole una politica riformata al punto di conoscere i suoi limiti e di anche esprimere delle competenze tecniche. Dopo Monti non ci sará il Cencelli, se tocca al PD lo promettiamo, non é che dopo Monti c'é il Cencelli. Dopo Monti c'é un Governo ugualmente autorevole con competenze ma che ha una maggioranza parlamentare univoca, solida, compatta che purtroppo oggi non c'é. Le condizioni politiche, tutto qua. È una sfida no!? Daltronde noi PD in questa sfida ci facciamo illuminare.. allora prima di tutto l'Italia..., prima di tutto l'Italia, partiamo da quella cosa li, siamo davanti ad un problema serissimo per il Paese e noi ci segneremo con questo orientamento, insomma, cercheremo di migliorarci, di migliorare il sistema politico, e cercheremo sopratutto di capire cosa serve a questo Paese qui eh!?

Mani Pulite

Eravamo ad un ciclo politico che si chiudeva, Tangentopoli e dopo l'ottantanove si aprí uno scenario del tutto nuovo. A vent'anni non possiamo dire di essere usciti del tutto da questo tipo di transizione che fu ovviata nel discredito della politica con risposte di tipo, di piegatura populista, sotto il segno di una anti-politica che si faceva politica. Questa soluzione non ci ha portato dei vantaggi. L'Italia ha perso delle posizioni in tutte le classifiche. E quindi il tema di una politica credibile e pulita, e di un sistema rappresentativo credibile, funzionante ed efficiente, resta il tema. E io dico che é per questo che é nato il Partito Democratico che si é chiamato cosí ed ha voluto riassumere le forze riformiste, per cercare di dare al sistema una risposta. Abbiamo cominciato, non siamo arrivati all'esito; peró la risposta al '92 resta un sistema politico efficiente e pulito. La risposta non é:
"altre scorciatoie", perché le scorciatoie ci hanno allungato la strada, questo secondo me é il riassunto di questi ventanni qui.

Finanziamento ai Partiti

Noi diciamo, penalizziamo il 25%, chi non fa le primarie, adesso poi discuteremo...; ma noi non ammettiamo il contributo dei partiti, non fa alcune regole un po diverse, cioé non li prende proprio chi non corrisponde a quell'elenco di caratteristiche primarie che abbiamo detto. Io sono sempre per la Mastrich dei costi della politica: noi dobbiamo uscire sia dall'esagerazione e sia dalla concezione della politica come semplicemente un costo. Noi abbiamo delle democrazie europee che funzionano secondo certi parametri, dobbiamo accostarci li; il problema é che le quantitá non siano, come dire, contaminate da una qualitá degradata, diró cosí; e quindi il nostro sistema é un sistema di paletti che rendono fruibile l'accesso ai finanziamenti pubblici solo a partiti che abbiano gradi di trasparenza, di democrazia interna, di certificazione dei bilanci, etc. che siano compatibili con...

Su RAI e Frau Merkel

Questo é il punto: l'azienda ha un padrone. Il padrone dell'azienda non sono i partiti. Io non mi ritengo proquota padrone della RAI. Il padrone dell'azienda é il Tesoro. Quindi credo che da li debba venire un'iniziativa perché ci sia una governance, in grado di far che cosa? Di affrontare il tema industriale di una azienda che ha un mare di problemi e deve poterli affrontare come azienda. Se non c'é questo inutile che mi vengano a..., ho letto i giornali di oggi, dice: le prossime nomine devono essere autorevoli sennó non ci interessa. Fosser o cinque o sette o dieci premi nobel, con questo assetto non succede niente, quindi noi non partecipiamo. Lo dico al Governo, sia chiaro, che se venissero fuori delle iniziative di abbellimento di aggiustamento e poi ci trovassimo davanti ad una RAI che corre verso un caso ALITALIA noi non ci stiamo quindi noi non partecipiamo. Se ci si viene con una proposta su una nuova governance con un capo azienda, con uno che ha possibilitá di decidere e che affronta il caso industriale di un'azienda stracolma di risorse industriali e culturali, etc. che vengono via via dequalificate e buttate via, e poi ... vorrei capir perché a cominciar dalla raccolta pubblicitaria perché adesso la fase é finita no!? Abbiam cambiato governo si o no? Benissimo! Adesso la si affronta questa questione. Se non le si affronta, per l'amor di Dio, noi stiamo fuori! Stiamo fuori. Non ci carichiamo di responsabilitá neanche se ci chiedono ma nominate Einstein, NO! Stiamo fuori! In questo meccanismo.
Poi sulla Merkel, io mi aspetto che con la diplomazia ed il buon inglese che il nostro presidente del consiglio ha si lanci un messaggio garbato ma comprensibile. La Germania ci sta dicendo come si fa la sobrietá ed il controllo dei bilanci Paese per Paese: va benissimo. Grazie. Noi abbiamo il cinque per cento di avanzo primario, siamo a pareggio di bilancio, condividiamo l'esigenza di rigore. Poi bisogna anche dire che se facciamo solo il rigore andiamo contro un muro e che la Germania deve convincersi che noi dobbiamo avere, una azione degli strumenti collettivi per difendere l'Euro, degli strumenti collettivi per creare un po' di investimenti, e deve convincersi che chi puó fare politiche espansive le deve fare: non si possono chiedere al Portogallo le politiche espansive, le deve fare chi puo farle.
Infine io direi alla Merkel, l'ho detto anche al presidente tedesco che é venuto qui ha avuto la bontá di incontrarci, che questo sistema che ognuno si salva da solo, non é vero, non é stato vero neanche per la Germania, perché l'Euro nacque dal dopo-muro. Nacque dal dopo-muro in un patto che non era solo economico, é un grande patto strategico e politico. L'unificazione della Germania e una Moneta Comune.
Allora non fece da sola la Germania. Quel patto, l'unificazione della Germania e la moneta comune, resta il patto, per noi resta il patto. Dopodiche noi come si vede con il Governo Monti siamo i primi della classe nella sobrietá nel rigore.
Peró vedere come viene trattato il popolo greco io lo ritengo vergognoso, io l'ho detto, io mi vergogno, mi vergogno. Perché se un governo ha falsificato i bilanci per tre anni, nessuno li guardava? Cosa doveva guardarlo, il fruttivendolo di Atene? Ecco. Adesso Attenzione che uccidere un Paese non significa salvar l'Europa significa far degli altri danni. E i cittadini greci sono nostri fratelli cittadini europei, va bene? Dobbiam dare una mano, son nostri fratelli. Perché se si abbandona questa logica, non ce n'é piú per nessuno, si arriva anche alla Germania. Questo gli direi alla Merkel. E poi se non la capisce...

La canna-bis vi renderà doppiamente liberi!

http://www.stampalibera.com/?p=40923

Fiscal Compact: un golpe nazi europeo

http://www.stampalibera.com/?p=40835

Il futuro dell'Europa è già scritto, basta saperlo leggere

http://terrarealtime.blogspot.com/2012/02/il-futuro-delleuropa-e-gia-scritto.html

Another Brick in the Wall

JAK Members Bank -Our Bank (Italian) from JAK Medlemsbank on Vimeo.

Dove sono finiti i 116 Miliardi di €uro?

Governo Monti qui ci vuole un’interrogazione parlamentare eh? Dove sono finiti i 116 Miliardi di €uro che la BCE ha  erogato alle Banche Italiane al misero 1 % di interesse SOLO E UNICAMENTE affinché aiutassero/incentivassero le piccole e medie Aziende Italiane in difficoltà,- Affinché si erogassero crediti  con interessi umani, affinché concedessero mutui alle famiglie ,comprese quelle in difficoltà!!
ECCO DOVE SONO FINITI QUEI SOLDI!Dal sito de “Il Fatto Quotidiano”
UniCredit
UniCredit

Così le banche speculano con i soldi della Bce
Gli istituti di credito ricomprano le loro obbligazioni invece di finanziare le imprese. Grazie a queste operazioni finanziarie, Unicredit potrà incassare fino a 500 milioni di euro di utili L’argomento è di quelli che i banchieri preferiscono evitare con cura. Comprensibile, dal loro punto di vista. Di questi tempi, con migliaia di aziende con l’acqua alla gola, è meglio non parlare di come gli istituti di credito italiani hanno intenzione di utilizzare la colossale iniezione di liquidità, qualcosa come 116 miliardi di euro, che hanno ricevuto dalla Banca centrale europea (Bce) a un tasso irrisorio, l’1 per cento. Meglio lasciar perdere, quindi. Oppure affidarsi a difese d’ufficio come quella di Giovanni Sabatini, direttore generale dell’Abi (la Confindustria delle banche), che in una recente intervista al Sole 24 Ore ha definito “sostitutiva e non aggiuntiva ” la liquidità fornita dalla Bce. Come dire: in autunno la crisi del debito ci ha impedito di raccogliere quanto volevamo sui mercati e i prestiti dell’istituto di Francoforte ci danno una mano a tirare avanti.
Tutto vero, il punto in discussione però è un altro. E cioè: come verranno impiegati questi soldi? I banchieri ne parlano malvolentieri, ma non è un mistero che buona parte della liquidità servirà a sottoscrivere Bot e Btp. Il governo, sempre a caccia di sottoscrittori del debito pubblico, non può che apprezzare questa scelta. E, per di più, l’operazione fa bene anche al conto economico degli istituti, visto che la liquidità ottenuta all’ 1 per cento viene impiegata in titoli con rendimento ben superiore.
Non finisce qui. Di recente le banche hanno trovato anche un altro modo molto redditizio per utilizzare la montagna di soldi piovuta in cassa grazie alla Bce. Questa volta i prestiti di Francoforte servono a comprare, o meglio a ricomprare, le obbligazioni a suo tempo collocate dagli stessi istituti di credito. Funziona così. In circolazione ci sono bond per miliardi delle maggiori banche che hanno quotazioni molto lontane dalla parità. Poniamo, per esempio, 90. Se l’istituto li acquista, si assicura per 90 ciò che fra qualche anno avrebbe dovuto rimborsare a 100. Il guadagno è quindi pari al 10 per cento. In più, molto spesso, i titoli già sul mercato hanno caratteristiche tali che in un futuro prossimo non potranno più essere utilizzati per il calcolo dei ratios patrimoniali di vigilanza. Di conseguenza, se queste obbligazioni vengono ricomprate e cancellate, poi possono essere sostituite con altri bond che invece, a differenza delle altre, servono a migliorare i requisiti di patrimonio.
Tutto facile, facilissimo, soprattutto se le banche sono in grado di mettere in campo un arsenale con miliardi di euro da spendere. Per primo è partito Unicredit, che proprio ieri ha chiuso con successo il suo maxi aumento di capitale da 7, 5 miliardi. L’istituto guidato da Federico Ghizzoni ha annunciato che comprerà 3 miliardi di proprie obbligazioni. Nelle prossime settimane, se arriverà il via libera da Bankitalia, la stessa strada potrebbe essere seguita anche da altre banche come Ubi, Banco Popolare, Monte dei Paschi. In palio ci sono profitti per centinaia di milioni. Unicredit, per esempio, potrebbe riuscire a guadagnare poco meno di 500 milioni. E in tempi di bilanci non proprio brillanti quei soldi fanno molto comodo. E il denaro per ridare fiato alle aziende? A quello i banchieri ci penseranno più avanti. Magari dopo il prossimo finanziamento targato Bce. A meno che anche quella non sia “liquidità sostitutiva e non aggiuntiva”, per dirla con l’Abi.
Da Il Fatto Quotidiano del 28 gennaio 2012
 http://gabrybabelle.wordpress.com/2012/01/30/governo-monti-qui-ci-vuole-uninterrogazione-parlamentare-eh-dove-sono-finiti-i-110-miliardi-di-euro-che-la-bce-ha-concesso-alle-banche-italiane-al-misero-1-di-interesse-governo-monti-qui-ci-vuo/

Armi "Made in Germany" sono obbligatorie. La Germania è il più grande esportatore di armi in Europa e il terzo più grande rivenditore di armi del mondo - le esportazioni aumentano del 70 per cento

Per anni, la Germania è ornata con il titolo di più grande esportatore mondiale - La Cina propone ora di esportare i suoi prodotti "Made in Germany". Ma in una categoria è più la Germania davanti alla Cina: la vendita di armi e attrezzature militari. Solo la superpotenza degli Stati Uniti e la Russia sono ancora più avanti nelle attrezzature militari. Tuttavia, con il "principale esportatore di morte", titolo per adornare l'industria della difesa locale, non piace.


Negli ultimi cinque anni, le esportazioni di armi tedesche sono aumentate del 70 per cento - più di tre volte più forte  delle esportazioni 2004-2008 come l'esportatore mondiale di armi totale. I bracci Global Trade per lo stesso periodo sono aumentati del 21 per cento. I dati sono stati presentati dal Stockholm International Peace Research Institute SIPRI. Il valore totale delle esportazioni di armi tedesche dal 2004 al 2008 è stato pari a 8,7 miliardi di €, (SIPRI).

Dato che l'importazione e l'esportazione di armi variano notevolmente, degli scienziati svedesi, sono sempre presenti sui risultati ogni cinque anni. Dal 1950, l'Istituto ha analizzato il mercato globale delle armi.

Il 31 per cento delle armi vendute nel mondo provengono dagli Stati Uniti.
Cinque dei sei più grandi produttori di aerei, carri armati e navi da guerra e provengono dal Nord America. Boeing, Lockheed Martin, Northrop Grumman, Raytheon e General Dynamics hanno il loro quartier generale.
Con un quarto del commercio delle armi la Russia è il numero due. Il più famoso produce un'arma a fuoco rapido, il Kalashnikov nome dato dal suo inventore, chiamato Ak-47, una forza di sicurezza altrettanto popolare tra i comandi di guerriglieri, terroristi e insorti.

Gli armamenti di fattura tedesca: le aziende loro clienti hanno le sedi primarie in Turchia, Grecia e Sud Africa.
In questi paesi, soprattutto i carri armati del tipo Leopard 2A4 e U-boat sono molto richiesti. Negli anni dal 1999 al 2003, la Germania era già in terza fila del più grande fornitore di armi; la quota di mercato mondiale nel commercio di armi negli ultimi cinque anni è salito del 7-10 per cento.
Dalla Germania, alcuni dei maggiori produttori mondiali di armi: Krauss-Maffei Wegmann costruisce e vende serbatoi, ThyssenKrupp fornisce fregate, corvette e sottomarini in tutto il mondo, EADS ha venduto gunship, Rheinmetall produce munizioni, Diehl vende elettronica per la difesa e la Heckler & Koch porta fucili mitragliatori e fucili d'assalto.
Il quarto e il quinto dei maggiori fornitori di armi sono la Francia e la Gran Bretagna. I Paesi Bassi, che erano nello studio precedente, comunque al quinto posto, hanno venduto poche armi e sono ora al sesto posto davanti a Italia, Spagna e Svezia. Colpisce il fatto che i paesi europei sono ben rappresentati tra i maggiori esportatori attrezzature militari.
Maggior parte delle armi le hanno introdotte tra il 2004-2008 nella Cina, l'India, gli Emirati Arabi Uniti, Corea del Sud e Grecia. Le importazioni della Cina hanno registrato un netto calo di recente, però. Nel frattempo, il paese produce un sacco di armi per se stesso. A Taiwan, la cui indipendenza non è riconosciuta dalla Cina, la spesa per importazioni di armi è diminuito in modo significativo - del 44 per cento. Lo stato ha chiuso alla fine del 2008 con gli acquisti bellici, ma ha ancora un contratto di difesa globale con gli Stati Uniti.

Gli Stati Uniti hanno fornito anche alla Corea del Sud navi da guerra e aerei da combattimento.
Seoul ha ordinato anche cacciabombardieri F15. Il paese è in costante conflitto con la Corea del Nord, il suo regime comunista ripetutamente minaccia il Sud con la guerra.
Nel complesso, l'Asia è negli ultimi dieci anni il mercato più importante di armature per l'occidente. Cina e India dal 1999 sono ai primi due posti degli acquirenti. I due Paesi hanno ordinato la maggior parte delle armi.
Soprattutto un sacco di armi sono state inviate anche in Medio Oriente. "Questa è una tendenza preoccupante", ha dichiarato Pieter Wezeman del SIPRI. Dato che nella regione ci sono numerosi conflitti, stati deboli e meno trasparenti.
Tra il 2004 e il 2008, le esportazioni verso il Medio Oriente del 38 per cento era superiore tra il 1999 e il 2003. Il più grande fornitore erano gli Stati Uniti. 37 per cento di tutte le esportazioni di armi degli Stati Uniti si sono concentrate nella regione degli Emirati Arabi Uniti, Israele, Iraq e Arabia Saudita. Società americane hanno fornito 207 aerei da combattimento e 5.000 bombe in Medio Oriente. L'anno scorso, gli Emirati Arabi Uniti hanno anche ordinato sistemi antimissile diversi negli Stati Uniti. Nella regione confinante con l'Iran, dopo la messa in opera del programma nucleare ed il progresso del Paese in sviluppo missilistico, si é vista una crescita della difesa, e il conseguente aumento di ordini di armamenti militari di ogni tipo.
Lo studio SIPRI usa solo i numeri delle esportazioni ufficial- mente approvate. Ciò che viene venduto anche sul mercato nero, non ha riferimento di statistica. Gli esperti ritengono che le esportazioni di armi in realtà siano molto più alte.
Tratto da :Zeit Online e tradotto dal Blogger di dove stiamo andando.
 

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