mercoledì 16 gennaio 2013

Scienziati NASA disorientati dal comportamento insolito del Sole. Nuova stella sta forse rivoluzionando le loro teorie?

L’attuale ciclo solare 24 si sta ormai rivelando il più debole degli ultimi 50 anni, sebbene fino a poco tempo fa le previsioni davano tutto il contrario, definendolo come il più intenso ciclo solare degli ultimi 400 anni.
Gli scienziati sembrano totalmente disorientati dal comportamento del Sole, la verità è che la nostra Stella è una continua “sorpresa” in questi ultimi tempi, sembra che qualcosa di imprevedibile stia mutando all’interno del Sistema Solare. Molte persone ritengono che parlare ancora oggi di un Pianeta X in fase di avvicinamento sia diventato obsoleto, ma sembra che la NASA si stia sempre più aprendo a nuovi concetti in merito allo “studio” di altri Corpi Spaziali nelle vicinanze.
Il nostro sistema planetario potrebbe trovarsi coinvolto in una singolare fase di “incrocio tra orbite” con un micro sistema stellare sconosciuto.
Ma andiamo con ordine.
Nel 2012 le temperature hanno infranto il precedente record di “oltre 1 grado” negli Stati Uniti…e questa è un’enormità! Tutti gli stati hanno avuto temperature superiori alla media, soprattutto lungo la costa Nord Est, dove questi valori hanno contribuito ad alimentare le numerose catastrofi che si sono abbattute sugli USA (uragani Isaac e Sandy e i tornado nelle Great Polains, Texas e la valle dell’Ohio) provocando disastri che hanno raggiunto la soglia del miliardo di dollari di danni. Nel nostro paese molti giornali hanno sminuito quei dati, descrivendo una crescita delle temperature più bassa di quella realmente registrata.

Fot sopra: il 2012 è stato l’anno più caldo nella storia degli Stati Uniti. Questo grafico (fonte NOAA) mostra come il picco delle temperature abbia superato i precedenti, infrangendo ogni record addirittura di oltre 1 grado.

 La cosa più interessante è che proprio in questi giorni è stato pubblicato un rapporto dal National Research Council (NRC), riportato sul sito della NASA Science, dal titolo: “Gli effetti della variabilità solare sul clima della Terra,” un documento che espone diversi modi estremamente complessi con cui l’attività solare può influenzare il nostro pianeta.

Comprendere le possibili connessioni tra il Sole e il clima terrestre richiede conoscenze specifiche nel settore della fisica, l’attività solare, la chimica atmosferica e la dinamica dei fluidi, la fisica delle particelle energetiche, e la storia geologica della Terra. Ma siccome nessun singolo ricercatore scientifico dispone dell’intera gamma di conoscenze necessaria per poter approfondire il problema, l’NRC ha dovuto riunire numerosi esperti provenienti da tutto il mondo, fondendo gli studi in un contesto multi-disciplinare.

Diversi ricercatori si sono confrontati sulle modalità di influenza del Sole sul clima terrestre e gran parte di questo seminario è stato dedicato alle interazioni con l’atmosfera e gli oceani, sulla termodinamica o sulla fisica dei fluidi. Charles Jackman del Goddard Space Flight Center, ha descritto come gli ossidi di azoto creati dalle particelle solari e i raggi cosmici nella stratosfera, possano effettivamente ridurre i livelli di ozono di una piccola percentuale. Isaac Held del NOAA, sostiene addirittura che la perdita di ozono nella stratosfera terrestre potrebbe alterare la dinamica dell’atmosfera sottostante, lo scienziato si lancia in una sorta di “ufficializzazione rivoluzionaria” sullo studio dei fenomeni atmosferici estremi:

“L’attività solare può, attraverso una serie complessa di influenze, spingere le tempeste di superficie fuori rotta”.
 Fino a “ieri” la maggior parte di scienziati, specie in Italia, riteneva che l’attività solare non potesse influenzare le tempeste, tantomeno spingerle fuori rotta. Dunque è forse in atto una apertura verso nuovi orizzonti?

La variabilità solare sta lasciando un’impronta sul clima, soprattutto nel Pacifico. Gerald Meehl del Centro Nazionale per la Ricerca Atmosferica (NCAR) ne è convinto e ha presentato prove fondamentali che attestano che i segnali del ciclo solare sono così forti in quella zona, che Meehl e i suoi colleghi hanno cominciato a chiedersi se qualcosa nel sistema climatico del Pacifico agisca per amplificarli.

L’immagine mostra come subentrano i raggi cosmici galattici e come i protoni solari penetrano nell’atmosfera terrestre.

Si è discusso molto anche del probabile collegamento tra il minimo di Maunder, periodo in cui (dal 1645 al 1715 d.C. circa) il numero di macchie solari divenne estremamente basso, e la parte più fredda della Piccola Era Glaciale, in cui l’Europa e il Nord America furono sottoposti ad un periodo gelido. Attraverso recenti studi condotti grazie ai dati di High Precision Parallax Collecting Satellite (Hipparcos, Satellite per ottenere parallassi ad alta precisione), si è teorizzato che il Sole potrebbe anche essere sulla soglia di un piccolo minimo di Maunder, sebbene la teoria di un possibile evento simile ad una piccola “Era Glaciale” non sarebbe previsto almeno fino all’anno 2019. Tuttavia l’attuale ciclo solare 24 si sta ormai rivelando il più debole degli ultimi 50 anni, sebbene fino a poco tempo fa le previsioni davano tutto il contrario, definendolo come il più intenso ciclo solare degli ultimi 400 anni.

 
Le immagini sopra del Sole, sono state prese dal Solar Dynamics Observatory (SDO) della NASA, tracciano il livello crescente dell’attività solare, esse mostrano come il Sole si innalza verso il picco di questi ultimi 11 anni in corso, periodo di un ciclo completo di macchie solari”

Quello che possiamo chiaramente intuire è che c’è una sorta di confusione in tutto questo, gli scienziati sembrano totalmente disorientati da diversi anni, la verità è che la nostra Stella è una continua “sorpresa” in questi ultimi tempi. Matt Penn e William Livingston del National Solar Observatory prevedono infatti che il ciclo solare 25 (il prossimo) sarà caratterizzato da un’assenza totale di macchie solari; “se davvero il Sole sta entrando in una fase sconosciuta del ciclo solare, allora dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi per comprendere i collegamenti tra attività solare e clima“, osserva Lika Guhathakurta della NASA. Hal Maring, climatologo presso la sede della NASA, ha affermato che sono state prese in seria considerazione tante possibilità interessanti.
 Tra queste non mancano le idee in merito allo studio di “altri corpi” dell’Universo.
 Negli ultimi anni, i ricercatori hanno “finalmente” preso in considerazione la possibilità che il Sole svolga un ruolo fondamentale nel riscaldamento globale. Ma la cosa più interessante è che gli scienziati si stanno decisamente aprendo a possibili “eventi” provenienti dall’esterno, a nuovi concetti in merito allo “studio” di altri Corpi Spaziali, i quali potrebbero perturbare le regolarità climatico/ambientali cicliche dei pianeti all’interno del nostro sistema planetario, Sole compreso. A questo punto è lecito domandarsi: siamo certi che il Sole non venga influenzato da “qualcosa nei pressi” del Sistema Solare?

La Terra stessa potrebbe essere già sotto l’influenza di una “nuova energia” che si è aggiunta a quella del Sole e che sembra aumentare nel corso degli anni. Un flusso che sprigiona radiazione elettromagnetica, vento solare e neutrini, sono tutti elementi che possono appartenere solo ad una stella nelle vicinanze…una “nana bruna”. Il 15 Dicembre 2012, il NOAA/SWPC ha registrato un’impennata furiosa di particelle protoniche presenti nella nostra atmosfera in un momento in cui il Sole, da giorni, non mostrava alcun tipo di eruzione o brillamento tale da provocarne un rialzo così anomalo. Si trattava forse di un forte vento solare provenire da un’altra fonte stellare?


 
Flusso protoni, periodo 13/15 Dicembre 2012 (NOAA/SWPC)


Se questo flusso energetico sta davvero colpendo la Terra, sommato a quello del Sole, potrebbe spiegare i motivi dell’inarrestabile global warming, specie in un momento come questo in cui il nostro Sole pare aver “deciso” di entrare in una fase di “letargo”, senza quindi dare inizio a quel picco solare devastante che tutti gli scienziati si aspettavano. Ma sarà proprio così?

Ci sono troppe incertezze tra gli scienziati, o semplicemente sono già a conoscenza di ciò che sta accadendo, ma dichiarano (come solito fare) solamente quello che gli è consentito divulgare. Sembra che qualcosa di imprevedibile stia mutando all’interno del Sistema Solare.

Molte persone ritengono che parlare ancora oggi di un Pianeta X in fase di avvicinamento sia diventato obsoleto, in realtà proprio la presenza di uno o più corpi spaziali “nelle vicinanze” del nostro sistema planetario spiegherebbe le problematiche dello scenario preoccupante che ci circonda e che sta visibilmente mutando. Le galassie si “scontrano” tra loro e possono compenetrarsi del tutto o in parte. La fase di “collisione” produce una deformazione delle galassie coinvolte, le quali possono “rubarsi” gli elementi come i gas, ma anche le stelle.
 
Il nostro Sistema Solare potrebbe trovarsi coinvolto in una singolare fase di “incrocio tra orbite” con un micro sistema stellare sconosciuto, questo darebbe un vero senso a tutte quante le anomalie in atto, e spiegherebbe anche la dilagante presenza extraterrestre che aumenta evolvendosi attorno a noi e al Sole. Una nana bruna coi propri pianeti orbitanti potrebbe davvero rappresentare la più completa e la più logica delle risposte.
Scritto da Dan Keying
Redazione Segnidalcielo
Fonti di riferimento:
http://science.nasa.gov/science-news/science-at-nasa/2013/08jan_sunclimate/
http://www.ncdc.noaa.gov/news/ncdc-announces-warmest-year-record-contiguous-us
http://www.swpc.noaa.gov/
http://www.ncdc.noaa.gov/sotc/national/

Fonte:  Segnidalcielo

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