VOTO LO SCIOPERO GENERALE AD OLTRANZA
di
Gianni Lannes
Ci
maltrattano come servi stupidi. Dal 1948 questo è l’appuntamento elettorale più
fasullo della storia repubblicana italiana.
La Costituzione (mai applicata nei suoi dettami) è stata annullata nel
2009 con l’entrata in vigore del Trattato
internazionale di Lisbona, approvato da tutti gli aspiranti governanti di
oggi. La stessa legge elettorale è incostituzionale ed antidemocratica.
Il
Parlamento tricolore non conta più nulla da un bel pezzo: infatti è stato
esautorato senza colpo ferire, nella silenzio dei mass media già asserviti, e
nella disattenzione totale.
L’Italia
è un Paese a sovranità azzerata.
E’ stato annesso agli Stati Uniti
d’America già dal 3 settembre 1943 con l’armistizio
di Cassibile (soprattutto alla voce clausole segrete) e poi definitivamente
soggiogato con il BIA del 1954 con
annessi e connessi accordi segreti tra il governo italiano ed il padrone USA.
Tra
l’altro, i dittatori di Washington hanno
imbottito la nostra terra ed i nostri mari di ordigni ed armamenti nucleari e
chimici, proibiti dai trattati
internazionali.
Ci usano come sudditi analfabeti che
al massimo possono mettere una croce su candidati designati dal sistema di
potere, compreso il movimento 5 stelle dell’eterodiretto Grillo, adottato in tempo utile dalla Casa Bianca (si legga il
rapporto dell’ambasciata Usa del 4 aprile 2008). Continua QUI
Bersani: pagamenti in contanti limitati che porteranno alle banche illimitati proventi
Non
ci sta, e ritira la sua candidatura dalla corsa elettorale. Non gli va
di stare in una coalizione che dopo le elezioni aprirà a Monti
truffando un sacco di persone con la scusa del voto utile. Buona
lettura.
Da paeseroma.it - Articolo di Alessia Forgione Qui il jpg del cartaceo
Candidata con il centro sinistra (Psi), nonché esponente locale del suo partito (Guidonia e Tivoli), Marta Baldassarini si ribella alla decisione presa ai vertici del suo schieramento a livello nazionale, ovverosia: allearsi con Mario Monti in caso di mancanza dei voti per garantire il nuovo governo.
E il “sì” a Monti sarebbe stato ribadito proprio da un big del Psi, nei giorni scorsi al Tg5, Bobo Craxi, candidato senatore di spicco per tutta la lista.
Proprio a lui la Baldassarini avrebbe chiesto di «chiarire» in pubblico – più precisamente nell’incontro aperto alla cittadinanza svoltosi domenica scorsa a Guidonia – la linea politica nazionale, ribadendo che chi si è candidato poco più di due settimane fa’ in una lista che a detta della stessa candidata «deve stare a fianco al popolo, ai lavoratori e a tutti gli strati più deboli» non potrebbe spiegare «in nessun modo, davvero» una strategia elettorale di appoggio a fazioni «notoriamente al servizio delle lobby finanziarie e dei poteri forti». Ma non sarebbe stata confortante la risposta del leader socialista, che avrebbe sottolineato in maniera secca la “necessità” di appoggiare il cosiddetto ‘centrino’ in caso di mancanza di “numeri” all’indomani del voto, lasciando probabilmente intendere uno sforzo condiviso nel suo stesso partito di sostenere una linea Bersani, già declamata dallo stesso leader Pd in questi giorni e ampiamente discussa sulle cronache nazionali.
Sconcertata e indignata, preferisce, sostiene lei, «rinunciare, piuttosto che fare da testimonial a una scelta assurda» e aggiunge «purtroppo non posso ritirarmi però posso protestare dicendo di non votarmi perché a questo punto non lo trovo assolutamente giusto».
Da paeseroma.it - Articolo di Alessia Forgione Qui il jpg del cartaceo
Candidata con il centro sinistra (Psi), nonché esponente locale del suo partito (Guidonia e Tivoli), Marta Baldassarini si ribella alla decisione presa ai vertici del suo schieramento a livello nazionale, ovverosia: allearsi con Mario Monti in caso di mancanza dei voti per garantire il nuovo governo.
E il “sì” a Monti sarebbe stato ribadito proprio da un big del Psi, nei giorni scorsi al Tg5, Bobo Craxi, candidato senatore di spicco per tutta la lista.
Proprio a lui la Baldassarini avrebbe chiesto di «chiarire» in pubblico – più precisamente nell’incontro aperto alla cittadinanza svoltosi domenica scorsa a Guidonia – la linea politica nazionale, ribadendo che chi si è candidato poco più di due settimane fa’ in una lista che a detta della stessa candidata «deve stare a fianco al popolo, ai lavoratori e a tutti gli strati più deboli» non potrebbe spiegare «in nessun modo, davvero» una strategia elettorale di appoggio a fazioni «notoriamente al servizio delle lobby finanziarie e dei poteri forti». Ma non sarebbe stata confortante la risposta del leader socialista, che avrebbe sottolineato in maniera secca la “necessità” di appoggiare il cosiddetto ‘centrino’ in caso di mancanza di “numeri” all’indomani del voto, lasciando probabilmente intendere uno sforzo condiviso nel suo stesso partito di sostenere una linea Bersani, già declamata dallo stesso leader Pd in questi giorni e ampiamente discussa sulle cronache nazionali.
Sconcertata e indignata, preferisce, sostiene lei, «rinunciare, piuttosto che fare da testimonial a una scelta assurda» e aggiunge «purtroppo non posso ritirarmi però posso protestare dicendo di non votarmi perché a questo punto non lo trovo assolutamente giusto».
E
ancora «fosse anche un’eventualità remota – quella di una possibile
alleanza con i “tassatori del popolo” – dico “no” a gran voce. Questa
scelta non risponde affatto al mio modo ‘onesto’ di fare politica; io
non faccio promesse e non porto i miei elettori a cena, io sono una
casalinga e prima ancora sono una cittadina e voglio rappresentare la
voce del popolo, delle mamme di famiglia, dei lavoratori, dei disabili.
Voglio continuare a fare politica, ricominciando dalla mia città, e
spero che anche le spaccature interne al mio partito su Guidonia e
Tivoli, trovino una risoluzione al più presto . Senza contare che ho una
reputazione, sono rispettata e alla mia faccia ci tengo quindi non
ammetto che venga associata a quella di chi ha rovinato la vita a tanta
gente; io voglio continuare a camminare a testa alta ed è per questo che
preferisco rinunciare piuttosto che farmi convincere». Alessia Forgione
Webster Tarpley: la CIA
ha fatto cadere governo Berlusconi tramite Napolitano
TEHERAN (IRIB) - In un lungo e probabilmente storico articolo su
Press TV,
(http://www.presstv.ir/detail/2013/02/21/290090/italy-risks-new-round-of-destabilization/)
il docente universitario, giornalista e scrittore americano Webster
Griffin Tarpley rivela i retroscena della politica italiana degli ultimi
anni è spiega come ancora una volta, la CIA e gli Stati Uniti si siano
intromessi nella vita politica italiana per dare vita al governo di
Mario Monti attraverso una loro vecchia conoscienza, Giorgio Napolitano.
Ecco alcune parti salienti dell'articolo di Tarpley.
"I prossimi Domenica e Lunedì, gli italiani andranno alle urne per
scegliere il nuovo parlamento e quindi il nuovo primo ministro, gettando
pure le basi per l'elezione, poco dopo, di un nuovo presidente della
Repubblica".
Molte indicazioni spiegano che probabilmente la compagine più numerosa al prossimo Parlamento con solo un terzo dei voti sarà quella della coalizione del Bene Comune, composta dal Partito Democratico, il movimento di Sinistra Ecologia Libertà di Nichi Vendola, che include anche filo-comunisti e forze minori. Questa coalizione è guidata da Pierluigi Bersani, un burocratico senza colori. Ironia della sorte, nonostante la retorica di sinistra, la coalizione del Bene Comune mira a proseguire le politiche di austerità che stanno attualmente facendo a pezzi l'Italia.
Al secondo posto con il 30% delle preferenze ci dovrebbe essere la coalizione di centro-destra formatasi intorno al Popolo delle Libertà, il partito dell'intramontabile ex premier, Silvio Berlusconi, alleato della Lega Nord di Umberto Bossi, un gruppo xenofobo che cavalca sentimenti estremisti del Nord Italia contro il Mezzogiorno.
Un altro leader importante è Giulio Tremonti, ex ministro dell'Economia e delle Finanze. Berlusconi, un businessman di successo e tre volte premier, è stato recentemente al potere dal 2008 al 2011. Il crollo di Berlusconi è stato preparato attraverso tutta una serie di luride rivelazioni approposito della sua vita personale, incluso un attacco di Wikileaks dietro al quale si pensa si nascondesse la CIA.
Il secondo posto di Berlusconi è molto significativo e gli ultimi sondaggi lo mostrano in veloce crescita ed in avvicinamento a Bersani.
Il terzo posto con circa il 20% delle preferenze dovrebbe andare al Movimento 5 Stelle, che ha come personaggio dominante l'ex comico genovese Beppe Grillo, un grande comunicatore. Il M5S è anti-politico, anti-euro,
anti-infrastrutture, anti-tasse ed anti-media mainstream. Grillo propone un reddito minimo garantito per tutti gli italiani, 30 ore di lavoro alla settimana, una drastisca riduzione del consumi e della produzione e connessione gratuita Wi-Fi per tutti. Ma senza una moderna produzione industriale, come saranno offerti questi vantaggi?
Grillo vuole poi fermare i progetti infrastrutturali come il TAV o il Ponte sullo Stretto, progetti dai quali dipende il futuro economico dell'Italia secondo alcuni esperti. Grillo si distingue per politiche più o meno bizzarre e potrebbe portare con se volti mai visti nella politica e potrebbe essere lo strumento per una rivoluzione colorata, stile Ucraina o Georgia, anche in Italia.
Al quarto posto con il 10% o meno ci dovrebbe essere il premier uscente, Mario Monti, che ha guidato un regime di austerità brutale dal suo arrivo nel 2011 quando salì al potere con un colpo di Stato sponsorizzato dall'FMI e dalla BCE, eseguito dal presidente italiano Giorgio Napolitano con l'aiuto di Mario Draghi alla BCE.
Sia Monti che Draghi sono ex impiegati della Goldman Sachs, la tanto odiata banca degli zombie. Monti, appena giunto al potere, venne accolto come un salvatore ed aveva il 70% delle preferenze; i suoi consensi oggi sarebbero sul 30%. Come Gorbaciov, è molto impopolare in casa ma rimane il "prediletto" dei leaders stranieri. Il Financial Times di Londra però è critico nei suoi confronti, accusandolo di avere avviato il suo regime di austerità quando l'Italia era già in recessione.
Ci sono in corsa anche la Rivoluzione Civica di Antonio Ingroia, coalizione formata dai verdi e da Di Pietro, il protagonista di manipuliute che colpì tanti politici ma fece quasi niente per fermare la maggiore corruzione all'interno della Banca d'Italia e delle grandi banche.
Un altra lista minore è Fare per Fermare il Declino di Oscar Giannino, sostenuta da un gruppo di docenti che hanno studiato negli Stati Uniti che se ne intendono di economia d'austerità neo-liberale. Si pensava che questa lista potesse togliere voti a Berlusconi ma probabilmente non più dopo lo scandalo legato ai falsi titoli universitari di Giannino".
In un altra parte del suo articolo Tarpley ricorda come la comunità bancaria italiana, a partire da Mediobanca ed altri, incrocia le dita per una vittoria di Monti e Bersani. Bersani, spiega Tarpley, ha persino inviato il suo piano alle grandi banche promettendo sostegno e promettendo di soffocare le proteste ed il movimento sindacale e di imporre leggi di austerità. Bersani dimentica che le politiche affini del cancelliere Heinrich Bruning, nella Germania pre-nazista, portò all'ascesa del nazionalsocialismo.
Nella parte dell'articolo che forse è più interessante Tarpley scrive:
"Durante i primi anni dell'amministrazione Obama, il primo obbiettivo della comunità d'intelligence Usa è stata la distruzione del governo Berlusconi per motivi geopolitici. Per via delle vicine relazioni personali di Berlusconi con Putin, Berlusconi aveva assicurato all'Italia un ruolo importante nella costruzione del gasdotto Nordstream, e persino un maggiore ruolo nel SouthStream, entrambi progetti che Washington voleva sabotare.
Berlusconi era in buone relazioni anche con il bielorusso Lukashenko, molto odiato dagli Usa.
Il Dipartimento di Stato Usa voleva mettere contro la Russia di Putin l'Unione Europea, ma i burocratici pro-Usa a Bruxelles riferivano che l'Italia è divenuta l'avvocato difensore di Mosca.
Lucia Annunziata sul quotidiano La Stampa del 25 Maggio 2009 scrisse in un articolo "L'ombra del Complotto" che le buone relazioni tra Berlusconi e Putin stavano danneggiando le relazioni Stati Uniti-Italia. Il London Economist scrisse al tempo che dall'Agosto 2008, tempo della guerra di Georgia, l'Italia era uno dei paesi europei che si era avvicinato alla Russia più di quanto Washington volesse. Almeno dal 2010, quindi, le agenzie di intelligence Usa erano completamente mobilitate per spodestare Berlusconi.
La campagna del Dipartimento di Stato per rovesciare Berluconi, 2008-2011
Una parte di questi sforzi inclusero Gianfranco Fini, ex neo-fascista che Berlusconi aveva reso presidente della Camera dei Deputati nel 2008. Nel Luglio 2010, dopo una divergenza, Fini venne espulso dal partito di Berlusconi e si portò con se 34 deputati e 10 senatori che indebolì il governo Berlusconi ma non lo fece crollare. In seguite si seppe che l'azione di Fini era coordinata in maniera ravvicinata con l'ambasciata Usa a Roma.
Durante il 2009, David Thorne divenne l'ambasciatore Usa in Italia. Thorne era all'Università di Yale compagno di stanza di John Kerry, attuale Segretario di Stato. Thorne, come Kerry ed i Bush è un membro della famigerata società segreta del Teschio e delle Ossa. Throne al suo primo incontro da ambasciatore in Italia vide Fini e non Berlusconi. Fini è secondo alcuni documenti anche un vicino amico di Nancy Pelosi.
Fini, oggi, è un membro della coalizione di Monti. Ma nonostante il sostegno Usa, Fini potrebbe essere vicino alla fine. Il teatro dove ha organizzato un comizio ad Agrigento, in Sicilia, si è riempito solo di qualche decina di persone.
Con il fallimento dell'operazione Fini, la Cia inizia ad esporre i festini di Berlusconi ad Arcore, vicino Milano, dando vita ad una propaganda di dimensioni mondiali. Nel 2009 Berlusconi viene seriamente ferito al volto dinanzi al Duomo di Milano. I giudici italiani, in buona parte motivati politicamente, perseguitano Berlusconi. I documenti di WikiLeaks del Dicembre 2010 confermano l'acerrima ostilità del Dipartimento di Stato Usa contro Berlusconi.
Molte indicazioni spiegano che probabilmente la compagine più numerosa al prossimo Parlamento con solo un terzo dei voti sarà quella della coalizione del Bene Comune, composta dal Partito Democratico, il movimento di Sinistra Ecologia Libertà di Nichi Vendola, che include anche filo-comunisti e forze minori. Questa coalizione è guidata da Pierluigi Bersani, un burocratico senza colori. Ironia della sorte, nonostante la retorica di sinistra, la coalizione del Bene Comune mira a proseguire le politiche di austerità che stanno attualmente facendo a pezzi l'Italia.
Al secondo posto con il 30% delle preferenze ci dovrebbe essere la coalizione di centro-destra formatasi intorno al Popolo delle Libertà, il partito dell'intramontabile ex premier, Silvio Berlusconi, alleato della Lega Nord di Umberto Bossi, un gruppo xenofobo che cavalca sentimenti estremisti del Nord Italia contro il Mezzogiorno.
Un altro leader importante è Giulio Tremonti, ex ministro dell'Economia e delle Finanze. Berlusconi, un businessman di successo e tre volte premier, è stato recentemente al potere dal 2008 al 2011. Il crollo di Berlusconi è stato preparato attraverso tutta una serie di luride rivelazioni approposito della sua vita personale, incluso un attacco di Wikileaks dietro al quale si pensa si nascondesse la CIA.
Il secondo posto di Berlusconi è molto significativo e gli ultimi sondaggi lo mostrano in veloce crescita ed in avvicinamento a Bersani.
Il terzo posto con circa il 20% delle preferenze dovrebbe andare al Movimento 5 Stelle, che ha come personaggio dominante l'ex comico genovese Beppe Grillo, un grande comunicatore. Il M5S è anti-politico, anti-euro,
anti-infrastrutture, anti-tasse ed anti-media mainstream. Grillo propone un reddito minimo garantito per tutti gli italiani, 30 ore di lavoro alla settimana, una drastisca riduzione del consumi e della produzione e connessione gratuita Wi-Fi per tutti. Ma senza una moderna produzione industriale, come saranno offerti questi vantaggi?
Grillo vuole poi fermare i progetti infrastrutturali come il TAV o il Ponte sullo Stretto, progetti dai quali dipende il futuro economico dell'Italia secondo alcuni esperti. Grillo si distingue per politiche più o meno bizzarre e potrebbe portare con se volti mai visti nella politica e potrebbe essere lo strumento per una rivoluzione colorata, stile Ucraina o Georgia, anche in Italia.
Al quarto posto con il 10% o meno ci dovrebbe essere il premier uscente, Mario Monti, che ha guidato un regime di austerità brutale dal suo arrivo nel 2011 quando salì al potere con un colpo di Stato sponsorizzato dall'FMI e dalla BCE, eseguito dal presidente italiano Giorgio Napolitano con l'aiuto di Mario Draghi alla BCE.
Sia Monti che Draghi sono ex impiegati della Goldman Sachs, la tanto odiata banca degli zombie. Monti, appena giunto al potere, venne accolto come un salvatore ed aveva il 70% delle preferenze; i suoi consensi oggi sarebbero sul 30%. Come Gorbaciov, è molto impopolare in casa ma rimane il "prediletto" dei leaders stranieri. Il Financial Times di Londra però è critico nei suoi confronti, accusandolo di avere avviato il suo regime di austerità quando l'Italia era già in recessione.
Ci sono in corsa anche la Rivoluzione Civica di Antonio Ingroia, coalizione formata dai verdi e da Di Pietro, il protagonista di manipuliute che colpì tanti politici ma fece quasi niente per fermare la maggiore corruzione all'interno della Banca d'Italia e delle grandi banche.
Un altra lista minore è Fare per Fermare il Declino di Oscar Giannino, sostenuta da un gruppo di docenti che hanno studiato negli Stati Uniti che se ne intendono di economia d'austerità neo-liberale. Si pensava che questa lista potesse togliere voti a Berlusconi ma probabilmente non più dopo lo scandalo legato ai falsi titoli universitari di Giannino".
In un altra parte del suo articolo Tarpley ricorda come la comunità bancaria italiana, a partire da Mediobanca ed altri, incrocia le dita per una vittoria di Monti e Bersani. Bersani, spiega Tarpley, ha persino inviato il suo piano alle grandi banche promettendo sostegno e promettendo di soffocare le proteste ed il movimento sindacale e di imporre leggi di austerità. Bersani dimentica che le politiche affini del cancelliere Heinrich Bruning, nella Germania pre-nazista, portò all'ascesa del nazionalsocialismo.
Nella parte dell'articolo che forse è più interessante Tarpley scrive:
"Durante i primi anni dell'amministrazione Obama, il primo obbiettivo della comunità d'intelligence Usa è stata la distruzione del governo Berlusconi per motivi geopolitici. Per via delle vicine relazioni personali di Berlusconi con Putin, Berlusconi aveva assicurato all'Italia un ruolo importante nella costruzione del gasdotto Nordstream, e persino un maggiore ruolo nel SouthStream, entrambi progetti che Washington voleva sabotare.
Berlusconi era in buone relazioni anche con il bielorusso Lukashenko, molto odiato dagli Usa.
Il Dipartimento di Stato Usa voleva mettere contro la Russia di Putin l'Unione Europea, ma i burocratici pro-Usa a Bruxelles riferivano che l'Italia è divenuta l'avvocato difensore di Mosca.
Lucia Annunziata sul quotidiano La Stampa del 25 Maggio 2009 scrisse in un articolo "L'ombra del Complotto" che le buone relazioni tra Berlusconi e Putin stavano danneggiando le relazioni Stati Uniti-Italia. Il London Economist scrisse al tempo che dall'Agosto 2008, tempo della guerra di Georgia, l'Italia era uno dei paesi europei che si era avvicinato alla Russia più di quanto Washington volesse. Almeno dal 2010, quindi, le agenzie di intelligence Usa erano completamente mobilitate per spodestare Berlusconi.
La campagna del Dipartimento di Stato per rovesciare Berluconi, 2008-2011
Una parte di questi sforzi inclusero Gianfranco Fini, ex neo-fascista che Berlusconi aveva reso presidente della Camera dei Deputati nel 2008. Nel Luglio 2010, dopo una divergenza, Fini venne espulso dal partito di Berlusconi e si portò con se 34 deputati e 10 senatori che indebolì il governo Berlusconi ma non lo fece crollare. In seguite si seppe che l'azione di Fini era coordinata in maniera ravvicinata con l'ambasciata Usa a Roma.
Durante il 2009, David Thorne divenne l'ambasciatore Usa in Italia. Thorne era all'Università di Yale compagno di stanza di John Kerry, attuale Segretario di Stato. Thorne, come Kerry ed i Bush è un membro della famigerata società segreta del Teschio e delle Ossa. Throne al suo primo incontro da ambasciatore in Italia vide Fini e non Berlusconi. Fini è secondo alcuni documenti anche un vicino amico di Nancy Pelosi.
Fini, oggi, è un membro della coalizione di Monti. Ma nonostante il sostegno Usa, Fini potrebbe essere vicino alla fine. Il teatro dove ha organizzato un comizio ad Agrigento, in Sicilia, si è riempito solo di qualche decina di persone.
Con il fallimento dell'operazione Fini, la Cia inizia ad esporre i festini di Berlusconi ad Arcore, vicino Milano, dando vita ad una propaganda di dimensioni mondiali. Nel 2009 Berlusconi viene seriamente ferito al volto dinanzi al Duomo di Milano. I giudici italiani, in buona parte motivati politicamente, perseguitano Berlusconi. I documenti di WikiLeaks del Dicembre 2010 confermano l'acerrima ostilità del Dipartimento di Stato Usa contro Berlusconi.
Giorgio Napolitano, il comunista preferito da Kissinger
Il colpo di Stato che alla fine spodesta Berlusconi nel 2011 viene
gestito da Giorgio Napolitano, presidente della Repubblica italiano e
quindi Capo dello Stato. La presidenza italiana è quasi sempre stata una
carica di carattere formale, ma che assume potere significante quando
cadono i governi, cosa che non è rara in Italia. Napolitano ha reso
ancor più vasti questi poteri.
Per gran parte della sua vita Napolitano è stato un membro attivo del Pci. È stato rivelato recentemente che tra il 1977 ed il 1981, Napolitano ebbe incontri segreti con l'ambasciatore Usa a Roma ai tempi di Carter, Richard Gardner. Questi incontri sono divenuti di dominio pubblico solo nel 2005, con la pubblicazione delle memorie di Gardner, nel libro "Mission Italy". Ciò rende chiaro che Napolitano fu in contatto con l'ambasciata Usa in Italia durante il rapimento e l'assassinio di Aldo Moro, una operazione in cui le agenzie di intelligence Usa ebbero un ruolo importante.
Henry Kissinger ha chiamato Napolitano "il mio comunista preferito". Business Week lo indica come uomo di riferimento in Italia per il New York Council on Foreign Relations. Il sostegno di Putin a Berlusconi, ha però fatto aspettare due anni alla CIA prima di riuscire a farlo cadere".
Nel resto dell'articolo Tarpley scrive questioni relativamente note su Monti, sul fatto che è un uomo di Bilderberg, di Goldman Sachs e della Trilaterale.
Tarpley spiega in maniera significativa che il Colpo di Stato "moderno" di Napolitano e Monti è avvenuto con lo spread e non con i carri armati.
http://italian.irib.ir//notizie/politica5/item/121585
Per gran parte della sua vita Napolitano è stato un membro attivo del Pci. È stato rivelato recentemente che tra il 1977 ed il 1981, Napolitano ebbe incontri segreti con l'ambasciatore Usa a Roma ai tempi di Carter, Richard Gardner. Questi incontri sono divenuti di dominio pubblico solo nel 2005, con la pubblicazione delle memorie di Gardner, nel libro "Mission Italy". Ciò rende chiaro che Napolitano fu in contatto con l'ambasciata Usa in Italia durante il rapimento e l'assassinio di Aldo Moro, una operazione in cui le agenzie di intelligence Usa ebbero un ruolo importante.
Henry Kissinger ha chiamato Napolitano "il mio comunista preferito". Business Week lo indica come uomo di riferimento in Italia per il New York Council on Foreign Relations. Il sostegno di Putin a Berlusconi, ha però fatto aspettare due anni alla CIA prima di riuscire a farlo cadere".
Nel resto dell'articolo Tarpley scrive questioni relativamente note su Monti, sul fatto che è un uomo di Bilderberg, di Goldman Sachs e della Trilaterale.
Tarpley spiega in maniera significativa che il Colpo di Stato "moderno" di Napolitano e Monti è avvenuto con lo spread e non con i carri armati.
http://italian.irib.ir//notizie/politica5/item/121585
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