sabato 5 novembre 2011

Iran? Guerra totale in avvicinamento?

Tel Aviv / Londra / Vienna / Teheran (dpa) – Tintinnio di sciabole in Medio Oriente: il dibattito israeliano su un possibile attacco militare contro gli impianti nucleari iraniani ha scatenato forti reazioni di Teheran. L’Iran è “sempre stato pronto per la guerra”, ha detto il ministro degli Esteri Ali Akbar Salehi al “Hurriyet Daily News” (Giovedi 3 novembre 2011). 

© dpa/Abedin Taherkenarech 2011

“Per otto anni abbiamo sentito le minacce israeliane. La nostra nazione è unita”, ha detto Salehi. In caso di un attacco l’Iran minaccia che si avranno conseguenze in “termini apocalittici”. Già un altro avvertimento era stato fatto sul sito della televisione di Stato iraniana. Ad Israele sono note le capacità militare dell’Iran, riferiscono alcune fonti. “In Iran le industrie missilistiche sono le migliori della regione e tra le migliori al mondo.”
In Israele nel frattempo la lite è scoppiata perché il dibattito è stato spostato verso il pubblico per conoscere i pro e i contro di un’azione militare. Ciò ha incontrato le critiche soprattutto dell’ex capo del Mossad, Meir Dagan, che ha descritto il bombardamento dell’Iran come “idiota”. Il ministro delle finanze Yuval Steinitz ha criticato duramente questo atteggiamento per la gestione irresponsabile di Segreti di Stato. I politici di destra hanno chiesto, riportano i  media, che Dagan si presenti alla giustizia. Altri membri del governo hanno definito il dibattito di giovedi come estremamente dannoso per Israele. 

La popolazione israeliana è divisa in vista di un attacco all’Iran. Secondo un sondaggio commissionato dal quotidiano “Haaretz” il 41 per cento sono a favore, il 39 per cento disapprova e il 20 per cento degli intervistati sono indecisi. 

Il conflitto in corso tra Israele e l’Iran era peggiorato di nuovo negli ultimi giorni. Israele martedì ha testato un nuovo tipo di razzo a propulsione. Secondo notizie non confermate si tratterebbe di un missile intercontinentale in grado di trasportare testate nucleari fino all’Iran. Allo stesso tempo l’Air Force (ndr di Israele) ha annunciato il successo di operazioni contro obiettivi lontani. Giovedi nell’area di Tel Aviv è avvenuta una esercitazione per attacchi missilistici aerei. Gli israeliani parlano di esercitazioni di routine.
Nel frattempo, la sinistra liberale ha riferito al quotidiano britannico “The Guardian”, che la Gran Bretagna si sta preparando per un attacco militare contro obiettivi in ​​Iran. In discussione è il supporto di un possibile attacco degli Stati Uniti. Il rapporto del “Guardian”, esaminato da strateghi militari britannici, si parla di dove poter posizionare navi e sottomarini della Royal Navy per poter sparare missili da crociera Tomahawk contro obiettivi in ​​Iran. Nel caso che gli Stati Uniti decidessero di attaccare, dovrebbero chiedere l’assistenza militare della Gran Bretagna. Il giornale cita fonti del ministero della Difesa a Londra.
I resoconti dei media israeliani dicono che il governo di Gerusalemme non ha ancora raggiunto una decisione definitiva su un attacco. In questo contesto, è particolarmente importante anche un altro rapporto della Agenzia Internazionale dell’Energia Atomica (AIEA) sul programma nucleare iraniano.
Il rapporto sarà presentato mercoledì prosismo a Vienna, ma potrebbe anche essere rilasciato qualche giorno dopo. Fonti diplomatiche a Vienna dicono tuttavia che il rapporto, probabilmente, non comprende una nuova valutazione della situazione completa, ma cita solo qualche nuovo dettaglio. Israele e l’Occidente accusano l’Iran che con la scusa di una ricerca civile in realtà segretamente lavora sulla costruzione di una bomba nucleare. L’Iran ha sempre negato questo.
L’Iran è sempre stato preparato per la guerra, dice il Ministro degli Esteri iraniano Ali Akbar Salehi che viene citato sul “Jerusalem Post” di giovedi. I militari iraniani avevano già messo in guardia Israele contro un attacco: “Vorremmo far loro rimpiangere un tale errore e punirli severamente,” ha detto all’Agenzia ISNA il capo di Stato Maggiore Hassan Firusabadi.


Traduzione: CNJ


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