Una raffica di attentati sta devastando l'India. da Mumbay a Calcutta la
rete ferroviaria indiana, popolare e frequentatissima, è soggetta da un
mese a questa parte ad un'ininterrotta catena di attentati che causa
centinaia di morti.
Le "firme" rimandano a gruppi maoisti, mentre nel nord del Paese, verso i
confini col Pakistan, altri attentati recano le firme talebane e di
altri gruppi di impronta islamica.
L'aggressione, ferma restando l'mmensità geografica del sub continente
indiano, sembra retta da una regia complessiva, al di là delle firme che
qua e là vengono posizionate.
Chi sta attaccando l'India ? Quai obiettivi si pone ?
Una destabilizzazione politica dell'irrequieto Paese ha facile gioco in
una cultura da sempre frammentata tra induisti e musulmani, tra
localismi e caste
La destabilizzazione dell'India minerebbe alle basi il concetto di
"Paese in via di Sviluppo" caro ai canoni del modello economico
occidentale, palesati dal Fondo Monetario Internazionale. Il controllo
di Bangalore darebbe ad altri il pieno accesso ai sistemi informatici - e
alle banche dati - dell'economia occidentale. Il controllo di Mumbay è
la chiave di volta per la gestione dell'economia e dell'informazione
popolare che nella cinematografia ha un asset di particolare importanza.
Gli "attentatori" non agiscono per caso e hanno obiettivi precisi che
territorialmente vanno dalla costa occidentale indiana al centro
nevralgico di Bangalore, nel sud del Paese.
La stampa italiana accenna ai fatti di cronaca senza particolari
approfondimenti, ma in India si stanno giocando le sorti della
globalizzazione intesa nell'ottica dell'economia occidentale.
Gilberto Borzini
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