ELETTRICITA’ e SISTEMI ELETTRICI generati nelle TRASMUTAZIONI BIOLOGICHE
Gli antichi greci scoprirono, oltre due millenni fa, che una piccola bacchetta di ambra: resina naturale, ( buon isolante elettrico come si é capito dopo), strofinata su un panno di lana asciutta, acquisiva la curiosa, magica, proprietà di attrarre piccoli corpi. Dal nome dell’ambra “electron” chiamarono il fenomeno”elettricità”. Il fenomeno tuttora ancora poco considerato, (anche nei libri di fisica occupa, sotto la denominazione di elettricità statica, uno spazio limitato), fino agli inizi dell’ottocento era rimasto poco più di una curiosità. In quegli anni (cito a memoria) diversi studiosi “meccanizzarono” il fenomeno realizzando macchine elettrostatiche in cui l’azione di strofinamento avveniva con dischi o cinghie rotanti. Per mezzo di esse si ottennero potenziali di migliaia di volt con relative spettacolari scintille. Fu scoperto che il “fluido elettrico” scorreva nei fili metallici, che si poteva isolarlo con materiali non conduttori ( facendogli fare percorsi obbligati) e che si poteva immagazzinarlo in speciali “bottiglie”. Oggi li chiamiamo condensatori. Diciamo che l’elettricità cominciava a diventare una cosa seria e tangibile. Anche se poi l’utilizzo era limitato a dimostrazioni tipo giochi di prestigio effettuati per i nobili, nei loro palazzi sfavillanti di centinaia di candele. La prima forma di illuminazione elettrica è iniziata casualmente da quelle precarie scintille oltre che dai lampi atmosferici.
L’ELETTRICITA’ DI VOLTA
Poi arrivò Alessandro Volta il quale realizzò la pila in grado di generare una corrente elettrica ossia un flusso continuo di elettricità. Consisteva in un disco metallico di rame a contatto con un disco di zinco con interposto un feltro inzuppato di acido. La reazione chimica, corrodendo lo zinco, dava come sottoprodotto, una corrente elettrica continua. Il potenziale era piccolo ( 1,5 volt ), e Volta per ottenere una tensione capace di dare una “scossa” potente alle persone, per convincerle si capisce, dovette mettere in colonna un grande numero di elementi . Da cui il nome di pila. L’invenzione della pila con il concetto di corrente elettrica, ossia di intenso flusso continuo di elettricità a basso voltaggio, che attraverso un filo metallico conduttore, poteva essere trasferita istantaneamente a distanza, assieme alla sua energia, aprì un mondo nuovo. Da notare che in quei tempi bui, l’energia più utilizzata era quella umana: (dei servi e degli schiavi). Neri o bianchi che fossero erano problematici da gestire e spostare perché andavano a piedi e se un agricoltore avesse avuto bisogno di mandarli in un suo campo poco lontano doveva rassegnarsi alla perdita di tempo dovuta al viaggio. In alcuni casi ci voleva più tempo per il viaggio che per il lavoro. (Succede ancora oggi). Adesso, due secoli dopo, miliardi di Watt “equivalenti a milioni di cavalli vapore”( in grado di fare il lavoro di milioni di uomini), generati nelle centrali elettriche, nucleari o di altro genere arrivano percorrendo, in una frazione di secondo, migliaia di chilometri per soddisfare i nostri bisogni (e i nostri capricci). I primi sviluppi si ebbero quando qualcuno scoprì che la corrente elettrica deviava l’ago di una bussola e che, quindi, generava un campo magnetico artificiale. Avvolgendo a bobina il conduttore (previo isolamento delle spire, altra invenzione basilare), questo campo poteva essere potenziato. La scoperta che un nucleo di ferro posta all’interno della bobina aumentava enormemente la potenza del campo magnetico (localmente migliaia di volte quelli naturali come quello della terra e dei minerali con proprietà magnetiche), mise a disposizione dei ricercatori e degli inventori il campo magnetico artificiale da cui sarebbe nata la tecnologia del ventesimo secolo. Il relè e il campanello elettrico con le sue estensioni: telegrafo e telefono; Dinamo, alternatori,motori elettrici,trasformatori, la radio marconiana,. Poi, con l’invenzione delle “valvole”la radio e la televisione. Infine con i transistor e i circuiti integrati. La televisione a colori, i computer con le loro infinite varianti e connessioni. Per non parlare delle grandi macchine per la medicina e le ricerche avanzate. Tutto si può far derivare dalla pila di Volta con il suo principio di “corrente elettrica” capace di trasferire, in modo fulmineo, fiumi di energia attraverso i continenti e dal campo magnetico artificiale che essa è in grado di generare.
L’ELETTRICITA’ DI GALVANI
Contemporaneo di Volta fu Luigi Galvani. illustre docente di biologia presso una delle migliori università italiane. Anche lui si interessò di elettricità, anzi i suoi studi precedettero quelli di Volta. Fra i due ci fu una lunga disputa: Volta sosteneva che l’elettricità era di natura esclusivamente fisica “artificiale” ed era generata dal contatto dei due metalli costituenti gli elettrodi. Galvani, basandosi su suoi esperimenti molto interessanti, sosteneva che era di natura “animale” ossia di origine biologica. Oggi lo chiameremmo un conflitto ideologico. Volta aveva ragione: il concetto di corrente elettrica ha conquistato il mondo e lo ha profondamente cambiato. Tuttavia aveva ragione anche Galvani: esiste senza dubbio anche l’elettricità animale ed è estremamente più raffinata della prima. C’è la stessa differenza fra una macchina elettrica per ottima che possa essere e un organismo vivente magari umile come una rana. Ho nominato la rana perché Galvani le usava per i suoi esperimenti. Averli praticamente ignorati per 200 anni non fa onore alla scienza ufficiale. Dunque il prof. Galvani, durante i suoi studi di biologia aveva notato che delle rane, morte, scorticate e divise a metà, (utilizzava la parte inferiore), appese ad un filo metallico, avevano un guizzo ogni qualvolta, mosse dal vento, toccavano la sottostante ringhiera anch’essa metallica. Il fenomeno durava per oltre 6 ore dopo la morte delle medesime. Si contraevano anche quando nella zona cadevano i fulmini , (il primo radioricevitore della storia). Ne concluse che esisteva una elettricità animale. Volta asserì che le rane erano semplici rivelatori (e non generatori di elettricità) e che essa si manifestava per il contatto stabilito dalle rane fra il metallo del filo a cui erano appese e quello della ringhiera (di un metallo diverso). A dimostrazione fece guizzare le rane toccandole con un compasso bimetalico. La scienza si sdebitò con Galvani chiamando galvanometri i rivelatori di cariche elettrostatiche. (Non mi spiego perché sono denominate correnti galvaniche quelle che si formano nelle navi per reazione elettrochimica fra le eliche di bronzo e lo scafo di ferro. A mio parere è un fenomeno esclusivamente voltaico, del tutto estraneo e quasi offensivo riferito alle idee raffinate di Galvani).
LA DIFFERENZA FRA L’ELETTRICITA’ DI VOLTA E QUELLA DI GALVANI
Abbiamo visto che la pila è un generatore di corrente, (altro non sa fare), e che detta corrente, a mezzo di conduttori adeguati e isolati può essere trasferita istantaneamente per essere utilizzata a distanza. L’elettricità e l’elettronica hanno avuto, specie negli ultimi decenni, sviluppi stupefacenti quasi incredibili. Però ogni apparecchiatura è un insieme di componenti: una sorgente di energia (pila, generatore o altro, un circuito costituito da conduttori isolati, interruttori e controlli vari, infine un sistema utilizzatore: lampada, motore, computer,o qualsiasi altro sistema elettrico. Se chiamiamo un ingegnere elettronico progettista e gli diciamo di costruirci un computer monocomponente (ossia senza far uso di alimentatori, pile, conduttori, interruttori, tastiere e attacchi di nessun genere), lo vedremmo probabilmente scappare di corsa. Eppure la natura fa queste cose da sempre e anche per gli organismi viventi più insignificanti. Nelle ultramicroscopiche cellule vive è tutto integrato: alimentatore, utilizzatore, oltre ai programmi vitali: di sviluppo, di riparazione e riproduzione, di recupero oltre che di eliminazione ecologico dei rifiuti. In dette cellule, specie in quelle nervose, l’elettricità ha un ruolo essenziale. Ma dov’è la pila? Dove sono i fili? (Il cuore,quando è sano, non ha pile, eppure genera impulsi elettrici). Qui c’è un mondo da scoprire e Galvani l’aveva intuito. Per non parlare, di alcuni pesci in grado di generare scariche elettriche potentissime, (dell’ordine di centinaia di volt e di watt, per difendersi, paralizzare le prede ed esplorare l’ambiente).
Fenomeni di cui la nostra tecnologia, non sapendoli spiegare né riprodurre, preferisce non parlare. Di questi pesci doveva parlare Galvani, non solo di rane, sarebbe stato più convincente.
Partendo dal fatto che la natura è in grado di produrre, in modo validissimo, seppur misterioso, elettricità, a livello cellulare dobbiamo necessariamente concludere che usa sistemi “nanotecnologici” in cui la “pila” è integrata con il circuito utilizzatore, che a sua volta comprende il complesso programma vitale da svolgere nel tempo. Nelle pile la corrente elettrica è il sottoprodotto di una reazione chimica autodistruttiva: (dopo un po’ si scaricano e diventano rottami estremamente inquinanti). La natura non sa che farsene di un sistema così precario, ingombrante e scadente. Sfrutta fenomeni ben più efficienti, raffinati e reversibili. Purtroppo non li conosciamo. Possiamo, però, cominciare a immaginarne i vantaggi.
Intanto la natura, integrando tutto, ha eliminato i cavi, dotando inoltre ogni cellula del suo nanoalimentatore, le ha isolate “galvanicamente” le une dalle altre. (Nei vecchi apparecchi tv un capo della rete elettrica, per risparmiare il costoso trasformatore, era collegato a massa, ciò impediva il collegamento di apparecchiature che, in mano degli utenti, sarebbero risultate collegate anch’esse, pericolosamente, alla rete). I nanocircuiti cellulari, invece, autoalimentati e isolati fra loro, garantiscono evidenti vantaggi di versatilità nella realizzazione dei complessi circuitali. In un normale microprocessore, sia pure dotato come il “pentium” di 50 milioni di transistor, essi sono tutti legati ad un polo di alimentazione (di solito quello collegato alla massa). La polarizzazione di detti transistor sono, infine, determinati al momento della realizzazione e tale rimane per sempre. La natura dotando ogni transistor del suo alimentatore isolato lo ha reso molto più versatile e capace di interagire indipendentemente con tutti gli altri. Sono sicuro che la natura non si è limitata a ciò: Assembla e disattiva all’istante a seconda delle necessità, i circuiti integrati biologici cambiando la polarizzazione: ( da pnp a npn) dei singoli transistor che li compongono e, di conseguenza, il loro modo di funzionamento e di interazione: (possono funzionare pure a rovescio). Li distrugge quando non servono più, recuperando il possibile, ed eliminando il resto con le scorie liquide organiche. Come dire che ogni cellula vivente è un computer in continua trasformazione con il suo programma e la sua fonte indipendente di energia: (nanopila). Anche il cervello è in continua trasformazione pur nella sua immensa complessità. Parlerò di ciò più avanti. Cerchiamo ora di capire qualcosa sulla fonte di energia che rende possibile la vita delle cellule e relative proprietà elettriche e chimiche.
L’EFFETTO KERVRAN
Correntin Louis Kervran (1901-1983) scoprì fin dal 1935 che gli organismi viventi erano capaci di sfruttare, oltre alle normali reazioni chimiche, (fenomeni esclusivamente elettromagnetici), tutta un’altra serie di straordinari fenomeni in cui avveniva la trasmutazione di un elemento chimico in un altro. Nonostante avesse provato in modo inoppugnabile le sue osservazioni fu sempre osteggiato dalla scienza ufficiale sostenitrice del dogma che ogni elemento ha caratteristiche chimiche immutabili: le uniche trasmutazioni conosciute e ammesse erano quelle connesse al decadimento radioattivo ed alle reazioni nucleari violente delle armi atomiche e delle stelle.
L’ingegnere e biologo Kervran ha dimostrato, invece che in natura, le trasmutazioni biologiche sono all’ordine del giorno. Esse, (come dicevo già in un mio articolo che inviai a “LE SCIENZE” nel 1974 in cui illustravo il mio modello di atomo MHD, che pure realizzai con mezzi di fortuna, sono alla base del funzionamento delle cellule nervose che molti medici tendono erroneamente a considerare come “impianti elettrici” e di tutti i fenomeni che sono alla base dei meccanismi della vita. Nonostante Kervran abbia fatto un immenso e incontestabile lavoro l’argomento è appena impostato. Gli elementi implicati più a fondo sono quelli più utilizzati negli organismi viventi. Le trasmutazioni più imponenti sono opera di microrganismi che agendo fin dalle più antiche ere geologiche hanno preparato, in miliardi di anni, (assemblando e trasmutando gli atomi di elementi adatti), lo scenario della vita. Miliardi di anni fa la Terra era un pianeta inospitale per la vita come oggi la conosciamo. (Molto peggio di Venere o Marte, era una palla di lava caldissima attorniata da mari acidi e gas velenosi). Pochi microrganismi e poche forme vegetali vivevano sul pianeta. Erano comunque già in grado di trasmutare, sfruttando le loro energie biologiche intrinseche, gli elementi primitivi per “creare” quelli favorevoli alla vita superiore E, in maniera evoluta, ancora continuano: si stima che su 100 chilogrammi di materia vivente 90 siano costituiti da microrganismi, 9 da organismi superiori complessi. La massa umana, ammonta all’uno per cento. E non potrebbe esistere né sopravvivere se non fosse sostenuta dal substrato microbico in parola. Anche se la scienza, praticamente, ignora i fenomeni, si deve alla loro remota azione l’esistenza di un’atmosfera ricca di ossigeno, (con il sequestro dell’eccesso di carbonio sotto forma di carbone e di idrocarburi fossili che ora stiamo sconsideratamente liberando). Nelle ere geologiche questi infiniti processi hanno cambiato l’atmosfera, i mari e le montagne. Formato la barriera e le isole coralline, inventato la funzione clorofilliana e tutte le altre reazioni, più evolute, alla base del funzionamento degli organismi superiori. Sicuramente, operando tuttora, anche all’interno del nostro intestino, fabbricano giornalmente,sempre con le trasmutazioni, le materie prime e i semilavorati per far funzionare la nostra complessa macchina vitale. Questi semilavorati, trasportati dal sangue in tutte cellule, garantiscono, in una seconda trasmutazione, la costruzione dei nanosistemi delle cellule stesse e quel surplus di energia necessario ad alimentarle. Come dire che la natura con la TRASMUTAZIONE, oltre a costruire all’istante i “transistor” che formano le cellule fornisce ai loro componenti ( collettore-base-emettitore), la carica elettrica per farli funzionare. Immediatamente dopo, con una trasmutazione diversa, la polarità dei transistor si inverte e si ha un altro impulso in senso contrario. Naturalmente queste sono idee da sviluppare e controllare. Si capisce comunque che un computer del genere essendo a funzionamento reversibile ha potenzialità ben superiori a quelli elettronici noti. Ogni cellula, infatti, come già accennato, essendo galvanicamente isolata ed energeticamente autosufficiente, è libera di collegarsi selettivamente, come un telefono cellulare , con tutte le altre, a mezzo di segnali impulsivi: i neurotrasmettitori. Appunto senza fili e senza circuiti.
LE TRASMUTAZIONI PIU’ NOTE
Mi limiterò a qualche esempio: il potassio aggiunto all’idrogeno si trasmuta in calcio. (Alcuni autori, ipotizzano, con l’emissione di un neutrino). Continuando: il magnesio aggiunto all’ossigeno si trasmuta in calcio. Il silicio aggiunto al carbonio si trasmuta ancora in calcio. Il magnesio più calcio meno ossigeno dà il potassio. Fluoro più carbonio dà ancora il potassio. Potassio meno carbonio dà il fluoro, ecc. Io sono solo un dilettante e non sono in grado di sviluppare argomenti di questa portata, gli interessati possono, comunque, documentarsi consultando le numerose opere dell’autore di queste scoperte: Kervran. Personalmente non le conosco lessi le prime notizie in merito su un articolo pubblicato sull’ EUROPEO negli anni 60 e, adesso, su internet. La scienza ufficiale nega le trasmutazioni biologiche , contro l’evidenza, affermando che la barriera di potenziale che circonda i nuclei atomici impedisce la loro fusione. Anche se poi ammette l’effetto tunnel e i fenomeni quantistici. All’atto delle trasmutazioni (innescate da enzimi, ormoni ecc.), si hanno movimenti di particelle: quasi certamente neutrini, elettroni (probabilmente di energia più alta di quelli normali di valenza e di conduzione), elioni, e altre.
Di mio aggiungo che tutti questi fenomeni producono anche elettricità: le già menzionate nanobatterie, nonché le giunzioni semiconduttrici costituenti le membrane delle cellule. Come già accennato questi circuiti sono estremamente più versatili di quelli elettronici perché sono autoassemblanti e reversibili nonché autodissolventi. Ripeto che i nanoelementi, all’atto della loro “creazione”, hanno anche, in maniera congenita, una carica energetica elettrica e chimica capace di farli aggregare e funzionare come transistor amplificatori. Svolta la funzione ritornano nelle condizioni iniziali pronti per ricominciare. Come dire che sono, anche, nanobatterie ricaricabili. Personalmente sono interessato a questi fenomeni: e ne parlo nei miei limiti di autodidatta perché, mi sembra, che nessuno li abbia ancora direttamente collegati alle trasmutazioni in parola.
IPOTESI SUL MECCANISMO DELLE TRASMUTAZIONI.
Come già accennato, il fenomeno delle trasmutazioni biologiche, ( anche se i fisici e i chimici non se ne sono ancora accorti), è iniziato miliardi di anni fa con l’apparizione sulla terra dei primi microrganismi. Alcuni di essi sono sopravvissuti fino a oggi e li abbiamo trovati in fondo all’oceano presso le bocche eruttive dei vulcani sommersi. Vivono tranquillamente sottoposti a spaventose pressioni, in acque bollenti (centinaia di gradi C.), nutrendosi con reazioni misteriose dei sali e dei minerali tossici in esse disciolti. In miliardi di anni hanno colonizzato il pianeta primordiale, rendendolo adatto ad ospitare e nutrire la vita nelle sue forme più evolute. Continuano, dopo essersi anch’essi evoluti, la loro incessante opera fertilizzando i campi (reintegrandone i nutrienti), infine, digeriscono i rifiuti, compresi quelli più nocivi, purificano e rinnovano, assieme alle piante, l’atmosfera.
CRAIG VENTER il padre del genoma umano (la notizia è di questi giorni), pensa di dare una mano alla natura creando con l’ingegneria genetica, dei microrganismi capaci di salvare la terra dall’inquinamento gravissimo che la minaccia. La natura ha impiegato miliardi di anni per crearci “la casa”: i fisici e i chimici in poco più di un secolo, (il secolo della chimica), l’hanno saturata di sostanze inquinanti e velenose. Materie plastiche, veleni e concimi usati in agricoltura, plutonio, uranio ,metalli pesanti, pcb, petrolio, fumi e gas distruttori dell’atmosfera, tutto contribuisce a distruggere il mirabile e delicato sistema biologico delle trasmutazioni ossia “l’incubatrice” che condiziona la nostra sopravvivenza. Si capisce che è indispensabile rallentare urgentemente l’inquinamento per dar modo al sistema di riprendersi. Ancora più necessario studiare questi processi, per trovare altre soluzioni, anche alla maniera di Venter.
IL SECOLO DELLA CHIMICA:
Nel secolo della chimica, senza preoccuparsi della loro durata e di dove andavano a finire, gli scienziati hanno realizzato centinaia di migliaia di nuove molecole e prodotti sostanzialmente estranei e tossici per la vita. Alcuni di essi: le scorie radioattive, sono praticamente eterne, altre durano secoli. Sono state disperse su tutta la superficie terrestre, negli oceani, nell’atmosfera, perfino nello spazio. ( Il pubblico si preoccupa dei pericoli delle centrali nucleari, non sa, naturalmente, dell’esistenza di altre mini centrali nucleari in orbita sulla sua testa). Realizzate per alimentare i satelliti militari, (che posizionati su orbite basse non possono usare pannelli solari per l’attrito con la stratosfera), usano l’energia nucleare di un paio di chili di plutonio, per generare con una pila termoelettrica, l’energia necessaria ai loro radar e alle loro apparecchiature elettroniche. Furono descritti da Scientific American, agli inizi degli anni 90 quando frammenti di un tale satellite russo contaminarono interi stati canadesi, fortunatamente quasi disabitati. I più diffusi di tali micidiali generatori erano stati messi a punto dall’Unione sovietica e poi venduti in gran numero anche alla concorrenza. (garanzia formidabile: erogazione di energia e di radiazioni letali per i prossimi 24000 anni). Ci vuole poco a immaginare che ne siano caduti altri visto che all’epoca se ne stimavano in orbita da 60 a 90. Naturalmente venivano monitorati e quando tendevano a perdere velocità, si cercava di farli cadere negli oceani. (Il mese scorso l’America ha abbattuto in volo un veicolo spaziale fuori controllo, (sacrificando un missile dello scudo spaziale, quanti generatori del genere conteneva)? Dopo gli anni 90, azionando il loro razzo di riserva, (quando funzionava), si è iniziato ad accelerarli mandandoli in un orbita molto più alta, (950-1000 Km), dove dovrebbero “ in sicurezza” girare nei secoli. Quanti sono? Non potrebbero scontrarsi con un meteorite? Con quali conseguenze? Purtroppo la gente vede l’immondizia solo quando sta davanti casa sua. Non ha idea del pericolo di quella sospesa sulla sua testa.
IPOTESI DI BASE SULLE TRASMUTAZIONI BIOLOGICHE.
Gli uomini sono figli delle stelle, (gli elementi chimici costituenti il loro corpo sono stati sintetizzati dalle reazioni nucleari estreme delle stelle di prima generazione), E’ alle stelle che dobbiamo guardare per cercare l’ispirazione di nuove idee. Osservando il sistema solare, abbiamo capito che l’atomo poteva essergli assimilato: il sole poteva essere paragonato al nucleo, i pianeti, al complesso degli elettroni nelle loro orbite. Ma nell’universo ci sono anche sistemi con due soli, anche con tre. Per gli atomi potrebbe valere lo stesso discorso. In tali configurazioni possiamo attenderci che gli elettroni (pianeti) più interni siano esclusivamente legati al proprio nucleo (sole), mentre quelli più esterni e lontani si muovano su un’orbita comune (probabilmente strana e deformata), comprendente e delimitante tutto il sistema. Le reazioni chimiche normali e le forze di coesione, (anche la conduzione ossia la corrente elettrica), tecnicamente dipendono dallo strato elettronico più ESTERNO. Le trasmutazioni potrebbero essere il risultato di fenomeni classificabili come “CHIMICI DEL NUCLEO (o ALCHEMICI” visto che il termine esiste), di atomi “binari” o “ternari” suscettibili di essere dissociati (o associati), con l’implicazione dell’energia degli elettroni dello strato immediatamente sottostante a quello esterno di valenza. Ciò potrebbe rendere possibile l’esistenza, per alcuni elementi di una “chimica nucleare” capace di consentire la riorganizzazione e conseguente trasmutazione dei loro sistemi atomici. Come dire che all’interno di alcuni atomi, che potremmo considerare quasi aggregazioni molecolari BISTABILI, esistono legami che possono essere allentati o rinforzati con emissione o assorbimento di energia ( e particelle come neutrini, elettroni, elioni,ecc.). Le trasmutazioni sarebbe semplicemente il risultato di questi arrangiamenti. Nelle cellule vive il fenomeno sembra essere condizionato dagli enzimi, dagli ormoni forse dai neutrini. Comunque anche nelle normali reazioni nucleari l’uranio U235 non si spezza a caso, ma seguendo precise leggi fisiche. Come se anche tale atomo fosse composto da due pezzi con linea di frattura predeterminata. Come è noto tale scissione è causata dall’incidenza di un neutrone, ( il processo coinvolge poi tutta la massa, perché ogni atomo spezzato genera due neutroni innescando per effetto valanga, la distruttiva reazione a catena). L’uomo manipolando le orbite dell’ultimo strato elettronico ha creato il mondo della chimica con emissione o assorbimento di energia (elettromagnetica) sotto varie forme. La natura interessando gli strati elettronici interni di alcuni atomi (operazioni implicanti un livello energetico più alto), semplicemente e silenziosamente, li trasmuta. Per realizzare i complessi sistemi degli organismi viventi. Potrebbe spiegare anche la “fusione fredda”.
I SISTEMI ELETTRICI NATURALI
Abbiamo già detto che la natura non disponendo di conduttori isolati e di generatori di energia elettrica ha dovuto risolvere i problemi in modo completamente diverso. Il fenomeno elettrico più impressionante è il fulmine, non per niente considerato attributo della divinità, si manifesta fra le nuvole temporalesche e la terra, (anche fra nuvola e nuvola), quando la differenza di potenziale fra di esse, milioni o miliardi di volt riesce a perforare l’atmosfera isolante. Gli studiosi hanno scoperto che la scarica avviene attraverso una traccia ionizzata che si forma gradualmente, immediatamente prima, (può essere innescata anche da un raggio laser ionizzante). Non è ancora del tutto spiegata l’origine della imponente carica elettrica. Finora si cercava di spiegarla come conseguenza delle turbolenze dei chicchi di grandine all’interno della nuvola, un fenomeno assimilabile a quelle delle macchine elettrostatiche a strofinio. Attualmente lo si spiega come conseguenza delle particelle cariche del vento solare che, sotto l’azione del campo magnetico della terra si dispongono a strati nella stratosfera. Si è osservato che, dopo le tempeste solari tali particelle cariche hanno tanta energia da paralizzare e distruggere i sistemi elettronici e satellitari alla base delle nostre comunicazioni. Fortunatamente in modo sorprendente il sistema si rinormalizza nel giro di un giorno circa. E’ stato osservato dai satelliti che ciò avviene in quanto l’elettricità in eccesso viene trasferita, in modo istantaneo, (effluvi) alle nuvole sottostanti. Silenziosi e spettacolari sono “valanghe” di elettricità, che trasferiscono l’eccesso di cariche alle nuvole, ( giganteschi condensatori), consentendo loro con i fulmini, di svolgere la loro funzione. A quanto si sta scoprendo, i fulmini, sono implicati in maniera essenziale, nei meccanismi remoti e attuali della vita sulla terra. La natura, anche in questi fenomeni, da par suo, genera e usa l’elettricità, senza fili e senza generatori, a favore della vita. Non sappiamo neanche immaginare i particolari.
CONSIDERAZIONI SUI FENOMENI ELETTROBIOLOGIC I
La pila di Volta, (anche le altre), generava un flusso elettrico come sottoprodotto della reazione chimica dell’acido sullo zinco, dopo un po’ si esauriva trasformandosi in un rifiuto estremamente inquinante. La corrente medesima aveva bisogno di sistemi di conduttori isolati formanti un circuito chiuso, andata e ritorno. La natura ha utilizzato l’elettricità realizzando delle nanopile i cui elettrodi sono costituiti da singoli atomi, che nell’atto di trasmutarsi si ritrovano in modo “pulito” caricati elettricamente. Formando con essi “transistor” si ottengono nanocircuiti autoalimentati. All’esaurirsi della carica possono essere “ricaricati” invertendoli e trasmutandoli ancora in atomi diversi. I normali transistor e circuiti integrati hanno polarità determinata all’atto della fabbricazione e funzionano solo se alimentati da una fonte esterna di elettricità. Hanno quindi dei limiti, quelli naturali sono molto più versatili: (creati e disfatti all’istante con polarità e funzionamento reversibile) sono molto più creativi oltre che non inquinanti in quanto degradabili.
Si può capire bene che un simile sistema deve essere assolutamente sicuro di avere sempre a disposizione gli atomi necessari allo svolgimento del processo. Come una fabbrica di automobili si contorna di altri produttori per non farsi mai mancare i componenti come gomme, batterie, accessori elettrici ecc. anche gli organismi viventi complessi si sono assicurati l’aiuto e la collaborazione di altri organismi più semplici, meno esigenti e capaci di sopravvivere in condizioni difficili. Limitando il discorso all’uomo, la produzione delle materie prime semilavorate da utilizzare poi nei processi vitali delle cellule, (principalmente atomi da trasmutare), viene effettuata dalla flora intestinale che tutti ospitiamo. ( Ciò presuppone in loco una complessa struttura nervosa dedicata). Può sembrare incredibile, lo ammetto, ma se i microrganismi hanno creato una cosa immensa come l’ecosistema terrestre (e tuttora lo sostengono): perché non potrebbero, continuando l’opera da essi iniziata fin dalle più lontane epoche geologiche, prepararci ancora adesso, il carburante della vita? Perché altrimenti ospitare per tutta l’esistenza, popolazioni di centinaia di miliardi di microrganismi nel nostro intestino? La natura non fa nulla per caso. Gli elementi oggetto di trasmutazione sono sempre gli stessi: calcio, magnesio, potassio ,silicio, carbonio, ossigeno, fluoro, sodio, idrogeno, ecc. E sono presenti ovunque: le galline utilizzano il silicio per trasmutarlo in calcio quando devono fare i gusci delle uova, gli agricoltori utilizzano empiricamente il fenomeno, coltivando certe piante, per far “riposare” e ricostituire la fertilità dei campi senza concimi, sfruttando la naturale attività biologica dei microrganismi contenuti nei fertilizzanti biologici. (La natura usa tranquillamente gli escrementi sparsi dagli animali per raggiungere i suoi fini. Qualche volta, anzi, come nell’ influenza aviaria, è un po’ troppo efficiente).
EFFICIENZA ENERGETICA DELLE TRASMUTAZIONI
Un essere umano vive benissimo consumando 2000 calorie nelle 24 ore. (Un ragazzo in crescita o un operaio che fa lavori pesanti un po’ di più, naturalmente). Però con tale quantità di energia: (un bicchiere di benzina), si regge in piedi, cammina, corre, lavora,studia, pensa, facendo funzionare tutti i suoi organi, compreso il cervello e il cuore che batte almeno una volta al secondo spingendo il sangue per tutto il corpo. Mantiene, inoltre, (e solo per questo dovrebbe consumare più energia di quella di cui dispone), costante la temperatura, tiene in efficienza tutti gli organi, li rinnova in continuazione, li guarisce se si ammalano: (il medico, quando è valido può solo aiutare a guarire, con medicine o tagliando qualche pezzo malato non indispensabile). Anche la voglia di vivere e di riprodursi richiede la sua parte di energia. Domanda ineludibile da dove viene questa energia? Con un bicchiere di benzina il mio tagliaerba funziona 15 minuti e taglia pochi metri quadri di prato. Io ci vivo e lavoro per un giorno intero. E’ evidente che la vita si basa su altri processi che vanno oltre la chimica pura e semplice, per attingere ad un livello superiore. Se pensiamo poi che ogni cellula e ogni organo ha le sue esigenze e i suoi meccanismi di funzionamento (tipo il cervello), che tutto deve essere coordinato e controllato e che l’insieme sopravvive con una alimentazione ridottissima e, per un tempo limitato, addirittura senza alimentazione, (il tosaerba appena finisce la benzina si ferma) dobbiamo concludere che la vita è capace di utilizzare (e recuperare), energie che non conosciamo. Anche quelle preparate dai microrganismi contenuti nel nostro intestino.
( Proprio oggi ho sentito dalla televisione che una mucca produce, nel suo intestino sempre grazie ai microrganismi contenuti, anche 480 grammi di metano al giorno). Probabilmente il rendimento di questi processi è “moltiplicato” dalla reversibilità dei fenomeni che permette di recuperare, istantaneamente, buona parte dell’energia in gioco. Come se il tosaerba avesse un sistema capace di ritrasformare l’anidride carbonica emessa in altro tipo di carburante. (La natura, comunque, in tempi lunghi, per mezzo della funzione clorofilliana e con l’ausilio della luce solare, lo fa: l’anidride carbonica atmosferica libera l’ossigeno e ridiventa carbone: cibo o legna, ossia energia riutilizzabile sotto altra forma e aria salubre). Gli esseri viventi, evidentemente, simile recupero lo fanno istantaneamente. Qualcosa di simile al gas del frigo che viene continuamente compresso ed espanso per trasportare il calore e l’energia. Nei sistemi biologici la natura usa tutta una serie di trasmutazioni atomiche integrate e complementari per far funzionare, a circuito chiuso, i suoi mirabili sistemi.
Un articolo di Alessandra Viola, pubblicato su “L’Espresso” del 13 agosto 2008, inizia così: “ da decenni in tutto il mondo si scommette sul biodiesel cioè sui carburanti ottenuti da fonti vegetali da utilizzare in alternativa al petrolio…. Hanno il vantaggio di non aumentare il livello di anidride carbonica nell’atmosfera perché le piante per crescere devono assorbire carbone atmosferico nella stessa quantità di quello emesso. Hanno però l’insopportabile inconveniente di sottrarre terreno coltivabile all’agricoltura alimentare. Fortunatamente si è scoperto che questa funzione può essere svolta con rendimenti straordinari da certi tipi di alghe microscopiche. Queste coltivazioni condotte anche in Italia dall’Enea, in acque anche non pulite, crescono rapidissimamente assorbendo grandi quantità di anidride carbonica producendo alla fine del processo una sorta di fango verdastro contenente dal 30 al 50 per cento di lipidi (grassi) combustibili. Il processo produce anche idrogeno”. L’articolo continua così: “per fare un raffronto, le microalghe hanno una resa in termini energetici quattro volte superiore alla canna da zucchero, dieci volte superiore all’olio di palma e addirittura 45 volte superiore all’olio di colza, che molti italiani già usano per riempire il serbatoio delle loro auto…..Con le coltivazioni di alghe si possono produrre ogni anno 30 tonnellate di biodiesel per ettaro, a fronte delle sei che si ricava da una corrispondente estensione coltivata a palme da olio e dell’unica tonnellata ottenuta coltivando colza…..Il processo si può realizzare su terreni desertici o comunque scadenti, cattura anidride carbonica, produce una grande quantità di biocombustibile immediatamente utilizzabile oltre a ossigeno. Produce anche, grazie alla fermentazione causata da microrganismi, idrogeno, (da 5 a 20 metri cubi per metro cubo di materiale residuo), anch’esso pronto all’impiego. Sono affermazioni quasi incredibili, anche se fossero attendibili solo in parte, si possono spiegare solo con l’azione dei microrganismi (batteri o alghe), alla base delle trasmutazioni biologiche che, come già esposto, dall’origine dei tempi, (quando hanno preparato la nostra “casa” accogliente, sintetizzando anche il petrolio), lavorano tuttora per noi facendo funzionare con mirabile incredibile efficienza il nostro corpo e il nostro mondo. E’ assolutamente necessario ripudiare le vecchie idee avanzando nuove teorie per scoprire dettagliatamente come agiscono, magari modificarli, e farli lavorare per la vita. Sono sicuramente in grado di risolvere anche i nostri problemi energetici.
PRIME IPOTESI SULLE CELLULE NERVOSE
Come già accennato all’origine c’è la produzione da parte della flora intestinale (con trasmutazioni che potremmo definire “di tipo primario”) di elementi dotati di una nanocarica elettrica e chimica in grado, una volta trasportati dal flusso sanguigno, di organizzarsi per formare, alimentare e far funzionare, con una serie di trasmutazioni “secondarie”, l’insieme delle cellule localizzate in tutto l’organismo. Mi limiterò a parlare delle cellule nervose, di cui, studiando i sintomi di un mio recente infortunio, mi pare di aver capito qualcosa. La fibra nervosa è una struttura tubolare di svariate dimensioni, (a seconda delle funzioni). Non disponendo di buoni conduttori la natura l’ha elettrificata circondandola di una “nuvola elettrizzata”, ripetendo il sistema circuito aperto delle nuvole atmosferiche già descritto. Nell’atmosfera l’elettricità viene fornita dal sole, nel sistema nervoso dal flusso continuo di atomi trasmutanti, dotati della loro carica elettrica congenita. Entrambe le “nuvole” in parola sono dei condensatori continuamente ricaricati. (Anche i nostri apparecchi elettronici, del resto, non sono alimentati direttamente dalla rete, ma dalla elettricità immagazzinata dal dielettrico isolante del condensatore di alimentazione continuamente rifornito di elettricità, dagli impulsi rettificati della rete medesima). La parete tubolare dei nervi ha caratteristiche di semiconduttore e racchiude un “midollo” interno di elementi anch’essi trasmutabili. I ricercatori parlano di una pompa Sodio-Potassio avente la funzione di spingere (pompare) gli elementi in parola attraverso la parete dei nervi. E’ più semplice pensare che l’elemento interno cambi per TRASMUTAZIONE e non perchè “pompato” dall’ambiente esterno. Necessariamente anche gli atomi contenuti all’interno del nervo sono trasmutabili. L’impulso di comando che li “accende” (come la scintilla di accensione dei motori a scoppio), ha origine nel cervello. Il fenomeno impulsivo si propaga, lungo l’asse nervino, come il fuoco in una miccia, ovviamente può propagarsi solo in avanti, fino al bersaglio, es. un muscolo che provvede, poi, ad assorbire e utilizzare i residui con ulteriori trasmutazioni complementari. E‘ probabile che l’ultima trasmutazione produca il calcio che poi finisce immagazzinato nelle ossa. Passato l’impulso il sistema, attingendo energia e atomi dalla nuvola elettrizzata esterna, ritorna quasi istantaneamente alla condizione iniziale. La relativa trasmutazione avviene nell’attraversamento della membrana del nervo in parola. Riassumendo: le nuvole elettrizzate con i fulmini danno energia alla terra, le nuvole che circondano i nervi, forniscono alla stessa maniera, energia ai medesimi.. Naturalmente, partendo dalle conoscenze già acquisite, i dettagli sono tutti da studiare. In tale contesto il nervo non è un semplice conduttore dell’impulso ma una catena ininterrotta di amplificatori coassiali che si attivano in successione attingendo energia dalla nuvola esterna alla fibra. E’ come se in un cavo oceanico che ha bisogno di molti amplificatori di linea ( per compensare le attenuazioni), quest’ultimi venissero alimentati localmente, attingendo l’energia dall’acqua salata con pile formate da coppie di piastre rame zinco. Nei sistemi biologici l’energia è sempre generata dalle trasmutazioni. I principi di funzionamento e i nano-fulmini (compresa anche la componente acustica), connessi a questi fenomeni potrebbero essere estesi al funzionamento del DNA. Me lo suggerisce l’aver ascoltato, qualche mese fa dalla televisione, un crepitio registrato da un ricercatore che lo ha definito: la voce del DNA. Come dire che anche il DNA UTILIZZA LE TRASMUTAZIONI CON RELATIVI NANO-FULMINI. Della possibilità offerta dalle trasmutazioni di costruire transistor reversibili e dalle caratteristiche variabili si è già accennato. Questi fenomeni sono alla base del funzionamento, con opportune varianti, di tutte le cellule viventi. Raggiungono il massimo della complessità nel sistema nervoso e nel cervello. Le energie implicate nelle trasmutazioni non sono solamente elettromagnetiche ma nucleari. Se è esatta l’ipotesi degli atomi binari possiamo spiegare la loro maggiore energia ed efficienza con l’utilizzo dei “più veloci” elettroni interni. Seguendo lo schema dell’atomo MHD essi trasportano oltre alla carica elettrica (campo elettromagnetico ed energia chimica), anche energia MHD (e connesso campo gravitazionale). Sono ipotesi ardite ma la natura va sempre oltre le nostre supposizioni. Quasi inutile aggiungere che la natura utilizza i descritti fenomeni integrandoli a “cascata” secondo i suoi bisogni e fini secondo una insuperabile tecnologia digitale. Anche la contestata fusione fredda potrebbe appartenere a questa classe di fenomeni.
CENNI SULL’ATOMO MHD
Nei primi anni 70 elaborai un modello di atomo gravitazionale in cui la MHD aveva un ruolo fondamentale. (Non è stato mai preso in considerazione ma mi accontento di sentirmi in buona compagnia: Galvani è stato ignorato per due secoli, Kervran per 60 anni almeno). Sono comunque sopravvissuto. Procediamo. E’ noto che la MHD frena, assieme alla gravità ad essa associata, la dispersione dell’energia generata nei nuclei stellari. I fisici stimano che, nel sole, essa impieghi centomila anni per procedere dal centro alla superficie, dove arriva “raffreddata” ai 6500 gradi circa della fotosfera. Il mio modello atomico era qualcosa di simile: anche esso era un sistema gravitazionale, in cui l’altissima energia del nucleo veniva contenuta e compressa dal sistema MHD ad esso integrato. (Sostanzialmente una cavità sferica risonante con il nucleo centrale avente funzione di “eccitatore” e gli elettroni, in varie orbite integrate nel sistema, a formare la “parete riflettente”. (A più strati). Come i filtri a cavità usati in radiofrequenza. Con la differenza che funzionavano in MHD: ossia che le onde sferiche stazionarie erano MHD e non elettromagnetiche. Negli avvallamenti fra dette onde girano (come solitoni), gli elettroni. Ritornando all’atomo normale e limitando il discorso ai suoi aspetti e fenomeni esteriori, nel tentativo di illustrarlo con un po’ di fantasia, possiamo paragonarlo al pianeta Saturno dove vediamo che esso è attorniato dal suo corteo di anelli. Come l’atomo dai suoi sistemi elettronici. Detto pianeta, come pure l’atomo, è assimilabile ad un motore elettrico, in cui il magnetismo planetario costituisce il campo; i microsatelliti che girano negli interspazi fra gli anelli: i conduttori del rotore; le microparticelle elettrizzate degli anelli: il circuito di alimentazione, ( le spazzole). L’energia di alimentazione viene fornita dal campo elettrico, di origine solare, che attornia il pianeta. Ricordo che la differenza di potenziale fra la superficie e lo spazio era di oltre 5000 volt. L’atomo da me descritto era simile. Il nucleo con il suo campo magnetico svolgeva la funzione di induttore: STATORE, gli elettroni: i conduttori dell’INDOTTO rotante. Detti elettroni erano obbligati a seguire precise orbite perché inseriti in un sistema di onde stazionarie MHD irradiati dal nucleo. Esse costituivano le SPAZZOLE alimentanti il rotore. Gli elettroni, oltre a costituire i fili elettrici dell’indotto, possono essere considerati SOLITONI in movimento fra gli avvallamenti delle onde MHD in parola. Tutto l’insieme in un sistema essenzialmente gravitazionale tenuto unito dalla MHD. Il sistema, essendo sostanzialmente una cavità risonante è, chiuso, per principio. Ed è per questo che è capace di contenere quasi totalmente e perfettamente l’energia del nucleo.
Solo nelle accelerazioni/decelerazioni e nei cambi di direzione, l’atomo, deformandosi, manifesta esternamente fenomeni gravitazionali “indotti”: l’inerzia, l’effetto giroscopico e altri che la scienza collega alla “massa”. Dopo la deformazione, l’atomo, trova un nuovo equilibrio ed è per tale motivo che tende a conservare il suo nuovo stato di moto o di quiete relativa. Identica deformazione viene indotta da campi gravitazionali esterni che danno origine al peso. La gravità vera o primaria è quella dell’uovo cosmico, (all’origine) e quella contenuta in ogni atomo, dopo l’espansione.
Le normali proprietà chimiche, aggreganti ed elettriche dell’atomo, come è noto, dipendono dalle caratteristiche dello strato elettronico più esterno. Se esistono però elementi “composti” con due o più nuclei (come i sistemi solari con due o più soli), bisogna immaginare altri modi di aggregazione e altri fenomeni.
Mi propongo di riprendere l’argomento che mi pare suscettibile di interessanti sviluppi.
I CONDUTTORI, I SEMICONDUTTORI, GLI AMPLIFICATORI.
Sono definiti conduttori quegli elementi, di solito metalli, in grado di condurre elettricità senza eccessive perdite. Isolanti quelli che non ne sono capaci. Sono alla base dell’utilizzo dell’elettricità e ci consente di trasportarla in sicurezza “costringendola” (senza dispersioni), attraverso, infiniti circuiti, a lavorare per noi. Nell’anno 1947 sono stati scoperti “i semiconduttori”. Non conduttori, non isolanti, hanno reso possibile la realizzazione di dispositivi, (denominati transistor), in cui la conducibilità poteva essere controllata da segnali elettrici applicati ad un elettrodo di controllo piazzato fra l’elettrodo d’ingresso e quello di uscita. Si era trovato così il sostituto della valvole elettroniche a cui dobbiamo i primi progressi tecnologici. Nelle valvole la corrente elettronica, generata per via termica dal catodo, si propagava attraverso il vuoto fino a raggiungere l’anodo opportunamente polarizzato. Durante il percorso veniva controllata da una ”griglia” pilotata dal segnale d’ingresso che si ritrovava amplificato all’uscita. Esistono in funzione, nelle nostre case, ancora miliardi di sistemi del genere ( i tubi catodici).
Con i transistor costituiti da strati sovrapposti di semiconduttori a conducibilità condizionata, (ottenuta drogando detti strati con tracce di altri elementi chimici), si sono potuti ottenere dispositivi amplificatori straordinariamente efficienti. Il vantaggio consiste nel poter fare circuiti di dimensioni molecolari e di riunirli a milioni in sistemi integrati piccolissimi. Anch’essi però vogliono una alimentazione esterna. Differiscono dai tubi perché il processo non avviene nel vuoto ma coinvolgendo le proprietà fisiche della conduzione localizzate nello strato elettronico esterno degli atomi dei semiconduttori medesimi. Ciò è ottenuto inserendo degli atomi estranei, (con eccesso o carenza di elettroni), in grado di introdurre sapienti distorsioni nel reticolo cristallino degli strati semiconduttori il sistema. Tale artificio (drogaggio) consente di influire sulla loro conduzione controllandola con un potenziale elettrico applicato alla “base” che, inserita fra l’entrata e l’uscita, ha la stessa funzione della “griglia” dei tubi elettronici. Se tale potenziale è un segnale lo si può amplificare. Oltre agli amplificatori si possono realizzare oscillatori e una quantità di altri circuiti elettronici.
I costruttori realizzano i transistor inserendo in un cristallo di silicio che ha 4 elettroni di valenza, atomi con 3 o 5 elettroni di valenza (drogaggio). Ciò, deformando il reticolo cristallino, inserisce in esso un eccesso o un carenza intrinseca di elettroni con l’acquisizione delle note proprietà dei semiconduttori. La natura realizza i suoi transistor drogando le molecole della vita, non inserendo atomi diversi, ma trasmutando alcuni degli atomi che le compongono. Resta sempre da capire come fa la natura a realizzare i suoi sistemi senza fili ne altri componenti circuitali e senza alimentatori. Cominciamo col dire che nei tubi la manipolazione della corrente elettronica avviene nel vuoto. Nei transistor attraverso la materia solida: da cui la definizione elettronica allo stato solido. Con molta probabilità gli “amplificatori biologici per trasmutazione” si autoassemblano in ambiente liquido ossia in soluzioni acquose. Essendo, comunque, presente una componente MHD la soluzione assumerà l’aspetto di un gel di consistenza variabile. (Come il mercurio, che in un esperimento classico sulla MHD, diventa, sotto l’azione combinata di un campo magnetico e di una corrente elettrica,”denso” come il miele). La guaina che riveste i nervi, probabilmente per il suo aspetto e consistenza, è stata denominata “mielina”, pura coincidenza? Comunque essa non è sicuramente solo” l’isolante” dei circuiti nervosi., ma anche il suo sistema di alimentazione: Il modello è quello delle nuvole atmosferiche cariche di elettricità. Nelle nuvole l’energia è fornita dalle particelle cariche solari. Nella mielina: dalle trasmutazioni degli atomi trasportati dal sangue. Come già detto, dopo il passaggio dell’impulso nervoso si torna allo stato iniziale. Il sistema presuppone, naturalmente tutta una sequenza di trasmutazioni complementari e diverse. Tanto per dire che c’è parecchio da scoprire: avendo una pista da seguire sarà più facile. Nelle trasmutazioni gli atomi della vita oltre a generare la carica elettrica conferisce proprietà semiconduttrici all’insieme per rendere possibile la creazione delle membrane dei “transistor biologici”. Questi fenomeni, anche se straordinari, sarebbero comunque di natura elettromagnetica.
In realtà essi liberano anche l’energia contenuta fra l’orbita dello strato elettronico più esterno circondante l’atomo complesso e quelli propri dell’ultimo strato degli atomi componenti, e questo è un fenomeno di natura nucleare/ MHD/gravitazionale. Per questo è tanto efficiente. Soprattutto lascia intravedere un mondo nuovo estremamente importante.
Sappiamo già che la MHD svolge un ruolo fondamentale nel contenimento della materia e dell’energia nelle stelle e negli atomi. Sappiamo ancora che gli atomi dei nostri corpi sono stati sintetizzati nelle esplosioni finali della stelle delle prime generazioni, dobbiamo convincerci che la vita utilizza ancora, in maniera dolce, le stesse forze e le stesse leggi fisiche. La chimica non basta a spiegare la complessità dei fenomeni.
Come dire che la vita, sempre pronta a sfruttare tutte le possibilità, utilizza, da par suo, Tuttora e da sempre, questi straordinari fenomeni “nucleari e gravitazionali” nelle sue mirabili acrobazie. Sarebbe opportuno, però, prima di addentrarci nei problemi connessi, cercare qualche conferma sperimentale.
Altre idee non mi mancano ma ho difficoltà ad esporle perché, ripeto, troppo incredibili. Mi azzardo, comunque ad proporre alcune:
IDEE “ALIENE” SUL CERVELLO
Molti ricercatori usano paragonare il cervello umano a un gigantesco computer. A mio umile parere è un concetto estremamente riduttivo. Paragonarlo ad un sistema integrato di computer è già un po’ meglio, non rende però ancora un’idea adeguata della sua complessità. Mi azzardo a esporre il mio pensiero, (lo so è incredibile ma tutte le realizzazioni della natura sono incredibili).
Il cervello mi sembra assimilabile ad una fabbrica di computer anzi alla SILICON VALLEY.
Da piccoli indizi si possono dedurre informazioni importanti. In un articolo de “LE SCIENZE” di qualche anno fa, (le cose che mi colpiscono richiamano reminiscenze misteriosamente stratificate nella mia mente e non riesco a dimenticarle), si affermava che contrariamente a quanto era logico aspettarsi, durante il sonno, il flusso sanguigno al cervello aumentava da 4 a 5 volte. Come dire che durante il sonno, il cervello, invece di riposarsi, lavora 5 volte di più. Considerando che nel sonno, gli organi periferici sono “staccati”e lavorano al minimo controllati dai loro sottosistemi nervosi automatici, sorge la domanda: che se ne fa il cervello di tutta questa energia? Sicuramente durante il sonno il cervello prepara “il combustibile” per il giorno dopo, principalmente sotto forma di atomi da trasmutare, (anche all’interno di molecole organiche), per alimentare energeticamente, e monitorare, attraverso la rete complicatissima del sistema nervoso, tutte le cellule dell’organismo. In altri termini per vivere abbiamo bisogno dell’energia chimica dei nutrienti trasportati dalla corrente sanguigna, ma anche dell’energia delle trasmutazioni portata, oltre che dal sangue, dalla rete nervosa. In maniera digitale ancora tutta da scoprire. Un po’ come un motore a scoppio che ha bisogno del carburante ma anche dell’energia elettrica intelligente del circuito di accensione.
E’ importantissimo precisare, però,che l’energia nervosa non è fenomeno elettromagnetico come quello dei circuiti di accensione dei motori. Ma un fenomeno nucleare, ( probabilmente assimilabile alla fusione fredda e ad altri fenomeni di tipo MHD ancora tutti da studiare anche nei loro modi di propagazione a impulsi). Come dire che la vita usa da miliardi di anni, ad un livello più profondo dell’energia biochimica (elettromagnetica), l’energia nucleare dolce delle trasmutazioni e la trasmette con i sistemi impulsivi/ digitali delle armi della fantascienza a tutte le cellule dell’organismo. Ottiene in tal modo, il completo controllo di tutte le cellule. ( Che ricevono nutrienti e informazioni in modo integrato dalla rete sanguigna e dalla rete nervosa).
Un danno anche non grave del nervo di un organo, anche se normalmente nutrito dal sangue, ne determina l’immediato decadimento. Per es. ( esperienza diretta), su un dito con una lesione nervosa la crescita dell’unghia si arresta. Evidentemente gli manca il flusso degli atomi trasmutanti necessari alla crescita dell’unghia e del tessuto osseo. Questo potrebbe significare che la trasmutazione in calcio , con deposito sullo scheletro, è probabilmente l’ultima o una delle ultime della serie.
Nell’altro mio studio sulla gravità ho illustrato a grandi linee, il modo di conquistare l’universo copiando l’atomo e la sua struttura gravitazionale/MHD. Anche nel corpo umano, anch’esso fatto di atomi, agiscono le stesse forze e le stesse leggi. Per un atomo un organismo umano, è sconfinato come un universo: per farlo esistere e vivere la natura ha dovuto inventare un sistema di comunicazione fra le sue molecole, al cui confronto internet con i suoi milioni di computer, è insignificante.
Si autoassembla, si sviluppa, si auto-ripara, si alimenta da se con tutta una serie inimmaginabile di reazioni alchemiche manipolando in modo incredibile gli atomi della vita.
Gli scienziati ipotizzano l’esistenza nell’universo dei “tunnel quantistici”, negli organismi viventi detti tunnel esistono al di fuori di ogni dubbio. E sono i suoi circuiti nervosi. Che meraviglia! Non finiremo mai di imparare. Altro che “star-gate”
MA ANDIAMO OLTRE
I fisici cercano di immaginare il computer quantistico che dovrebbe fare meraviglie. Secondo il mio temerario parere, (la natura non si lascia superare), il computer quantistico esiste già: all’interno del nostro cervello. La natura non lo mette ancora “in commercio” perché manca “il mercato” e il programma per farlo funzionare, in pratica i clienti e i motivi per usarlo. Già lo dicevo nel 1959, ( in cinquant’anni le mie idee sono “cresciute” ma non sono cambiate), nell’articolo citato all’inizio: Il cervello umano è fatto per lo spazio ed è nello spazio che manifesterà tutta la sua potenza creatrice. Attualmente è come far funzionare una radio costruita per funzionare in aria, tenendola immersa in un dielettrico diverso. Funziona malissimo. Alcuni astronauti hanno sperimentato simili sensazioni. Dopo essere stati nello spazio hanno acquisito un’apertura mentale e una spiritualità più elevata. La fisica quantistica afferma che tutte le particelle contenute nell’universo sono in qualche modo connesse, (e mi pare ovvio visto che provengono tutte dall’uovo cosmico originario). se nelle trasmutazioni sono implicati i neutrini e se essi riempiono tutto lo spazio perché non pensare che il cervello possa, in futuro, utilizzarli per comunicare istantaneamente con tutte le particelle di cui sono fatti tutti gli esseri viventi e tutte le cose? Ci sono indizi che lo lasciano pensare. Sappiamo che il cervello umano, alla nascita, è ancora immaturo, solamente col tempo e una adatta educazione sarà in grado di maturarsi per fronteggiare la vita sulla terra. Sono sicuro che, anche nella piena maturità biologica, stiamo utilizzando solo una minima parte della sua potenzialità. Quella appena necessaria per “creare” la piccola familiare realtà da cui siamo circondati e sorretti. Esso si evolverà automaticamente in futuro, in modo spettacolare, per capire e vivere la vita nello spazio che ha, naturalmente, aspetti che attualmente non possiamo o non osiamo immaginare. Comunque esiste la struttura, esistono i programmi (compressi), se non ci distruggeremo prima con le nostre mani, si attiveranno da soli al momento opportuno.
Anche adesso, alla fine della vita anche il cervello come tutti i computer ha bisogno di un po’ di tempo per chiudere e “salvare” i programmi. Se non lo può fare perché viene distrutto in modo istantaneo deve ricorrere all’aiuto di un cervello vivo. Esattamente come quando trasferiamo il disco fisso di un computer non funzionante in un altro per recuperare i dati. La natura ha previsto anche questo: alcune persone (medium), sono in grado di aiutare queste menti a raggiungere la loro evoluzione e lo fanno normalmente durante il sonno. Il medium rivive sotto forma di vivido sogno l’evento solitamente traumatico ( le prime volte sono esperienze impressionanti), ma poi capisce che non c’è nulla da temere e che si tratta solo di aiutare qualcuno a concludere il suo percorso evolutivo.
Ritornando al funzionamento durante il sonno mi pare logico supporre che come minimo ogni notte il cervello si ristrutturi nei circuiti, nelle memorie, nei programmi, (acculando energia in modi ancora tutti da immaginare e da scoprire: ci sono anche quelli per lo spazio e per altre dimensioni). Alcune organizzazioni scientifiche, con un programma predisposto, si servono della potenza di calcolo della moltitudine di computer sparsi in tutto il mondo per portare avanti calcoli molto lunghi. Tali macchine lasciate accese e collegate in rete durante la notte, fanno la loro parte per il progresso scientifico. Per quel che sappiamo, anche i nostri cervelli potrebbero lavorare, nel sonno, collegati con altre dimensioni.
Ho già detto pagine addietro che i computer biologici a transistor indipendenti e singolarmente auto-alimentati sono potenzialmente più versatili di quelli elettronici noti che essendo completamente integrati e legati al loro substrato e dipendenti da un alimentatore esterno hanno limitazioni. In futuro, una volta capite le trasmutazioni, sarà forse possibile realizzare un “pentium” con transistor biologici auto-alimentati, indipendenti e a polarità variabile magari capace di interfacciarsi direttamente con il nostro cervello. Dovrebbe però sostituire le connessioni elettriche con qualche tipo di trasmissione senza fili. Il cervello lo fa usando vari tipi di neurotrasmettitori ognuno specializzato e digitalmente codificato per agire solo sul proprio bersaglio. Mi sembra ovvio che usino anch’essi i fenomeni di trasmutazione. I chip elettronici “bionici” attualmente studiati nel tentativo di farli interfacciare con le cellule vitali, nervose o di altro tipo, mi sembrano concettualmente inadeguati.
Ciò costituirebbe la vera intelligenza artificiale in grado di interagire direttamente con il nostro cervello a formare tutt’uno con altri sistemi. Ben oltre la comunicazione globale di oggi: internet, telefoni cellulari,ecc. che normalmente usiamo. L’obiettivo finale è la connessione con l’universo. Finché non si farà qualche sostanziale progresso in questo senso, anche gli “UFO” dell’Area 51 resteranno nella loro condizione di letargo. Troppo audace? L’energia elettrica che adesso muove e fa vivere il mondo è nata osservando le insignificanti stranezze di una bacchetta di ambra.
Per concludere: le idee esistono, (da 50 anni), sono gratuite, aspettano solo di essere sviluppate, ( alla luce del sole e per la vita , non nelle profondità oscure dell’area 51 per preparare le guerre stellari perdute in partenza). E’ compito dei politici, imponendosi ai militari, informare con onestà, mettendo le nuove generazioni in condizioni di scegliere e crearsi con le proprie mani, il futuro incredibile a cui hanno diritto. Futuro che altrimenti arriverà presto dall’esterno.
In mancanza di preparazione, per la nostra piccola umanità egoista e scientificamente arretrata sarà traumatico e distruttivo.
Gli antichi greci scoprirono, oltre due millenni fa, che una piccola bacchetta di ambra: resina naturale, ( buon isolante elettrico come si é capito dopo), strofinata su un panno di lana asciutta, acquisiva la curiosa, magica, proprietà di attrarre piccoli corpi. Dal nome dell’ambra “electron” chiamarono il fenomeno”elettricità”. Il fenomeno tuttora ancora poco considerato, (anche nei libri di fisica occupa, sotto la denominazione di elettricità statica, uno spazio limitato), fino agli inizi dell’ottocento era rimasto poco più di una curiosità. In quegli anni (cito a memoria) diversi studiosi “meccanizzarono” il fenomeno realizzando macchine elettrostatiche in cui l’azione di strofinamento avveniva con dischi o cinghie rotanti. Per mezzo di esse si ottennero potenziali di migliaia di volt con relative spettacolari scintille. Fu scoperto che il “fluido elettrico” scorreva nei fili metallici, che si poteva isolarlo con materiali non conduttori ( facendogli fare percorsi obbligati) e che si poteva immagazzinarlo in speciali “bottiglie”. Oggi li chiamiamo condensatori. Diciamo che l’elettricità cominciava a diventare una cosa seria e tangibile. Anche se poi l’utilizzo era limitato a dimostrazioni tipo giochi di prestigio effettuati per i nobili, nei loro palazzi sfavillanti di centinaia di candele. La prima forma di illuminazione elettrica è iniziata casualmente da quelle precarie scintille oltre che dai lampi atmosferici.
L’ELETTRICITA’ DI VOLTA
Poi arrivò Alessandro Volta il quale realizzò la pila in grado di generare una corrente elettrica ossia un flusso continuo di elettricità. Consisteva in un disco metallico di rame a contatto con un disco di zinco con interposto un feltro inzuppato di acido. La reazione chimica, corrodendo lo zinco, dava come sottoprodotto, una corrente elettrica continua. Il potenziale era piccolo ( 1,5 volt ), e Volta per ottenere una tensione capace di dare una “scossa” potente alle persone, per convincerle si capisce, dovette mettere in colonna un grande numero di elementi . Da cui il nome di pila. L’invenzione della pila con il concetto di corrente elettrica, ossia di intenso flusso continuo di elettricità a basso voltaggio, che attraverso un filo metallico conduttore, poteva essere trasferita istantaneamente a distanza, assieme alla sua energia, aprì un mondo nuovo. Da notare che in quei tempi bui, l’energia più utilizzata era quella umana: (dei servi e degli schiavi). Neri o bianchi che fossero erano problematici da gestire e spostare perché andavano a piedi e se un agricoltore avesse avuto bisogno di mandarli in un suo campo poco lontano doveva rassegnarsi alla perdita di tempo dovuta al viaggio. In alcuni casi ci voleva più tempo per il viaggio che per il lavoro. (Succede ancora oggi). Adesso, due secoli dopo, miliardi di Watt “equivalenti a milioni di cavalli vapore”( in grado di fare il lavoro di milioni di uomini), generati nelle centrali elettriche, nucleari o di altro genere arrivano percorrendo, in una frazione di secondo, migliaia di chilometri per soddisfare i nostri bisogni (e i nostri capricci). I primi sviluppi si ebbero quando qualcuno scoprì che la corrente elettrica deviava l’ago di una bussola e che, quindi, generava un campo magnetico artificiale. Avvolgendo a bobina il conduttore (previo isolamento delle spire, altra invenzione basilare), questo campo poteva essere potenziato. La scoperta che un nucleo di ferro posta all’interno della bobina aumentava enormemente la potenza del campo magnetico (localmente migliaia di volte quelli naturali come quello della terra e dei minerali con proprietà magnetiche), mise a disposizione dei ricercatori e degli inventori il campo magnetico artificiale da cui sarebbe nata la tecnologia del ventesimo secolo. Il relè e il campanello elettrico con le sue estensioni: telegrafo e telefono; Dinamo, alternatori,motori elettrici,trasformatori, la radio marconiana,. Poi, con l’invenzione delle “valvole”la radio e la televisione. Infine con i transistor e i circuiti integrati. La televisione a colori, i computer con le loro infinite varianti e connessioni. Per non parlare delle grandi macchine per la medicina e le ricerche avanzate. Tutto si può far derivare dalla pila di Volta con il suo principio di “corrente elettrica” capace di trasferire, in modo fulmineo, fiumi di energia attraverso i continenti e dal campo magnetico artificiale che essa è in grado di generare.
L’ELETTRICITA’ DI GALVANI
Contemporaneo di Volta fu Luigi Galvani. illustre docente di biologia presso una delle migliori università italiane. Anche lui si interessò di elettricità, anzi i suoi studi precedettero quelli di Volta. Fra i due ci fu una lunga disputa: Volta sosteneva che l’elettricità era di natura esclusivamente fisica “artificiale” ed era generata dal contatto dei due metalli costituenti gli elettrodi. Galvani, basandosi su suoi esperimenti molto interessanti, sosteneva che era di natura “animale” ossia di origine biologica. Oggi lo chiameremmo un conflitto ideologico. Volta aveva ragione: il concetto di corrente elettrica ha conquistato il mondo e lo ha profondamente cambiato. Tuttavia aveva ragione anche Galvani: esiste senza dubbio anche l’elettricità animale ed è estremamente più raffinata della prima. C’è la stessa differenza fra una macchina elettrica per ottima che possa essere e un organismo vivente magari umile come una rana. Ho nominato la rana perché Galvani le usava per i suoi esperimenti. Averli praticamente ignorati per 200 anni non fa onore alla scienza ufficiale. Dunque il prof. Galvani, durante i suoi studi di biologia aveva notato che delle rane, morte, scorticate e divise a metà, (utilizzava la parte inferiore), appese ad un filo metallico, avevano un guizzo ogni qualvolta, mosse dal vento, toccavano la sottostante ringhiera anch’essa metallica. Il fenomeno durava per oltre 6 ore dopo la morte delle medesime. Si contraevano anche quando nella zona cadevano i fulmini , (il primo radioricevitore della storia). Ne concluse che esisteva una elettricità animale. Volta asserì che le rane erano semplici rivelatori (e non generatori di elettricità) e che essa si manifestava per il contatto stabilito dalle rane fra il metallo del filo a cui erano appese e quello della ringhiera (di un metallo diverso). A dimostrazione fece guizzare le rane toccandole con un compasso bimetalico. La scienza si sdebitò con Galvani chiamando galvanometri i rivelatori di cariche elettrostatiche. (Non mi spiego perché sono denominate correnti galvaniche quelle che si formano nelle navi per reazione elettrochimica fra le eliche di bronzo e lo scafo di ferro. A mio parere è un fenomeno esclusivamente voltaico, del tutto estraneo e quasi offensivo riferito alle idee raffinate di Galvani).
LA DIFFERENZA FRA L’ELETTRICITA’ DI VOLTA E QUELLA DI GALVANI
Abbiamo visto che la pila è un generatore di corrente, (altro non sa fare), e che detta corrente, a mezzo di conduttori adeguati e isolati può essere trasferita istantaneamente per essere utilizzata a distanza. L’elettricità e l’elettronica hanno avuto, specie negli ultimi decenni, sviluppi stupefacenti quasi incredibili. Però ogni apparecchiatura è un insieme di componenti: una sorgente di energia (pila, generatore o altro, un circuito costituito da conduttori isolati, interruttori e controlli vari, infine un sistema utilizzatore: lampada, motore, computer,o qualsiasi altro sistema elettrico. Se chiamiamo un ingegnere elettronico progettista e gli diciamo di costruirci un computer monocomponente (ossia senza far uso di alimentatori, pile, conduttori, interruttori, tastiere e attacchi di nessun genere), lo vedremmo probabilmente scappare di corsa. Eppure la natura fa queste cose da sempre e anche per gli organismi viventi più insignificanti. Nelle ultramicroscopiche cellule vive è tutto integrato: alimentatore, utilizzatore, oltre ai programmi vitali: di sviluppo, di riparazione e riproduzione, di recupero oltre che di eliminazione ecologico dei rifiuti. In dette cellule, specie in quelle nervose, l’elettricità ha un ruolo essenziale. Ma dov’è la pila? Dove sono i fili? (Il cuore,quando è sano, non ha pile, eppure genera impulsi elettrici). Qui c’è un mondo da scoprire e Galvani l’aveva intuito. Per non parlare, di alcuni pesci in grado di generare scariche elettriche potentissime, (dell’ordine di centinaia di volt e di watt, per difendersi, paralizzare le prede ed esplorare l’ambiente).
Fenomeni di cui la nostra tecnologia, non sapendoli spiegare né riprodurre, preferisce non parlare. Di questi pesci doveva parlare Galvani, non solo di rane, sarebbe stato più convincente.
Partendo dal fatto che la natura è in grado di produrre, in modo validissimo, seppur misterioso, elettricità, a livello cellulare dobbiamo necessariamente concludere che usa sistemi “nanotecnologici” in cui la “pila” è integrata con il circuito utilizzatore, che a sua volta comprende il complesso programma vitale da svolgere nel tempo. Nelle pile la corrente elettrica è il sottoprodotto di una reazione chimica autodistruttiva: (dopo un po’ si scaricano e diventano rottami estremamente inquinanti). La natura non sa che farsene di un sistema così precario, ingombrante e scadente. Sfrutta fenomeni ben più efficienti, raffinati e reversibili. Purtroppo non li conosciamo. Possiamo, però, cominciare a immaginarne i vantaggi.
Intanto la natura, integrando tutto, ha eliminato i cavi, dotando inoltre ogni cellula del suo nanoalimentatore, le ha isolate “galvanicamente” le une dalle altre. (Nei vecchi apparecchi tv un capo della rete elettrica, per risparmiare il costoso trasformatore, era collegato a massa, ciò impediva il collegamento di apparecchiature che, in mano degli utenti, sarebbero risultate collegate anch’esse, pericolosamente, alla rete). I nanocircuiti cellulari, invece, autoalimentati e isolati fra loro, garantiscono evidenti vantaggi di versatilità nella realizzazione dei complessi circuitali. In un normale microprocessore, sia pure dotato come il “pentium” di 50 milioni di transistor, essi sono tutti legati ad un polo di alimentazione (di solito quello collegato alla massa). La polarizzazione di detti transistor sono, infine, determinati al momento della realizzazione e tale rimane per sempre. La natura dotando ogni transistor del suo alimentatore isolato lo ha reso molto più versatile e capace di interagire indipendentemente con tutti gli altri. Sono sicuro che la natura non si è limitata a ciò: Assembla e disattiva all’istante a seconda delle necessità, i circuiti integrati biologici cambiando la polarizzazione: ( da pnp a npn) dei singoli transistor che li compongono e, di conseguenza, il loro modo di funzionamento e di interazione: (possono funzionare pure a rovescio). Li distrugge quando non servono più, recuperando il possibile, ed eliminando il resto con le scorie liquide organiche. Come dire che ogni cellula vivente è un computer in continua trasformazione con il suo programma e la sua fonte indipendente di energia: (nanopila). Anche il cervello è in continua trasformazione pur nella sua immensa complessità. Parlerò di ciò più avanti. Cerchiamo ora di capire qualcosa sulla fonte di energia che rende possibile la vita delle cellule e relative proprietà elettriche e chimiche.
L’EFFETTO KERVRAN
Correntin Louis Kervran (1901-1983) scoprì fin dal 1935 che gli organismi viventi erano capaci di sfruttare, oltre alle normali reazioni chimiche, (fenomeni esclusivamente elettromagnetici), tutta un’altra serie di straordinari fenomeni in cui avveniva la trasmutazione di un elemento chimico in un altro. Nonostante avesse provato in modo inoppugnabile le sue osservazioni fu sempre osteggiato dalla scienza ufficiale sostenitrice del dogma che ogni elemento ha caratteristiche chimiche immutabili: le uniche trasmutazioni conosciute e ammesse erano quelle connesse al decadimento radioattivo ed alle reazioni nucleari violente delle armi atomiche e delle stelle.
L’ingegnere e biologo Kervran ha dimostrato, invece che in natura, le trasmutazioni biologiche sono all’ordine del giorno. Esse, (come dicevo già in un mio articolo che inviai a “LE SCIENZE” nel 1974 in cui illustravo il mio modello di atomo MHD, che pure realizzai con mezzi di fortuna, sono alla base del funzionamento delle cellule nervose che molti medici tendono erroneamente a considerare come “impianti elettrici” e di tutti i fenomeni che sono alla base dei meccanismi della vita. Nonostante Kervran abbia fatto un immenso e incontestabile lavoro l’argomento è appena impostato. Gli elementi implicati più a fondo sono quelli più utilizzati negli organismi viventi. Le trasmutazioni più imponenti sono opera di microrganismi che agendo fin dalle più antiche ere geologiche hanno preparato, in miliardi di anni, (assemblando e trasmutando gli atomi di elementi adatti), lo scenario della vita. Miliardi di anni fa la Terra era un pianeta inospitale per la vita come oggi la conosciamo. (Molto peggio di Venere o Marte, era una palla di lava caldissima attorniata da mari acidi e gas velenosi). Pochi microrganismi e poche forme vegetali vivevano sul pianeta. Erano comunque già in grado di trasmutare, sfruttando le loro energie biologiche intrinseche, gli elementi primitivi per “creare” quelli favorevoli alla vita superiore E, in maniera evoluta, ancora continuano: si stima che su 100 chilogrammi di materia vivente 90 siano costituiti da microrganismi, 9 da organismi superiori complessi. La massa umana, ammonta all’uno per cento. E non potrebbe esistere né sopravvivere se non fosse sostenuta dal substrato microbico in parola. Anche se la scienza, praticamente, ignora i fenomeni, si deve alla loro remota azione l’esistenza di un’atmosfera ricca di ossigeno, (con il sequestro dell’eccesso di carbonio sotto forma di carbone e di idrocarburi fossili che ora stiamo sconsideratamente liberando). Nelle ere geologiche questi infiniti processi hanno cambiato l’atmosfera, i mari e le montagne. Formato la barriera e le isole coralline, inventato la funzione clorofilliana e tutte le altre reazioni, più evolute, alla base del funzionamento degli organismi superiori. Sicuramente, operando tuttora, anche all’interno del nostro intestino, fabbricano giornalmente,sempre con le trasmutazioni, le materie prime e i semilavorati per far funzionare la nostra complessa macchina vitale. Questi semilavorati, trasportati dal sangue in tutte cellule, garantiscono, in una seconda trasmutazione, la costruzione dei nanosistemi delle cellule stesse e quel surplus di energia necessario ad alimentarle. Come dire che la natura con la TRASMUTAZIONE, oltre a costruire all’istante i “transistor” che formano le cellule fornisce ai loro componenti ( collettore-base-emettitore), la carica elettrica per farli funzionare. Immediatamente dopo, con una trasmutazione diversa, la polarità dei transistor si inverte e si ha un altro impulso in senso contrario. Naturalmente queste sono idee da sviluppare e controllare. Si capisce comunque che un computer del genere essendo a funzionamento reversibile ha potenzialità ben superiori a quelli elettronici noti. Ogni cellula, infatti, come già accennato, essendo galvanicamente isolata ed energeticamente autosufficiente, è libera di collegarsi selettivamente, come un telefono cellulare , con tutte le altre, a mezzo di segnali impulsivi: i neurotrasmettitori. Appunto senza fili e senza circuiti.
LE TRASMUTAZIONI PIU’ NOTE
Mi limiterò a qualche esempio: il potassio aggiunto all’idrogeno si trasmuta in calcio. (Alcuni autori, ipotizzano, con l’emissione di un neutrino). Continuando: il magnesio aggiunto all’ossigeno si trasmuta in calcio. Il silicio aggiunto al carbonio si trasmuta ancora in calcio. Il magnesio più calcio meno ossigeno dà il potassio. Fluoro più carbonio dà ancora il potassio. Potassio meno carbonio dà il fluoro, ecc. Io sono solo un dilettante e non sono in grado di sviluppare argomenti di questa portata, gli interessati possono, comunque, documentarsi consultando le numerose opere dell’autore di queste scoperte: Kervran. Personalmente non le conosco lessi le prime notizie in merito su un articolo pubblicato sull’ EUROPEO negli anni 60 e, adesso, su internet. La scienza ufficiale nega le trasmutazioni biologiche , contro l’evidenza, affermando che la barriera di potenziale che circonda i nuclei atomici impedisce la loro fusione. Anche se poi ammette l’effetto tunnel e i fenomeni quantistici. All’atto delle trasmutazioni (innescate da enzimi, ormoni ecc.), si hanno movimenti di particelle: quasi certamente neutrini, elettroni (probabilmente di energia più alta di quelli normali di valenza e di conduzione), elioni, e altre.
Di mio aggiungo che tutti questi fenomeni producono anche elettricità: le già menzionate nanobatterie, nonché le giunzioni semiconduttrici costituenti le membrane delle cellule. Come già accennato questi circuiti sono estremamente più versatili di quelli elettronici perché sono autoassemblanti e reversibili nonché autodissolventi. Ripeto che i nanoelementi, all’atto della loro “creazione”, hanno anche, in maniera congenita, una carica energetica elettrica e chimica capace di farli aggregare e funzionare come transistor amplificatori. Svolta la funzione ritornano nelle condizioni iniziali pronti per ricominciare. Come dire che sono, anche, nanobatterie ricaricabili. Personalmente sono interessato a questi fenomeni: e ne parlo nei miei limiti di autodidatta perché, mi sembra, che nessuno li abbia ancora direttamente collegati alle trasmutazioni in parola.
IPOTESI SUL MECCANISMO DELLE TRASMUTAZIONI.
Come già accennato, il fenomeno delle trasmutazioni biologiche, ( anche se i fisici e i chimici non se ne sono ancora accorti), è iniziato miliardi di anni fa con l’apparizione sulla terra dei primi microrganismi. Alcuni di essi sono sopravvissuti fino a oggi e li abbiamo trovati in fondo all’oceano presso le bocche eruttive dei vulcani sommersi. Vivono tranquillamente sottoposti a spaventose pressioni, in acque bollenti (centinaia di gradi C.), nutrendosi con reazioni misteriose dei sali e dei minerali tossici in esse disciolti. In miliardi di anni hanno colonizzato il pianeta primordiale, rendendolo adatto ad ospitare e nutrire la vita nelle sue forme più evolute. Continuano, dopo essersi anch’essi evoluti, la loro incessante opera fertilizzando i campi (reintegrandone i nutrienti), infine, digeriscono i rifiuti, compresi quelli più nocivi, purificano e rinnovano, assieme alle piante, l’atmosfera.
CRAIG VENTER il padre del genoma umano (la notizia è di questi giorni), pensa di dare una mano alla natura creando con l’ingegneria genetica, dei microrganismi capaci di salvare la terra dall’inquinamento gravissimo che la minaccia. La natura ha impiegato miliardi di anni per crearci “la casa”: i fisici e i chimici in poco più di un secolo, (il secolo della chimica), l’hanno saturata di sostanze inquinanti e velenose. Materie plastiche, veleni e concimi usati in agricoltura, plutonio, uranio ,metalli pesanti, pcb, petrolio, fumi e gas distruttori dell’atmosfera, tutto contribuisce a distruggere il mirabile e delicato sistema biologico delle trasmutazioni ossia “l’incubatrice” che condiziona la nostra sopravvivenza. Si capisce che è indispensabile rallentare urgentemente l’inquinamento per dar modo al sistema di riprendersi. Ancora più necessario studiare questi processi, per trovare altre soluzioni, anche alla maniera di Venter.
IL SECOLO DELLA CHIMICA:
Nel secolo della chimica, senza preoccuparsi della loro durata e di dove andavano a finire, gli scienziati hanno realizzato centinaia di migliaia di nuove molecole e prodotti sostanzialmente estranei e tossici per la vita. Alcuni di essi: le scorie radioattive, sono praticamente eterne, altre durano secoli. Sono state disperse su tutta la superficie terrestre, negli oceani, nell’atmosfera, perfino nello spazio. ( Il pubblico si preoccupa dei pericoli delle centrali nucleari, non sa, naturalmente, dell’esistenza di altre mini centrali nucleari in orbita sulla sua testa). Realizzate per alimentare i satelliti militari, (che posizionati su orbite basse non possono usare pannelli solari per l’attrito con la stratosfera), usano l’energia nucleare di un paio di chili di plutonio, per generare con una pila termoelettrica, l’energia necessaria ai loro radar e alle loro apparecchiature elettroniche. Furono descritti da Scientific American, agli inizi degli anni 90 quando frammenti di un tale satellite russo contaminarono interi stati canadesi, fortunatamente quasi disabitati. I più diffusi di tali micidiali generatori erano stati messi a punto dall’Unione sovietica e poi venduti in gran numero anche alla concorrenza. (garanzia formidabile: erogazione di energia e di radiazioni letali per i prossimi 24000 anni). Ci vuole poco a immaginare che ne siano caduti altri visto che all’epoca se ne stimavano in orbita da 60 a 90. Naturalmente venivano monitorati e quando tendevano a perdere velocità, si cercava di farli cadere negli oceani. (Il mese scorso l’America ha abbattuto in volo un veicolo spaziale fuori controllo, (sacrificando un missile dello scudo spaziale, quanti generatori del genere conteneva)? Dopo gli anni 90, azionando il loro razzo di riserva, (quando funzionava), si è iniziato ad accelerarli mandandoli in un orbita molto più alta, (950-1000 Km), dove dovrebbero “ in sicurezza” girare nei secoli. Quanti sono? Non potrebbero scontrarsi con un meteorite? Con quali conseguenze? Purtroppo la gente vede l’immondizia solo quando sta davanti casa sua. Non ha idea del pericolo di quella sospesa sulla sua testa.
IPOTESI DI BASE SULLE TRASMUTAZIONI BIOLOGICHE.
Gli uomini sono figli delle stelle, (gli elementi chimici costituenti il loro corpo sono stati sintetizzati dalle reazioni nucleari estreme delle stelle di prima generazione), E’ alle stelle che dobbiamo guardare per cercare l’ispirazione di nuove idee. Osservando il sistema solare, abbiamo capito che l’atomo poteva essergli assimilato: il sole poteva essere paragonato al nucleo, i pianeti, al complesso degli elettroni nelle loro orbite. Ma nell’universo ci sono anche sistemi con due soli, anche con tre. Per gli atomi potrebbe valere lo stesso discorso. In tali configurazioni possiamo attenderci che gli elettroni (pianeti) più interni siano esclusivamente legati al proprio nucleo (sole), mentre quelli più esterni e lontani si muovano su un’orbita comune (probabilmente strana e deformata), comprendente e delimitante tutto il sistema. Le reazioni chimiche normali e le forze di coesione, (anche la conduzione ossia la corrente elettrica), tecnicamente dipendono dallo strato elettronico più ESTERNO. Le trasmutazioni potrebbero essere il risultato di fenomeni classificabili come “CHIMICI DEL NUCLEO (o ALCHEMICI” visto che il termine esiste), di atomi “binari” o “ternari” suscettibili di essere dissociati (o associati), con l’implicazione dell’energia degli elettroni dello strato immediatamente sottostante a quello esterno di valenza. Ciò potrebbe rendere possibile l’esistenza, per alcuni elementi di una “chimica nucleare” capace di consentire la riorganizzazione e conseguente trasmutazione dei loro sistemi atomici. Come dire che all’interno di alcuni atomi, che potremmo considerare quasi aggregazioni molecolari BISTABILI, esistono legami che possono essere allentati o rinforzati con emissione o assorbimento di energia ( e particelle come neutrini, elettroni, elioni,ecc.). Le trasmutazioni sarebbe semplicemente il risultato di questi arrangiamenti. Nelle cellule vive il fenomeno sembra essere condizionato dagli enzimi, dagli ormoni forse dai neutrini. Comunque anche nelle normali reazioni nucleari l’uranio U235 non si spezza a caso, ma seguendo precise leggi fisiche. Come se anche tale atomo fosse composto da due pezzi con linea di frattura predeterminata. Come è noto tale scissione è causata dall’incidenza di un neutrone, ( il processo coinvolge poi tutta la massa, perché ogni atomo spezzato genera due neutroni innescando per effetto valanga, la distruttiva reazione a catena). L’uomo manipolando le orbite dell’ultimo strato elettronico ha creato il mondo della chimica con emissione o assorbimento di energia (elettromagnetica) sotto varie forme. La natura interessando gli strati elettronici interni di alcuni atomi (operazioni implicanti un livello energetico più alto), semplicemente e silenziosamente, li trasmuta. Per realizzare i complessi sistemi degli organismi viventi. Potrebbe spiegare anche la “fusione fredda”.
I SISTEMI ELETTRICI NATURALI
Abbiamo già detto che la natura non disponendo di conduttori isolati e di generatori di energia elettrica ha dovuto risolvere i problemi in modo completamente diverso. Il fenomeno elettrico più impressionante è il fulmine, non per niente considerato attributo della divinità, si manifesta fra le nuvole temporalesche e la terra, (anche fra nuvola e nuvola), quando la differenza di potenziale fra di esse, milioni o miliardi di volt riesce a perforare l’atmosfera isolante. Gli studiosi hanno scoperto che la scarica avviene attraverso una traccia ionizzata che si forma gradualmente, immediatamente prima, (può essere innescata anche da un raggio laser ionizzante). Non è ancora del tutto spiegata l’origine della imponente carica elettrica. Finora si cercava di spiegarla come conseguenza delle turbolenze dei chicchi di grandine all’interno della nuvola, un fenomeno assimilabile a quelle delle macchine elettrostatiche a strofinio. Attualmente lo si spiega come conseguenza delle particelle cariche del vento solare che, sotto l’azione del campo magnetico della terra si dispongono a strati nella stratosfera. Si è osservato che, dopo le tempeste solari tali particelle cariche hanno tanta energia da paralizzare e distruggere i sistemi elettronici e satellitari alla base delle nostre comunicazioni. Fortunatamente in modo sorprendente il sistema si rinormalizza nel giro di un giorno circa. E’ stato osservato dai satelliti che ciò avviene in quanto l’elettricità in eccesso viene trasferita, in modo istantaneo, (effluvi) alle nuvole sottostanti. Silenziosi e spettacolari sono “valanghe” di elettricità, che trasferiscono l’eccesso di cariche alle nuvole, ( giganteschi condensatori), consentendo loro con i fulmini, di svolgere la loro funzione. A quanto si sta scoprendo, i fulmini, sono implicati in maniera essenziale, nei meccanismi remoti e attuali della vita sulla terra. La natura, anche in questi fenomeni, da par suo, genera e usa l’elettricità, senza fili e senza generatori, a favore della vita. Non sappiamo neanche immaginare i particolari.
CONSIDERAZIONI SUI FENOMENI ELETTROBIOLOGIC I
La pila di Volta, (anche le altre), generava un flusso elettrico come sottoprodotto della reazione chimica dell’acido sullo zinco, dopo un po’ si esauriva trasformandosi in un rifiuto estremamente inquinante. La corrente medesima aveva bisogno di sistemi di conduttori isolati formanti un circuito chiuso, andata e ritorno. La natura ha utilizzato l’elettricità realizzando delle nanopile i cui elettrodi sono costituiti da singoli atomi, che nell’atto di trasmutarsi si ritrovano in modo “pulito” caricati elettricamente. Formando con essi “transistor” si ottengono nanocircuiti autoalimentati. All’esaurirsi della carica possono essere “ricaricati” invertendoli e trasmutandoli ancora in atomi diversi. I normali transistor e circuiti integrati hanno polarità determinata all’atto della fabbricazione e funzionano solo se alimentati da una fonte esterna di elettricità. Hanno quindi dei limiti, quelli naturali sono molto più versatili: (creati e disfatti all’istante con polarità e funzionamento reversibile) sono molto più creativi oltre che non inquinanti in quanto degradabili.
Si può capire bene che un simile sistema deve essere assolutamente sicuro di avere sempre a disposizione gli atomi necessari allo svolgimento del processo. Come una fabbrica di automobili si contorna di altri produttori per non farsi mai mancare i componenti come gomme, batterie, accessori elettrici ecc. anche gli organismi viventi complessi si sono assicurati l’aiuto e la collaborazione di altri organismi più semplici, meno esigenti e capaci di sopravvivere in condizioni difficili. Limitando il discorso all’uomo, la produzione delle materie prime semilavorate da utilizzare poi nei processi vitali delle cellule, (principalmente atomi da trasmutare), viene effettuata dalla flora intestinale che tutti ospitiamo. ( Ciò presuppone in loco una complessa struttura nervosa dedicata). Può sembrare incredibile, lo ammetto, ma se i microrganismi hanno creato una cosa immensa come l’ecosistema terrestre (e tuttora lo sostengono): perché non potrebbero, continuando l’opera da essi iniziata fin dalle più lontane epoche geologiche, prepararci ancora adesso, il carburante della vita? Perché altrimenti ospitare per tutta l’esistenza, popolazioni di centinaia di miliardi di microrganismi nel nostro intestino? La natura non fa nulla per caso. Gli elementi oggetto di trasmutazione sono sempre gli stessi: calcio, magnesio, potassio ,silicio, carbonio, ossigeno, fluoro, sodio, idrogeno, ecc. E sono presenti ovunque: le galline utilizzano il silicio per trasmutarlo in calcio quando devono fare i gusci delle uova, gli agricoltori utilizzano empiricamente il fenomeno, coltivando certe piante, per far “riposare” e ricostituire la fertilità dei campi senza concimi, sfruttando la naturale attività biologica dei microrganismi contenuti nei fertilizzanti biologici. (La natura usa tranquillamente gli escrementi sparsi dagli animali per raggiungere i suoi fini. Qualche volta, anzi, come nell’ influenza aviaria, è un po’ troppo efficiente).
EFFICIENZA ENERGETICA DELLE TRASMUTAZIONI
Un essere umano vive benissimo consumando 2000 calorie nelle 24 ore. (Un ragazzo in crescita o un operaio che fa lavori pesanti un po’ di più, naturalmente). Però con tale quantità di energia: (un bicchiere di benzina), si regge in piedi, cammina, corre, lavora,studia, pensa, facendo funzionare tutti i suoi organi, compreso il cervello e il cuore che batte almeno una volta al secondo spingendo il sangue per tutto il corpo. Mantiene, inoltre, (e solo per questo dovrebbe consumare più energia di quella di cui dispone), costante la temperatura, tiene in efficienza tutti gli organi, li rinnova in continuazione, li guarisce se si ammalano: (il medico, quando è valido può solo aiutare a guarire, con medicine o tagliando qualche pezzo malato non indispensabile). Anche la voglia di vivere e di riprodursi richiede la sua parte di energia. Domanda ineludibile da dove viene questa energia? Con un bicchiere di benzina il mio tagliaerba funziona 15 minuti e taglia pochi metri quadri di prato. Io ci vivo e lavoro per un giorno intero. E’ evidente che la vita si basa su altri processi che vanno oltre la chimica pura e semplice, per attingere ad un livello superiore. Se pensiamo poi che ogni cellula e ogni organo ha le sue esigenze e i suoi meccanismi di funzionamento (tipo il cervello), che tutto deve essere coordinato e controllato e che l’insieme sopravvive con una alimentazione ridottissima e, per un tempo limitato, addirittura senza alimentazione, (il tosaerba appena finisce la benzina si ferma) dobbiamo concludere che la vita è capace di utilizzare (e recuperare), energie che non conosciamo. Anche quelle preparate dai microrganismi contenuti nel nostro intestino.
( Proprio oggi ho sentito dalla televisione che una mucca produce, nel suo intestino sempre grazie ai microrganismi contenuti, anche 480 grammi di metano al giorno). Probabilmente il rendimento di questi processi è “moltiplicato” dalla reversibilità dei fenomeni che permette di recuperare, istantaneamente, buona parte dell’energia in gioco. Come se il tosaerba avesse un sistema capace di ritrasformare l’anidride carbonica emessa in altro tipo di carburante. (La natura, comunque, in tempi lunghi, per mezzo della funzione clorofilliana e con l’ausilio della luce solare, lo fa: l’anidride carbonica atmosferica libera l’ossigeno e ridiventa carbone: cibo o legna, ossia energia riutilizzabile sotto altra forma e aria salubre). Gli esseri viventi, evidentemente, simile recupero lo fanno istantaneamente. Qualcosa di simile al gas del frigo che viene continuamente compresso ed espanso per trasportare il calore e l’energia. Nei sistemi biologici la natura usa tutta una serie di trasmutazioni atomiche integrate e complementari per far funzionare, a circuito chiuso, i suoi mirabili sistemi.
Un articolo di Alessandra Viola, pubblicato su “L’Espresso” del 13 agosto 2008, inizia così: “ da decenni in tutto il mondo si scommette sul biodiesel cioè sui carburanti ottenuti da fonti vegetali da utilizzare in alternativa al petrolio…. Hanno il vantaggio di non aumentare il livello di anidride carbonica nell’atmosfera perché le piante per crescere devono assorbire carbone atmosferico nella stessa quantità di quello emesso. Hanno però l’insopportabile inconveniente di sottrarre terreno coltivabile all’agricoltura alimentare. Fortunatamente si è scoperto che questa funzione può essere svolta con rendimenti straordinari da certi tipi di alghe microscopiche. Queste coltivazioni condotte anche in Italia dall’Enea, in acque anche non pulite, crescono rapidissimamente assorbendo grandi quantità di anidride carbonica producendo alla fine del processo una sorta di fango verdastro contenente dal 30 al 50 per cento di lipidi (grassi) combustibili. Il processo produce anche idrogeno”. L’articolo continua così: “per fare un raffronto, le microalghe hanno una resa in termini energetici quattro volte superiore alla canna da zucchero, dieci volte superiore all’olio di palma e addirittura 45 volte superiore all’olio di colza, che molti italiani già usano per riempire il serbatoio delle loro auto…..Con le coltivazioni di alghe si possono produrre ogni anno 30 tonnellate di biodiesel per ettaro, a fronte delle sei che si ricava da una corrispondente estensione coltivata a palme da olio e dell’unica tonnellata ottenuta coltivando colza…..Il processo si può realizzare su terreni desertici o comunque scadenti, cattura anidride carbonica, produce una grande quantità di biocombustibile immediatamente utilizzabile oltre a ossigeno. Produce anche, grazie alla fermentazione causata da microrganismi, idrogeno, (da 5 a 20 metri cubi per metro cubo di materiale residuo), anch’esso pronto all’impiego. Sono affermazioni quasi incredibili, anche se fossero attendibili solo in parte, si possono spiegare solo con l’azione dei microrganismi (batteri o alghe), alla base delle trasmutazioni biologiche che, come già esposto, dall’origine dei tempi, (quando hanno preparato la nostra “casa” accogliente, sintetizzando anche il petrolio), lavorano tuttora per noi facendo funzionare con mirabile incredibile efficienza il nostro corpo e il nostro mondo. E’ assolutamente necessario ripudiare le vecchie idee avanzando nuove teorie per scoprire dettagliatamente come agiscono, magari modificarli, e farli lavorare per la vita. Sono sicuramente in grado di risolvere anche i nostri problemi energetici.
PRIME IPOTESI SULLE CELLULE NERVOSE
Come già accennato all’origine c’è la produzione da parte della flora intestinale (con trasmutazioni che potremmo definire “di tipo primario”) di elementi dotati di una nanocarica elettrica e chimica in grado, una volta trasportati dal flusso sanguigno, di organizzarsi per formare, alimentare e far funzionare, con una serie di trasmutazioni “secondarie”, l’insieme delle cellule localizzate in tutto l’organismo. Mi limiterò a parlare delle cellule nervose, di cui, studiando i sintomi di un mio recente infortunio, mi pare di aver capito qualcosa. La fibra nervosa è una struttura tubolare di svariate dimensioni, (a seconda delle funzioni). Non disponendo di buoni conduttori la natura l’ha elettrificata circondandola di una “nuvola elettrizzata”, ripetendo il sistema circuito aperto delle nuvole atmosferiche già descritto. Nell’atmosfera l’elettricità viene fornita dal sole, nel sistema nervoso dal flusso continuo di atomi trasmutanti, dotati della loro carica elettrica congenita. Entrambe le “nuvole” in parola sono dei condensatori continuamente ricaricati. (Anche i nostri apparecchi elettronici, del resto, non sono alimentati direttamente dalla rete, ma dalla elettricità immagazzinata dal dielettrico isolante del condensatore di alimentazione continuamente rifornito di elettricità, dagli impulsi rettificati della rete medesima). La parete tubolare dei nervi ha caratteristiche di semiconduttore e racchiude un “midollo” interno di elementi anch’essi trasmutabili. I ricercatori parlano di una pompa Sodio-Potassio avente la funzione di spingere (pompare) gli elementi in parola attraverso la parete dei nervi. E’ più semplice pensare che l’elemento interno cambi per TRASMUTAZIONE e non perchè “pompato” dall’ambiente esterno. Necessariamente anche gli atomi contenuti all’interno del nervo sono trasmutabili. L’impulso di comando che li “accende” (come la scintilla di accensione dei motori a scoppio), ha origine nel cervello. Il fenomeno impulsivo si propaga, lungo l’asse nervino, come il fuoco in una miccia, ovviamente può propagarsi solo in avanti, fino al bersaglio, es. un muscolo che provvede, poi, ad assorbire e utilizzare i residui con ulteriori trasmutazioni complementari. E‘ probabile che l’ultima trasmutazione produca il calcio che poi finisce immagazzinato nelle ossa. Passato l’impulso il sistema, attingendo energia e atomi dalla nuvola elettrizzata esterna, ritorna quasi istantaneamente alla condizione iniziale. La relativa trasmutazione avviene nell’attraversamento della membrana del nervo in parola. Riassumendo: le nuvole elettrizzate con i fulmini danno energia alla terra, le nuvole che circondano i nervi, forniscono alla stessa maniera, energia ai medesimi.. Naturalmente, partendo dalle conoscenze già acquisite, i dettagli sono tutti da studiare. In tale contesto il nervo non è un semplice conduttore dell’impulso ma una catena ininterrotta di amplificatori coassiali che si attivano in successione attingendo energia dalla nuvola esterna alla fibra. E’ come se in un cavo oceanico che ha bisogno di molti amplificatori di linea ( per compensare le attenuazioni), quest’ultimi venissero alimentati localmente, attingendo l’energia dall’acqua salata con pile formate da coppie di piastre rame zinco. Nei sistemi biologici l’energia è sempre generata dalle trasmutazioni. I principi di funzionamento e i nano-fulmini (compresa anche la componente acustica), connessi a questi fenomeni potrebbero essere estesi al funzionamento del DNA. Me lo suggerisce l’aver ascoltato, qualche mese fa dalla televisione, un crepitio registrato da un ricercatore che lo ha definito: la voce del DNA. Come dire che anche il DNA UTILIZZA LE TRASMUTAZIONI CON RELATIVI NANO-FULMINI. Della possibilità offerta dalle trasmutazioni di costruire transistor reversibili e dalle caratteristiche variabili si è già accennato. Questi fenomeni sono alla base del funzionamento, con opportune varianti, di tutte le cellule viventi. Raggiungono il massimo della complessità nel sistema nervoso e nel cervello. Le energie implicate nelle trasmutazioni non sono solamente elettromagnetiche ma nucleari. Se è esatta l’ipotesi degli atomi binari possiamo spiegare la loro maggiore energia ed efficienza con l’utilizzo dei “più veloci” elettroni interni. Seguendo lo schema dell’atomo MHD essi trasportano oltre alla carica elettrica (campo elettromagnetico ed energia chimica), anche energia MHD (e connesso campo gravitazionale). Sono ipotesi ardite ma la natura va sempre oltre le nostre supposizioni. Quasi inutile aggiungere che la natura utilizza i descritti fenomeni integrandoli a “cascata” secondo i suoi bisogni e fini secondo una insuperabile tecnologia digitale. Anche la contestata fusione fredda potrebbe appartenere a questa classe di fenomeni.
CENNI SULL’ATOMO MHD
Nei primi anni 70 elaborai un modello di atomo gravitazionale in cui la MHD aveva un ruolo fondamentale. (Non è stato mai preso in considerazione ma mi accontento di sentirmi in buona compagnia: Galvani è stato ignorato per due secoli, Kervran per 60 anni almeno). Sono comunque sopravvissuto. Procediamo. E’ noto che la MHD frena, assieme alla gravità ad essa associata, la dispersione dell’energia generata nei nuclei stellari. I fisici stimano che, nel sole, essa impieghi centomila anni per procedere dal centro alla superficie, dove arriva “raffreddata” ai 6500 gradi circa della fotosfera. Il mio modello atomico era qualcosa di simile: anche esso era un sistema gravitazionale, in cui l’altissima energia del nucleo veniva contenuta e compressa dal sistema MHD ad esso integrato. (Sostanzialmente una cavità sferica risonante con il nucleo centrale avente funzione di “eccitatore” e gli elettroni, in varie orbite integrate nel sistema, a formare la “parete riflettente”. (A più strati). Come i filtri a cavità usati in radiofrequenza. Con la differenza che funzionavano in MHD: ossia che le onde sferiche stazionarie erano MHD e non elettromagnetiche. Negli avvallamenti fra dette onde girano (come solitoni), gli elettroni. Ritornando all’atomo normale e limitando il discorso ai suoi aspetti e fenomeni esteriori, nel tentativo di illustrarlo con un po’ di fantasia, possiamo paragonarlo al pianeta Saturno dove vediamo che esso è attorniato dal suo corteo di anelli. Come l’atomo dai suoi sistemi elettronici. Detto pianeta, come pure l’atomo, è assimilabile ad un motore elettrico, in cui il magnetismo planetario costituisce il campo; i microsatelliti che girano negli interspazi fra gli anelli: i conduttori del rotore; le microparticelle elettrizzate degli anelli: il circuito di alimentazione, ( le spazzole). L’energia di alimentazione viene fornita dal campo elettrico, di origine solare, che attornia il pianeta. Ricordo che la differenza di potenziale fra la superficie e lo spazio era di oltre 5000 volt. L’atomo da me descritto era simile. Il nucleo con il suo campo magnetico svolgeva la funzione di induttore: STATORE, gli elettroni: i conduttori dell’INDOTTO rotante. Detti elettroni erano obbligati a seguire precise orbite perché inseriti in un sistema di onde stazionarie MHD irradiati dal nucleo. Esse costituivano le SPAZZOLE alimentanti il rotore. Gli elettroni, oltre a costituire i fili elettrici dell’indotto, possono essere considerati SOLITONI in movimento fra gli avvallamenti delle onde MHD in parola. Tutto l’insieme in un sistema essenzialmente gravitazionale tenuto unito dalla MHD. Il sistema, essendo sostanzialmente una cavità risonante è, chiuso, per principio. Ed è per questo che è capace di contenere quasi totalmente e perfettamente l’energia del nucleo.
Solo nelle accelerazioni/decelerazioni e nei cambi di direzione, l’atomo, deformandosi, manifesta esternamente fenomeni gravitazionali “indotti”: l’inerzia, l’effetto giroscopico e altri che la scienza collega alla “massa”. Dopo la deformazione, l’atomo, trova un nuovo equilibrio ed è per tale motivo che tende a conservare il suo nuovo stato di moto o di quiete relativa. Identica deformazione viene indotta da campi gravitazionali esterni che danno origine al peso. La gravità vera o primaria è quella dell’uovo cosmico, (all’origine) e quella contenuta in ogni atomo, dopo l’espansione.
Le normali proprietà chimiche, aggreganti ed elettriche dell’atomo, come è noto, dipendono dalle caratteristiche dello strato elettronico più esterno. Se esistono però elementi “composti” con due o più nuclei (come i sistemi solari con due o più soli), bisogna immaginare altri modi di aggregazione e altri fenomeni.
Mi propongo di riprendere l’argomento che mi pare suscettibile di interessanti sviluppi.
I CONDUTTORI, I SEMICONDUTTORI, GLI AMPLIFICATORI.
Sono definiti conduttori quegli elementi, di solito metalli, in grado di condurre elettricità senza eccessive perdite. Isolanti quelli che non ne sono capaci. Sono alla base dell’utilizzo dell’elettricità e ci consente di trasportarla in sicurezza “costringendola” (senza dispersioni), attraverso, infiniti circuiti, a lavorare per noi. Nell’anno 1947 sono stati scoperti “i semiconduttori”. Non conduttori, non isolanti, hanno reso possibile la realizzazione di dispositivi, (denominati transistor), in cui la conducibilità poteva essere controllata da segnali elettrici applicati ad un elettrodo di controllo piazzato fra l’elettrodo d’ingresso e quello di uscita. Si era trovato così il sostituto della valvole elettroniche a cui dobbiamo i primi progressi tecnologici. Nelle valvole la corrente elettronica, generata per via termica dal catodo, si propagava attraverso il vuoto fino a raggiungere l’anodo opportunamente polarizzato. Durante il percorso veniva controllata da una ”griglia” pilotata dal segnale d’ingresso che si ritrovava amplificato all’uscita. Esistono in funzione, nelle nostre case, ancora miliardi di sistemi del genere ( i tubi catodici).
Con i transistor costituiti da strati sovrapposti di semiconduttori a conducibilità condizionata, (ottenuta drogando detti strati con tracce di altri elementi chimici), si sono potuti ottenere dispositivi amplificatori straordinariamente efficienti. Il vantaggio consiste nel poter fare circuiti di dimensioni molecolari e di riunirli a milioni in sistemi integrati piccolissimi. Anch’essi però vogliono una alimentazione esterna. Differiscono dai tubi perché il processo non avviene nel vuoto ma coinvolgendo le proprietà fisiche della conduzione localizzate nello strato elettronico esterno degli atomi dei semiconduttori medesimi. Ciò è ottenuto inserendo degli atomi estranei, (con eccesso o carenza di elettroni), in grado di introdurre sapienti distorsioni nel reticolo cristallino degli strati semiconduttori il sistema. Tale artificio (drogaggio) consente di influire sulla loro conduzione controllandola con un potenziale elettrico applicato alla “base” che, inserita fra l’entrata e l’uscita, ha la stessa funzione della “griglia” dei tubi elettronici. Se tale potenziale è un segnale lo si può amplificare. Oltre agli amplificatori si possono realizzare oscillatori e una quantità di altri circuiti elettronici.
I costruttori realizzano i transistor inserendo in un cristallo di silicio che ha 4 elettroni di valenza, atomi con 3 o 5 elettroni di valenza (drogaggio). Ciò, deformando il reticolo cristallino, inserisce in esso un eccesso o un carenza intrinseca di elettroni con l’acquisizione delle note proprietà dei semiconduttori. La natura realizza i suoi transistor drogando le molecole della vita, non inserendo atomi diversi, ma trasmutando alcuni degli atomi che le compongono. Resta sempre da capire come fa la natura a realizzare i suoi sistemi senza fili ne altri componenti circuitali e senza alimentatori. Cominciamo col dire che nei tubi la manipolazione della corrente elettronica avviene nel vuoto. Nei transistor attraverso la materia solida: da cui la definizione elettronica allo stato solido. Con molta probabilità gli “amplificatori biologici per trasmutazione” si autoassemblano in ambiente liquido ossia in soluzioni acquose. Essendo, comunque, presente una componente MHD la soluzione assumerà l’aspetto di un gel di consistenza variabile. (Come il mercurio, che in un esperimento classico sulla MHD, diventa, sotto l’azione combinata di un campo magnetico e di una corrente elettrica,”denso” come il miele). La guaina che riveste i nervi, probabilmente per il suo aspetto e consistenza, è stata denominata “mielina”, pura coincidenza? Comunque essa non è sicuramente solo” l’isolante” dei circuiti nervosi., ma anche il suo sistema di alimentazione: Il modello è quello delle nuvole atmosferiche cariche di elettricità. Nelle nuvole l’energia è fornita dalle particelle cariche solari. Nella mielina: dalle trasmutazioni degli atomi trasportati dal sangue. Come già detto, dopo il passaggio dell’impulso nervoso si torna allo stato iniziale. Il sistema presuppone, naturalmente tutta una sequenza di trasmutazioni complementari e diverse. Tanto per dire che c’è parecchio da scoprire: avendo una pista da seguire sarà più facile. Nelle trasmutazioni gli atomi della vita oltre a generare la carica elettrica conferisce proprietà semiconduttrici all’insieme per rendere possibile la creazione delle membrane dei “transistor biologici”. Questi fenomeni, anche se straordinari, sarebbero comunque di natura elettromagnetica.
In realtà essi liberano anche l’energia contenuta fra l’orbita dello strato elettronico più esterno circondante l’atomo complesso e quelli propri dell’ultimo strato degli atomi componenti, e questo è un fenomeno di natura nucleare/ MHD/gravitazionale. Per questo è tanto efficiente. Soprattutto lascia intravedere un mondo nuovo estremamente importante.
Sappiamo già che la MHD svolge un ruolo fondamentale nel contenimento della materia e dell’energia nelle stelle e negli atomi. Sappiamo ancora che gli atomi dei nostri corpi sono stati sintetizzati nelle esplosioni finali della stelle delle prime generazioni, dobbiamo convincerci che la vita utilizza ancora, in maniera dolce, le stesse forze e le stesse leggi fisiche. La chimica non basta a spiegare la complessità dei fenomeni.
Come dire che la vita, sempre pronta a sfruttare tutte le possibilità, utilizza, da par suo, Tuttora e da sempre, questi straordinari fenomeni “nucleari e gravitazionali” nelle sue mirabili acrobazie. Sarebbe opportuno, però, prima di addentrarci nei problemi connessi, cercare qualche conferma sperimentale.
Altre idee non mi mancano ma ho difficoltà ad esporle perché, ripeto, troppo incredibili. Mi azzardo, comunque ad proporre alcune:
IDEE “ALIENE” SUL CERVELLO
Molti ricercatori usano paragonare il cervello umano a un gigantesco computer. A mio umile parere è un concetto estremamente riduttivo. Paragonarlo ad un sistema integrato di computer è già un po’ meglio, non rende però ancora un’idea adeguata della sua complessità. Mi azzardo a esporre il mio pensiero, (lo so è incredibile ma tutte le realizzazioni della natura sono incredibili).
Il cervello mi sembra assimilabile ad una fabbrica di computer anzi alla SILICON VALLEY.
Da piccoli indizi si possono dedurre informazioni importanti. In un articolo de “LE SCIENZE” di qualche anno fa, (le cose che mi colpiscono richiamano reminiscenze misteriosamente stratificate nella mia mente e non riesco a dimenticarle), si affermava che contrariamente a quanto era logico aspettarsi, durante il sonno, il flusso sanguigno al cervello aumentava da 4 a 5 volte. Come dire che durante il sonno, il cervello, invece di riposarsi, lavora 5 volte di più. Considerando che nel sonno, gli organi periferici sono “staccati”e lavorano al minimo controllati dai loro sottosistemi nervosi automatici, sorge la domanda: che se ne fa il cervello di tutta questa energia? Sicuramente durante il sonno il cervello prepara “il combustibile” per il giorno dopo, principalmente sotto forma di atomi da trasmutare, (anche all’interno di molecole organiche), per alimentare energeticamente, e monitorare, attraverso la rete complicatissima del sistema nervoso, tutte le cellule dell’organismo. In altri termini per vivere abbiamo bisogno dell’energia chimica dei nutrienti trasportati dalla corrente sanguigna, ma anche dell’energia delle trasmutazioni portata, oltre che dal sangue, dalla rete nervosa. In maniera digitale ancora tutta da scoprire. Un po’ come un motore a scoppio che ha bisogno del carburante ma anche dell’energia elettrica intelligente del circuito di accensione.
E’ importantissimo precisare, però,che l’energia nervosa non è fenomeno elettromagnetico come quello dei circuiti di accensione dei motori. Ma un fenomeno nucleare, ( probabilmente assimilabile alla fusione fredda e ad altri fenomeni di tipo MHD ancora tutti da studiare anche nei loro modi di propagazione a impulsi). Come dire che la vita usa da miliardi di anni, ad un livello più profondo dell’energia biochimica (elettromagnetica), l’energia nucleare dolce delle trasmutazioni e la trasmette con i sistemi impulsivi/ digitali delle armi della fantascienza a tutte le cellule dell’organismo. Ottiene in tal modo, il completo controllo di tutte le cellule. ( Che ricevono nutrienti e informazioni in modo integrato dalla rete sanguigna e dalla rete nervosa).
Un danno anche non grave del nervo di un organo, anche se normalmente nutrito dal sangue, ne determina l’immediato decadimento. Per es. ( esperienza diretta), su un dito con una lesione nervosa la crescita dell’unghia si arresta. Evidentemente gli manca il flusso degli atomi trasmutanti necessari alla crescita dell’unghia e del tessuto osseo. Questo potrebbe significare che la trasmutazione in calcio , con deposito sullo scheletro, è probabilmente l’ultima o una delle ultime della serie.
Nell’altro mio studio sulla gravità ho illustrato a grandi linee, il modo di conquistare l’universo copiando l’atomo e la sua struttura gravitazionale/MHD. Anche nel corpo umano, anch’esso fatto di atomi, agiscono le stesse forze e le stesse leggi. Per un atomo un organismo umano, è sconfinato come un universo: per farlo esistere e vivere la natura ha dovuto inventare un sistema di comunicazione fra le sue molecole, al cui confronto internet con i suoi milioni di computer, è insignificante.
Si autoassembla, si sviluppa, si auto-ripara, si alimenta da se con tutta una serie inimmaginabile di reazioni alchemiche manipolando in modo incredibile gli atomi della vita.
Gli scienziati ipotizzano l’esistenza nell’universo dei “tunnel quantistici”, negli organismi viventi detti tunnel esistono al di fuori di ogni dubbio. E sono i suoi circuiti nervosi. Che meraviglia! Non finiremo mai di imparare. Altro che “star-gate”
MA ANDIAMO OLTRE
I fisici cercano di immaginare il computer quantistico che dovrebbe fare meraviglie. Secondo il mio temerario parere, (la natura non si lascia superare), il computer quantistico esiste già: all’interno del nostro cervello. La natura non lo mette ancora “in commercio” perché manca “il mercato” e il programma per farlo funzionare, in pratica i clienti e i motivi per usarlo. Già lo dicevo nel 1959, ( in cinquant’anni le mie idee sono “cresciute” ma non sono cambiate), nell’articolo citato all’inizio: Il cervello umano è fatto per lo spazio ed è nello spazio che manifesterà tutta la sua potenza creatrice. Attualmente è come far funzionare una radio costruita per funzionare in aria, tenendola immersa in un dielettrico diverso. Funziona malissimo. Alcuni astronauti hanno sperimentato simili sensazioni. Dopo essere stati nello spazio hanno acquisito un’apertura mentale e una spiritualità più elevata. La fisica quantistica afferma che tutte le particelle contenute nell’universo sono in qualche modo connesse, (e mi pare ovvio visto che provengono tutte dall’uovo cosmico originario). se nelle trasmutazioni sono implicati i neutrini e se essi riempiono tutto lo spazio perché non pensare che il cervello possa, in futuro, utilizzarli per comunicare istantaneamente con tutte le particelle di cui sono fatti tutti gli esseri viventi e tutte le cose? Ci sono indizi che lo lasciano pensare. Sappiamo che il cervello umano, alla nascita, è ancora immaturo, solamente col tempo e una adatta educazione sarà in grado di maturarsi per fronteggiare la vita sulla terra. Sono sicuro che, anche nella piena maturità biologica, stiamo utilizzando solo una minima parte della sua potenzialità. Quella appena necessaria per “creare” la piccola familiare realtà da cui siamo circondati e sorretti. Esso si evolverà automaticamente in futuro, in modo spettacolare, per capire e vivere la vita nello spazio che ha, naturalmente, aspetti che attualmente non possiamo o non osiamo immaginare. Comunque esiste la struttura, esistono i programmi (compressi), se non ci distruggeremo prima con le nostre mani, si attiveranno da soli al momento opportuno.
Anche adesso, alla fine della vita anche il cervello come tutti i computer ha bisogno di un po’ di tempo per chiudere e “salvare” i programmi. Se non lo può fare perché viene distrutto in modo istantaneo deve ricorrere all’aiuto di un cervello vivo. Esattamente come quando trasferiamo il disco fisso di un computer non funzionante in un altro per recuperare i dati. La natura ha previsto anche questo: alcune persone (medium), sono in grado di aiutare queste menti a raggiungere la loro evoluzione e lo fanno normalmente durante il sonno. Il medium rivive sotto forma di vivido sogno l’evento solitamente traumatico ( le prime volte sono esperienze impressionanti), ma poi capisce che non c’è nulla da temere e che si tratta solo di aiutare qualcuno a concludere il suo percorso evolutivo.
Ritornando al funzionamento durante il sonno mi pare logico supporre che come minimo ogni notte il cervello si ristrutturi nei circuiti, nelle memorie, nei programmi, (acculando energia in modi ancora tutti da immaginare e da scoprire: ci sono anche quelli per lo spazio e per altre dimensioni). Alcune organizzazioni scientifiche, con un programma predisposto, si servono della potenza di calcolo della moltitudine di computer sparsi in tutto il mondo per portare avanti calcoli molto lunghi. Tali macchine lasciate accese e collegate in rete durante la notte, fanno la loro parte per il progresso scientifico. Per quel che sappiamo, anche i nostri cervelli potrebbero lavorare, nel sonno, collegati con altre dimensioni.
Ho già detto pagine addietro che i computer biologici a transistor indipendenti e singolarmente auto-alimentati sono potenzialmente più versatili di quelli elettronici noti che essendo completamente integrati e legati al loro substrato e dipendenti da un alimentatore esterno hanno limitazioni. In futuro, una volta capite le trasmutazioni, sarà forse possibile realizzare un “pentium” con transistor biologici auto-alimentati, indipendenti e a polarità variabile magari capace di interfacciarsi direttamente con il nostro cervello. Dovrebbe però sostituire le connessioni elettriche con qualche tipo di trasmissione senza fili. Il cervello lo fa usando vari tipi di neurotrasmettitori ognuno specializzato e digitalmente codificato per agire solo sul proprio bersaglio. Mi sembra ovvio che usino anch’essi i fenomeni di trasmutazione. I chip elettronici “bionici” attualmente studiati nel tentativo di farli interfacciare con le cellule vitali, nervose o di altro tipo, mi sembrano concettualmente inadeguati.
Ciò costituirebbe la vera intelligenza artificiale in grado di interagire direttamente con il nostro cervello a formare tutt’uno con altri sistemi. Ben oltre la comunicazione globale di oggi: internet, telefoni cellulari,ecc. che normalmente usiamo. L’obiettivo finale è la connessione con l’universo. Finché non si farà qualche sostanziale progresso in questo senso, anche gli “UFO” dell’Area 51 resteranno nella loro condizione di letargo. Troppo audace? L’energia elettrica che adesso muove e fa vivere il mondo è nata osservando le insignificanti stranezze di una bacchetta di ambra.
Per concludere: le idee esistono, (da 50 anni), sono gratuite, aspettano solo di essere sviluppate, ( alla luce del sole e per la vita , non nelle profondità oscure dell’area 51 per preparare le guerre stellari perdute in partenza). E’ compito dei politici, imponendosi ai militari, informare con onestà, mettendo le nuove generazioni in condizioni di scegliere e crearsi con le proprie mani, il futuro incredibile a cui hanno diritto. Futuro che altrimenti arriverà presto dall’esterno.
In mancanza di preparazione, per la nostra piccola umanità egoista e scientificamente arretrata sarà traumatico e distruttivo.
MARTINSICURO 23 GIUGNO 2008 D’ASCANIO VITTORIO
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