giovedì 16 dicembre 2010

La sindrome di Morgellons

La sindrome di Morgellons, o morbo di Morgellons, o semplicemente Morgellons è il nome dato nel 2002 dalla biologa statunitense Mary Leitao ad una condizione caratterizzata da una serie di sintomi cutanei quali prurito, fitte dolorose, apparente presenza di fibre sulla pelle o sotto la pelle, lesioni permanenti alla cute (es. eruzioni cutanee o piaghe) e altro.

L'attuale conse
sso scientifico ritiene che non si tratti di una nuova malattia. La grande maggioranza dei professionisti della salute, compresi la maggior parte dei dermatologi, considerano i sintomi del Morgellons quali semplici manifestazioni di altre condizioni patologiche conosciute, come per esempio la Sindrome di Wittmaack-Ekbom. Secondo la Mayo Clinic si tratta di una condizione clinica ancora poco definita, ma con una probabile componente di tipo psicologico e/o psichiatrico.

Secondo taluni studiosi, i
sintomi cutanei del morbo sarebbero da ricondursi a ferite autoinflitte dagli stessi pazienti con lo scopo di estrarre dalla cute i fantomatici parassiti che sono convinti gli si annidino sotto la pelle. Secondo questa teoria il disturbo avrebbe dunque natura essenzialmente psichiatrica, al punto che il paziente interpreterebbe anche i brandelli di pelle rimossi, gli annessi bulbi piliferi e qualunque fibra rimanga intrappolata nella ferita come i residui di un'entità parassitante.

La sindrome di Morgellons non è ancora stata studiata approfonditamente dalla comunità scientifica. Dal 2007 hanno incominciato ad interessarsi alla patologia i Centers for Disease Control and Preventi
on (CDC), un importante organismo di controllo sulla sanità pubblica degli Stati Uniti d'America, con sede ad Atlanta (Georgia), che ha il compito di monitorare, prevenire e suggerire gli interventi più appropriati in caso di epidemie.

Teorie del complotto

Alcune persone che si definiscono ammalate di Morgellons e vari teorici cospirazionisti danno una propria versione del morbo: a loro dire, il presunto morbo sarebbe di volta in volta causato da "versamenti chimici", o da "terrorismo biologico", o perfino da presunti rapimenti alieni. Ad esempio, in un programma radio denominato Coast to Coast (popolare tra coloro che credono negli ufo e nei fantasmi) un medico del Nuovo Messico affermò che un agente CIA gli disse che la malattia era causata dai francesi; un errore in un esperimento governativo, affermò, avrebbe contaminato l'acqua. Su non meglio specificate "cause chimiche" insisterebbero anche i sostenitori della teoria complottista denominata delle scie chimiche.

Miles Lawrence,
paesaggista di Florence, Texas, stava facendo i bagagli per un viaggio in macchina a Las Vegas quando si è accorto che il suo dito formicolava; è rimasto incredulo, dice, mentre "piccole cose spinose" spuntavano dalla pelle nel punto da cui aveva appena rimosso una scheggia. Ha afferrato una delle spine con delle pinzette e ha tirato. Istantaneamente, racconta, una fitta di dolore si è diffusa sul braccio. Ne ha tirata un'altra e il dolore ha serpeggiato su fino al collo. Poi è iniziata la parte veramente raccapricciante. "Provavo la sensazione di avere degli insetti sotto la pelle delle braccia," dice Lawrence, "e mi sono agitato".
In tutto il paese, migliaia di persone che lamentano lo stesso orribile fenomeno hanno formato un gruppo di subcultura della malattia. Mettono in comune liste di sintomi, ipotesi mediche e racconti delle dispute con medici tradizionali su http://www.morgel-lons.org, il sito ufficiale della Morgellons Research Foundation, fondata nel 2002 da Mary Leitao a McMurray, Pennsylvania.

Leitao ha denominato la malattia morbo di Morgellons - dal nome di una malattia dai sintomi simili citata in un testo medico del sedicesimo secolo - mentre svolgeva indagini su una malattia cutanea contratta dalla figlia dell'età di due anni.

Il morbo di Morgello
ns è stato a malapena captato dai radar della medicina tradizionale. Pochi medici ne hanno sentito parlare e ancora meno sanno cosa fare in merito. Così, quando qualcuno entra in un ambulatorio ed annuncia i propri sintomi, spesso si ritrova ad affrontare scetticismo o dichiarazioni secondo cui soffre di parassitosi immaginaria o entomofobia - letteralmente, l'idea infondata di avere parassiti nella pelle.

Ginger Savely, infermiera professionale che cura i malati di Morgellons di tutto il paese presso il San Francisco Medicai Center, ha dichiarato: "Se per caso avessi ricevuto uno di questi malati nel mio studio, anch'io avrei pensato che fosse pazzo. Tuttavia dopo aver sentito il resoconto di oltre un centinaio di malati, i quali scendono tutti nei minimi dettagli affermando la stessa identica cosa, [la questione] assume contorni alquanto impressionanti."

Ad Austin, Texas, l'
infermiera professionale Ginger Savely dice di ricevere nella sua clinica sempre più pazienti che presentano i sintomi, quali dolorose piaghe cutanee da cui spuntano fibre blu, con filamenti e piccoli granelli neri di materiale simile a sabbia. "A parlarne sembra una follia, ma dalla loro pelle fuoriescono molte cose."

Ginger Savely, specializ
zata nella malattia di Lyme, ritiene di avere potenzialmente trovato un indizio, e dice: "Circa il dieci per cento dei miei pazienti affetti da malattia di Lyme cronica presenta sintomi del morbo di Morgellons." A suo parere, le persone che soffrono di'malattie trasmesse da puntura di zecca presentano sistemi immunitari più deboli e possono rivelarsi più vulnerabili all'infezione.

La vera causa del morbo di Morgellons resta comunque un mistero medico. Nel loro com­plesso i soggetti colpiti da questa malattia riferiscono di sgradevoli sensazioni di formicolii, punture e morsi, nonché lesioni cutanee che non guariscono associate a strutture assai insolite, che è possibile descrivere co
me fibrose o filamentose e che sono la caratteristica più impressionante di questa malattia. Inoltre i pazienti, per quanto riguarda la propria pelle, riportano la presenza di granelli neri e granuli simili a semi.

Spesso il sistema ne
rvoso periferico resta influenzato da questa malattia, tuttavia l'elemento più rilevante dell'infezione sembra essere l'effetto sul sistema nervoso centrale. Quasi tutti i malati riferiscono di avere grosse difficoltà nella concentrazione mentale e nella memoria a breve termine.

In questo gruppo di pazienti sono estremamente comuni i disturbi dell'umore, quali depressione e disordine bipolare, che colpiscono oltre la metà degli individui che manifestano sintomi del morbo di Morgellons. I genitori dei bambini affetti da tale morbo riferiscono che la maggior parte di questi soffre di ADHD, ODD, disturbi dell'umore od autismo; si stima che il 65% di questi bambini presenti una qualche forma di disturbo psichiatrico ed il 10% di disordini dello sviluppo di tipo autistico. Le
diagnosi associate comunemente riportate in questa popolazione di malati includono borreliosi (più conosciuta come malattia di Lyme, fibromialgia e sindrome da affaticamento cronico. Fonte: Morgellons Research Foundation, PO Box 16576, Surfside Beach, SC 29587 USA. Tratto da: morgellons.org - Popular Mechanics, Giugno 2005

Il mistero della malattia di Morgellons - Internet e la comunicazione in rete hanno portato alla ribalta, negli Usa, una nuova e strana patologia. I medici sono divisi: alcuni la considerano un problema psichiatrico

STATI UNITI – Se non fosse per la rete il morbo di Morgellons forse non sarebbe così conosciuto o addirittura chi ne è affetto non saprebbe dare un nome a questa strana malattia, che inizia con un prurito fortissimo della pelle (simile a una puntura di insetto) e degenera poi in vere e proprie lacerazioni, portando inoltre perdita di memoria e di capacità di concentrazione, difficoltà cognitive, spossatezza e disturbi gastrointestinali. I medici la guardano con sospetto e, a fronte dell'inspiegabilità dei fenomeni clinici, la bollano come patologia psicosomatica .

L'ORIGINE – È
comparsa per la prima volta negli Stati Uniti, circa dieci anni fa, colpendo in particolare la California, il Texas e la Florida. Se ne sta occupando con un certo sgomento il Centers for Disease Control and Prevention, ma è balzata per la prima volta all'onore delle cronache grazie a Mary Leitao, che nel 2001 ha dedicato un sito alla patologia di cui soffriva il giovane figlio. È stata proprio lei a codificarne le conseguenze e a battezzare il morbo con il nome di uno studio risalente al diciassettesimo secolo, in cui si faceva riferimento a un bambino francese affetto dagli stessi disturbi. Nel sito la signora Leitao descriveva minuziosamente gli inquietanti sintomi che si mescolano in maniera confusa e alla fine la comunità medica la accusò di aver costruito una messa in scena (si parla anche di fibre colorate che fuoriescono dall’epidermide). Ma alla intraprendente signora giunsero ben settemila mail di persone che accusavano gli stessi sintomi, dichiarandosi anch'essi malati di Morgellons.

Le TESI MEDICHE – I medici sono divisi e le diagnosi sono varie. Emblematica la storia del trentunenne Brandi Koch. Dapprima gli fu diagnosticata una malattia auto-immune, in seguito si parlò dell'esistenza di un parassita, poi di un'artrite, infine di una malattia di origine psichiatrica.
Alcuni casi sono risultati positivi al morbo di Lyme, un'infezione di origine batterica che colpisce la pelle, il sistema nervoso, le articolazioni e gli organi interni, cusata dal morso di una zecca. Tra i medici c'è chi considera Morgellons una vera e propria malattia e chi, di fronte al mistero, si appella alla follia. Le due tesi più accreditate si riferiscono o a una sorta di delirio contagioso (i rush cutanei frequentemente hanno un'origine psicosomatica) o all'azione di una specie di fungo (e in effetti alcuni casi sono migliorati in seguito all'utilizzo di un antiparassitario specifico). Certamente esiste una componente psicologica, ma questa si può addebitare al fatto che spesso i malati di Morgellons vengono lasciati soli e nessuno ascolta più la loro voce. L'assurdità del fenomeno patologico li isola e rischia di creare (o amplificare ?) un disagio mentale profondo.

EFFETTO RETE – Internet ha svolto un ruolo significativo nel creare il caso Morgellons e, come è successo anche con altre patologie semi sconosciute, è stata un fattore di aggregazione sociale tra i malati sparsi nel mondo. D'altro canto c'è anche l'effetto-suggestione che può esercitare la rete. Forse i più suggestionabili non dovrebbero nemmeno leggere questo articolo, ma ormai è troppo tardi… By Emanuela Di Pasqua - 25 ottobre 2006. Tratto da: corriere.it

La concausa del morbo di Morgellons (scie chimiche). 03/2007
Una malattia molto strana è tra noi: è il Morgellons. Negli Stati Uniti i casi registrati sono ormai 20.000, con picchi in California meridionale e nell’area del Golfo del Messico. Esistono ormai numerosi elementi in grado di dimostrare che tale patologia è associata alle nanotecnologie, in particolare alle nanofibre. La National Science Foundation definisce nanofibre quelle di dimensioni pari a 100 nanometri o inferiori.

Edward Spencer è un neurologo che, da più di trent'anni, opera in California. È membro del Berkeley City Council. Il suo articolo, pur non contenendo elementi nuovi rispetto agli studi che abbiamo già pubblicato sul Morgellons, va segnalato perché conferma purtroppo la diffusione della sindrome; inoltre contiene un curioso riferimento a "polvere intelligente" da considerarsi con ogni probabilità uno strumento nanotecnologico. Sebbene il medico non vi accenni, è quasi certo che il Morgellons è legato alla nefasta operazione "scie chimiche", con cui sono diffusi i filamenti di polimeri sui quali si sofferma il neurologo. Da rilevare, infine, che i casi della sindrome sono più numerosi nelle aree sottoposte a pesante irrorazione.

Come sintomi il Morgellons presenta affaticamento, difficoltà di concentrazione ed altri sintomi neurologici. Questi sintomi sono associati alla presenza di sottilissime fibre che escono dalla pelle e che causano prurito intenso e lesioni cutanee. Tali fibre inoltre si muovono sotto il derma. Non esiste purtroppo alcuna terapia ed i medici, che non hanno nessuna familiarità con questa sindrome, tendono ad ignorarla. I pazienti sono etichettati come persone che soffrono di disturbi psichiatrici, ma i medici non hanno esaminato né la pelle né i filamenti, prima di formulare questa superficiale diagnosi. I filamenti blu che ho esaminato hanno un'estremità color oro e non bruciano neppure se sottoposti ad una temperatura di 1700 gradi Fahreneit. Niente di simile ai capelli che, se bruciati, sprigionano un odore caratteristico. I capelli inoltre hanno una struttura cellulare. Il Dottor Janovy ha stabilito che non sono né cellule né parassiti, ma nanomacchine veicolate, come sostiene anche la Dottoressa Hildegarde Staninger, da insetti: infatti le avvisaglie della malattia sono precedute dalla percezione di una puntura di insetto. Sono punture di insetti che provengono dai sistemi fognari.

Il Dottor Randy Wymore dell’Università dell’Oklahoma ha mandato dei campioni di fibre all’FBI, ma nulla di simile è stato trovato negli archivi forensi. Un contatto nella Naval Intelligence ha suggerito di guardare alla “polvere intelligente”. Il National Register of Enviromental Professionals ha creato un’unità di intervento per indagare sulle possibili cause ambientali della malattia. Ho chiesto al Berkeley City Council di intervenire presso l’Università della California affinché usino le loro risorse tecniche ed intellettuali per studiare questa malattia. Sotto la saggia guida di Wall Street e delle compagnie assicurative, la medicina negli Stati Uniti è precipitata in un sorprendente stato di degenerazione. La reazione del Center for Desease Control è letargica.
Un semplice microscopio elettronico consente di vedere la struttura di queste fibre ed uno strumento come questo dovrebbe essere in dotazione di tutti gli ospedali. Ovviamente abbiamo urgente bisogno di terapie. Tratto da: http://sciechimiche-zret.blogspot.com - tradotto By Zret

Nuovi studi ed esami di laboratorio hanno consentito di accertare che il morbo di Morgellons è collegato alla presenza nell’organismo dei malati di frammenti costituiti da silicone e da fibre di polietilene. Il polietilene è usato normalmente nell’industria delle fibre ottiche. A queste conclusioni è giunta la Dottoressa Hildegarde Staninger, tossicologa, nell’ottobre del 2006.
La ricercatrice precisa che tali materiali sono usati dall’industria delle nanobiotecnologie per incapsulare i viron, ossia virus geneticamente modificati, da una a cento cinquanta volte più piccoli dei virus. Le analisi istologiche hanno rivelato la presenza di tubicini di vetro e di silicone, in pazienti in cui non erano mai state impiantate protesi di silicone nel seno o in altre parti del corpo. Da notare che gli effetti nocivi del silicone sono stati scientificamente dimostrati....
Tratto da: sciechimiche-zret.blogspot.com

La Schistosomiasi (detta anche bilharziosi) è una malattia che affligge oggi nel mondo circa 200 milioni di persone. È prevalente nei paesi tropicali e sub-tropicali; in alcune regioni d'Italia (ad es. la Sardegna) sono presenti le condizioni climatiche che ne permetterebbero l'esistenza e sono presenti gli ospiti intermedi (molluschi d'acqua dolce) che trasmettono l'infezione, ma non esiste un ciclo di trasmissione che comprenda l'uomo come ospite definitivo. Sono comunque sempre più frequenti in Italia casi di schistosomiasi importati da paesi extracomunitari. vedi: Parassitismo.

I parassiti che causano la schistosomiasi appartengono a tre specie principali: Schistosoma mansoni, S. japonicum, S. haematobium. Allo stadio adulto sono dei vermi lunghi più di un centimetro, differenziati nei due sessi, che vivono permanentemente accoppiati all'interno di quelle vene che raccolgono il sangue dall'intestino (per le prime due specie) o dalla vescica (per la terza specie). Ogni coppia di schistosomi produce un gran numero di uova (da uno ogni 5 minuti a più di 2 al minuto) secondo la specie, e un individuo infetto può avere alcune centinaia di coppie di parassiti nelle proprie vene. Una parte delle uova prodotte riesce a perforare vene e tessuti e ad uscire fuori dell'organismo con le feci o con le urine; se queste vengono a contatto con una raccolta di acqua dolce (fiume, lago, pozzanghera) si schiudono e rilasciano nell'acqua una larva nuotante (miracidio) che è capace di penetrare e di incistarsi nel mollusco acquatico che funziona da ospite intermedio. Dopo circa un mese il mollusco parassitato emette nell'acqua decine di migliaia di altre larve infettanti (cercarie) che sono capaci, in questo caso, di penetrare in circa 3 minuti la cute sana di esseri umani che vengono a contatto con l'acqua. Le larve così penetrate crescono, si differenziano nei due sessi e si stabiliscono nella loro sede definitiva (intestino o vescica) dove chiudono il ciclo vitale cominciando a loro volta a produrre uova.


ciclo Schistosomi
Rappresentazione schematica del ciclo vitale degli Schistosomi. La malattia è causata da quella parte di uova (più della metà) che non riescono ad uscire all'esterno e rimangono intrappolate o nel fegato o nel sistema urinario. Ogni uovo stimola nell'ospite una reazione immunitaria che consiste in un accumulo di cellule (il granuloma) che col tempo si trasforma in tessuto connettivo, scompagina la struttura dei tessuti e provoca cicatrici fibrose che impediscono la funzione del fegato o del sistema renale. Uno dei quadri finali della schistosomiasi intestinale è rappresentato da una costrizione dei vasi sanguigni che attraversano il fegato, con conseguente ipertensione portale e versamento di siero nell'addome che si ingrossa enormemente (ascite). Nella schistosomiasi urinaria, invece, uno dei sintomi precoci è rappresentato dalla presenza di sangue nell'urina (ematuria), dovuta alle numerose piccole rotture di vasi nella vescica a seguito del passaggio delle uova. È difficile stimare la mortalità per schistosomiasi perché questa dipende moltissimo dalla quantità di parassiti e da altri fattori, ma è stato calcolato che ogni anno muoiono probabilmente parecchie centinaia di migliaia di individui e parecchi milioni soffrono le conseguenze invalidanti della malattia.

ACQUA IONIZZATA
La cura dell'acqua ionizzata (basica od acida) ormai e' utilizzata anche in certi ospedali nel mondo con risultati eclatanti, sconosciuti ai medici allopati che non conoscono la Medicina Naturale. Essa puo' essere utilizzata a seconda dei casi, sia per via orale, da bere, sia per l'esterno del corpo per le malattie della pelle(anche per ferite da trauma o da operazioni chirurgiche). Nel sito qui riportato si possono vedere dei video che illustrano le varie applicazioni dell'acqua ionizzata.
vedi: http://glowing-health.com/alkaline-water/videos-aw.html
Vedere qualche applicazione di quest'acqua: ACIDA e/o BASICA + CISTE (eliminata con l'acqua basica).

Molto utile e' anche l' ARGILLA (fango di terra argillosa) mangiata come un "dolce" ogni giorno od ogni 2 o 3 giorni per un certo periodo che in genere varia da soggetto a soggetto, con un minimo di 15 giorni; alle volte e' necessario assumerla per periodi piu' lunghi. Fare attenzione che l'argilla può' portare stitichezza. L'argilla con il suo potere mineralizzante, cicatrizzante e chelante, fornisce un ottimo ausilio a tutti coloro che si debbono disintossicare dalle sostanze tossiche, aiutando la disinfiammazione e la disintossicazione dell'apparato digerente ed il corpo intero.

Mohenjo Daro: Una Devastazione vecchia di 4000 Anni

Mohenjo Daro è un sito archeologico che rappresenta tuttora un appassionante interrogativo, antica sede di una civiltà, di cui si ignorano le cause della repentina scomparsa, che adottò una scrittura di tipo pittografico dal significato ancora sconosciuto e dove si indossavano abiti di cotone; il più antico finora scoperto.

Mohenjo Daro, luogo dove non ci sono tombe, è chiamato la Collina dei Morti. È il luogo degli scheletri "estremamente radioattivi". Scheletri, con tracce di carbonizzazione e calcinazione, oramai scomparsi, che ai ricercatori hanno testimoniato decessi istantanei e violenti. Resti di uomini, donne e bambini, e non di guerrieri morti in battaglia. Non si sono ritrovate armi, e nessun resto umano porta ferite prodotte da armi da taglio o da guerra. Le posizioni e i luoghi dove sono state rinvenute le ossa indicano decessi istantanei, avvenuti senza avere il tempo materiale di rendersi conto di ciò che stava accadendo; le persone sono state colte durante lo svolgimento delle abituali azioni giornaliere. Sono passate dal sonno alla morte, insieme a decine di elefanti, buoi, cani, cavalli, capre e cervi.
La città è tornata alla luce nel 1921, quando l'archeologo Daya Harappa, dal quale prese il nome la civiltà scoperta, ebbe l'incarico di recuperare le rovine di un tempio buddista situato su di una isoletta in mezzo all'Indo. In precedenza nel 1856, John e William Brunton, incaricati di costruire un tratto di ferrovia, segnalarono che in zona si trovavano rovine dalle quali furono prelevati numerosi mattoni per costruire una massicciata ferroviaria. Gli scavi, proseguiti dal governo Pakistano, hanno restituito ben sette città, una sopra all'altra, e altre se ne ritroverebbe se continuassero gli scavi al di sotto del livello del fiume. Sette città che gemellano questa collina con quella di Troia. Mohenjo Daro con la sua piscina coperta di dodici metri, priva di templi e di una reggia, caratteristiche di ogni città antica; ma con strade larghe anche dieci metri e palazzi, costruiti in mattoni del tutto simili ai nostri, alti fino a tre piani, provvisti di acqua corrente, servizi igienici, tubazioni, cloache per i rifiuti e l'acqua piovana.
In altre parole, una città moderna di quarantamila abitanti, dediti alla caccia, alla pesca, alla produzione di ceramica, principale attività industriale del luogo, scomparsi nel nulla, finiti carbonizzati, come si è dedotto dai soli quarantatré resti ritrovati.
Con gli abitanti di Mohenjo Daro è scomparsa misteriosamente anche una testina in terracotta, senza volto, con una strana "finestrella all'altezza degli occhi", della quale rimangono solo le foto scattate da Davemport e Vincenti, indicata come un "elmo da guerra". Curiosità: non è stato rinvenuto nessun elmo di quel tipo. I primi insediamenti nel bacino dell'Indo risalirebbero a 9.000 anni fa. Secondo le stime vi erano oltre 2500 centri abitati. Principale risorsa i manufatti ceramici di eccezionale qualità tecnologica, con contenuto siliceo medio-alto. A Mohenjo Daro, che si vuole distrutta dallo scoppio di due delle numerose fornaci presenti, a causa di una eccessiva temperatura raggiunta nella camera di combustione, evidenziata, secondo la scienza ufficiale, da blocchi parzialmente fusi e migliaia di gocce nerastre di argilla vetrificata.
Gli scavi sono vietati, si dice, per "esigenze conservative".
David Davemport e Ettore Vincenti, autori di "2000 a.C. Distruzione Atomica", fecero esaminare alcuni detriti anneriti raccolti nella zona considerata l'epicentro dell'esplosione, campioni di vasi e mattoni, bracciali vetrificati. Dalle analisi, effettuate dall'Istituto di Mineralogia dell'Università di Roma, l'argilla risultò, come già accennato precedentemente, sottoposta a una temperatura di oltre 1500 gradi per qualche frazione di secondo. Questo avrebbe causato l'inizio di una fusione subito interrotta, escludendo che il calore di una fornace, tanto meno altre calamità naturali, possano produrre un tale effetto. I risultati vennero confermati dal Prof. Bruno Di Sabatino, vulcanologo dell'Istituto di Mineralogia e Petrografia, col quale collaborarono il Prof. Amuleto Flamini e il Dr. Giampaolo Ciriaco. Ulteriore prova dell'assenza di fenomeni vulcanici e sismici, i pozzi di acqua rimasti al loro posto.
Secondo Davemport, esperto in sanscrito, il Ramayana fornirebbe la giusta chiave di lettura. Vi è descritta la vicenda di Ravana di Lanka che costringe il fratello Dhanada a ritirarsi sull'Himalaia impadronendosi del regno. Ravana lo insegue, lo vince e fa suo il veicolo volante, il prestigioso "Pushpaka vimana". Si parla di un velivolo equipaggiato con pilastri d'oro, porte di smeraldo, veloce come il pensiero, costruito su ordine di Brahma. A bordo di questo vimana, Ravana, discese dal monte Kailash. Nella parte del poema chiamata "Uttara Kanda", nel capitolo 23, è scritto:
"Vedendo il loro esercito abbattuto in volo, i figli di Varuna, sopraffatti dalla pioggia di missili, tentarono di interrompere il combattimento. Stavano fuggendo sottoterra quando videro Ravana sul suo Pushpaka Vimana. Cambiarono repentinamente rotta e si slanciarono verso il cielo con la loro flotta di macchine volanti. Una terribile lotta scoppiò nell'aria."
Ravana rapisce Sita, figlia di Jawata re della città di Mithila e sposa di Rama, il quale dopo un'aspra battaglia ucciderà Ravana e libererà Sita. Nel capitolo 88 dell'Uttara Kanda si legge la reazione di Re Jawata:
"Arderà Indra il reame di quel malvagio con una pioggia di polvere soverchiante. È giunta l'ora dello sterminio di quell'insano e dei suoi seguaci."
Quindi il dardo di Indra distrugge la roccaforte di Ravana. Ma il suo regno, posto fra i monti Vindhya e Saivala, gli odierni Aravalli e Sulaiman, corrisponde a Lanka, parola che significa isola, cioè Mohenjo Daro situata proprio su di un isola del fiume Indo. Conclusioni audaci, ma più attendibili di qualsiasi altra, che si riallacciano alle storie sui vimana, comune mezzo di trasporto del popolo venuto dalle stelle, narrate nel Ramayana e nel Mahabharata.
Con tale tecnologia non si può escludere l'uso di armi atomiche, né che proprio l'uso di tale energia sia la causa della scomparsa di "Lanka". Altri popoli ci narrano vicende simili. Dalla Cina giungono storie di eventi che ricordano quelli descritti nei due libri sacri Indiani. Si dice che la Cina fu governata da re divini per diciottomila anni, fatto in comune con l'India e l'Egitto. Si racconta di un'epoca nella quale uomini e animali vivevano in armonia in un giardino che ricorda tanto il Paradiso. Nel Shan-hai-ching, un libro sacro, si parla dei "Miao", una razza umana dotata di ali che nel 2400 a.C. vennero a diverbio col Signore delle Altezze e persero la capacità di volare. Si parla anche di quando il Signore Chang-ti, vedendo che la razza degli Atlantidi aveva perduto ogni virtù, ordinò a due Dhyani, Chang e Li, di interrompere ogni contatto fra cielo e terra. Vi si trova la storia dei dieci soli e dell'arciere Yi; ma vi è descritta la vicenda di quattro giganti celesti che, alla testa di centomila guerrieri, corrono in aiuto di Shang impegnato a difendere la montagna di Hsich'i. Il gigante più anziano era alto sette metri e aveva una spada detta "nuvola blu". Quando egli la sguainava spuntava "un vento nero dal quale uscivano migliaia di lance che colpivano il nemico polverizzandolo". Dietro al vento "una ruota di fuoco riempiva l'aria di decine di migliaia di serpenti di fuoco dorato", dal suolo si alzava un fumo denso che bruciava e accecava le persone. Nel corso della lettura troveremo anche gli Immortali a cavallo di dragoni e unicorni, forse velivoli; conosceremo il Vecchio Immortale del sud che proveniente da Agarthi e dona a Tzu-Ya, eroe della storia, un'arma "che brucia il suolo e produce luce", con la quale potrà conquistare il mondo.
Storie uguali a quelle dell'India, dei Celti della tribù dei Tuatha de Danan, che si verificano in ogni parte della terra nello stesso periodo e richiamano alla mente l'uso di armi atomiche, laser e marchingegni volanti. Rama dopo aver vinto Ravana, vola verso la città di Ahyodhya col Pushpaka Vimana vinto al nemico, per ricondurre Sita a casa. La descrizione del viaggio testimonia che Rama è abituato a volare. Dall'alto riconosce i luoghi sorvolati e li elenca a Sita. Menziona ancora il Kailash e la sua forma piramidale, indicandolo come il luogo "visitato da uomini del cielo" e usato come punto di riferimento in conseguenza della sua forma. Coincidenza si parli del Monte Kailash, considerato sacro tutt'oggi e della sua forma piramidale, e che il nome Sita sia lo stesso che si attribuisce al fiume di Shambhala? La storia conferma inoltre che Mohenjo Daro è Lanka:
"Vedi come Lanka è stata costruita da Vishvakarma sulla cima della rocca a tre punte che somiglia al picco del Kailash. Guarda il campo di battaglia coperto da un fango di carne e sangue, laggiù è stata fatta una grande carneficina di Titani. Laggiù giace il feroce Ravana. (...) Ora abbiamo raggiunto KishKindha con i suoi magnifici boschi, in quel luogo ho ucciso Bali."
Rama è esperto nella geografia aerea di un territorio vasto ben duemila chilometri. Chi ha scritto il Ramayana come poteva conoscere tutto questo? L'autore era un esperto del volo e in possesso di carte geografiche dell'intera regione? Secondo Davemport "gli antichi autori hanno sicuramente visto e sono stati testimoni dei loro effetti; ma, in conseguenza della povertà di linguaggio, o mancanza dei termini necessari, l'immagine che ne danno è carente dal punto di vista tecnico-descrittivo". Questo è già capitato quando i pellerossa sono entrati in contatto con la tecnologia dei bianchi. Abbiamo avuto "le canne tonanti", i "lunghi coltelli", il "cavallo di ferro".
Gli Ariani hanno visto la "freccia intelligente", "l'uccello abitato", la "freccia che segue i suoni", "l'arma del sonno". È il Vymanika Shastra che fornisce i dati tecnici per ottenere un oggetto volante del tutto simile alle capsule spaziali. Appare evidente che l'autore di questo libro ha potuto osservare a lungo i "Vimana", tanto da fornire accurate informazioni. Il Dr. Josyer, direttore dell'Accademia Internazionale di Ricerche Sanscrite di Misore, ci fornisce queste informazioni. Secondo Davemport e Vincenti, il ritrovamento può contribuire a far avanzare la nostra tecnologia.
Altre prove in favore della tesi di Vincenti e Davemport, purtroppo scomparsi prematuramente, vengono fornite dagli studi del Dr. Roy direttore dell'Istituto di Cronologia di Nuova Delhi. Dalle indagini storico-archeologiche, risulta che effettivamente Mohenjo Daro è la Lanka di Dasagriva, il Ravana menzionato nel Ramayana. Il poema è stato infatti ordito intorno alla conquista di Mohenjo avvenuta quattromila anni fa. Il Dr. Roy identifica il moderno Kalat nella regione che a quel tempo era conosciuta come Kishkindha. Un punto dell'Indo ove il linguaggio, detto Telogu, era una elaborazione di quello della famiglia Dravinian. Nella guerra Deva Asura, tale Dasatha combatte contro Timidhwaja, appartenente alla razza dei Rakshasa e alleato di Shambara, il cui emblema, un Timi (balena), fa presupporre vivesse vicino al mare, forse nel Makran dove viveva anche Ravana. Inoltre "ravana" era un titolo, un semplice appellativo, non un nome proprio, il nobile ucciso da Rama era Dasagriva, conosciuto come Signore di Lanka, cioè Ravana di Lanka.
Dai dati storici veniamo a sapere che Dasagriva Ravana era amico del re di Kishkinda. Il regno di Ravana era nel Sind, e Mohenjo Daro ne era la capitale. Quindi l'impero Harappa aveva al nord la cultura della razza Danava col suo centro a Hariupia; al sud i Rakshasa con Mohenjo capitale, conosciuta come "l'isola", ossia Lanka in lingua Telogu, "una stretta striscia di terra fra il letto principale dell'Indo e la curva ovest del fiume Nara, soggetta ad alluvioni fino a quando un lungo terrapieno fu in grado di prevenirle". Ci sono resti del terrapieno preistorico per un miglio. Sono evidenti anche le successive alluvioni con la conseguente deposizione di strati di sedimenti di sabbia che hanno alzato il piano di trenta piedi.
Gli studi idrografici condotti nella regione del Sind hanno dimostrato che l'Indo ha allagato l'Ovest di Mohenjo Daro nel 2000 a.C.. Ulteriore dimostrazione il gigantesco terrapieno anti alluvione che lo circonda. A quel tempo, durante le alluvioni, doveva apparire come veniva descritta, la Swarna Lanka: l'isola d'oro. Anche le battaglie del Mahabharata sarebbero realmente avvenute. Secondo Roy nel 1424 a.C. La conferma dal Mahabharata che apparterrebbe all'età del Rame, poiché l'antichissima parola vedica "ayas" significa "rame". Il Dr. Roy afferma che Vyasa usò la parola "ayasa bhima", non "Iron Bhima". Gli scavi avrebbero rivelato che l'ultima cultura Harappa e quella Kuru, sono state coesistenti, e il Dr.Roy ha dimostrato che queste due culture appartenevano all'età del Rame, quindi all'età Vedica. Il materiale astronomico del Rig Veda rivela che nel 3070 a.C. regnava re Manu; nel 2000 a.C. Rama e Dasaratha. Nel 2005 a. C. avvenne la disfatta e il sacco di Lassa collocando così Divodasa nel 2005 a.C. A quel tempo nel paese vivevano diversi popoli. Vi erano i Devas, gli ariani vedici, adoratori di Indra, e gli Asura, fautori di feroci guerre intorno al 2000 a.C., che valsero loro l'appellativo di malvagi. Un fatto storico che partì dal regno di Divodasa nel 2030 a.C., e finì con la grande battaglia "Dasa Rajana". Abbiamo così la conferma che Dasaratha prende parte attiva alla guerra schierandosi con Divodasa contro Timidhwaja, e questo fatto dimostra che la battaglia si svolse fra due armate umane.
I Danavas erano comandati da Shambara, re di Hariyupia, figlio di Kulitara, che visse e governò intorno al 2000 a.C.. Divodasa mosse una guerra contro di lui, lo uccise, e Hariyupia (ossia Harappa) fu conquistata. L'intera regione Asura fece un’offerta per riscattare la città, ma in un’orribile battaglia sul fiume Parushni (oggi Ravi), Sudasa li respinse. Si tratta di una battaglia nota come quella dei dieci Re (1930 a.C.). I dati storici forniscono anche la data di progettazione della città di Harappa, il 2550 a.C. Nella regione Harappa vi era una civiltà commerciale per eccellenza, popolata anche dai Nagas e dai Janas anch’essi ottimi commercianti e industriali.
Nel poema si trovano riferimenti anche ai Vanaras e al loro grande re Bali, alleato di Ravana, in tal modo tutto prende forma e trova le giuste corrispondenze storiche; non si può parlare più di coincidenze. Dobbiamo considerare la possibilità che siano state impiegate tecnologie avanzate, e l'uso di armi atomiche, quattromila anni fa (e non solo in India). Un’indagine, seppur limitata nella sua fattibilità, nella zona potrebbe fornire altre prove. Basterebbe verificare l'aumento dei decessi in seguito a tumore, quanti fra gli addetti agli scavi; quante le registrazioni di oggetti aventi tracce radioattive. Vi sono ancora aree con tracce di radioattività, che, a quanto si racconta, molti, tuttora, eviterebbero per "non essere uccisi dagli spiriti cattivi"? Attraverso la consultazione, pur sempre limitata, di documenti e registri anagrafici o mortuari; qualcosa, se si vuole, credo si possa accertare.

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