martedì 23 agosto 2011

THIERRY MEYSSAN DA TRIPOLI



Scritto da Gianluca Freda   
Lunedì 22 Agosto 2011 22:01 



Anche i frangenti più tragici hanno delle sfumature di grottesco. In questo video, Thierry Meyssan cerca di spiegare all’allibito anchorman di Russia Today che lui e i suoi colleghi giornalisti indipendenti, assediati dai cecchini nell’Hotel Rixos a Tripoli e protetti (per adesso) soltanto dalla buona volontà di alcuni volontari libici armati, sono stati minacciati di morte da alcuni “colleghi giornalisti” della CNN, che sono in realtà uomini della CIA e dell’MI6 in incognito. I servizi segreti americani e inglesi non vogliono che si sappia della carneficina che gli aerei NATO stanno compiendo a Tripoli, né che si scopra che i famosi “ribelli” in realtà non esistono, che sono una semplice e sanguinaria messinscena. Si tratta di semplici bande di stupratori, tagliagole e saccheggiatori utilizzati dalla NATO sia come diversivo per tenere impegnate le truppe lealiste sul terreno, sia come pretesto per continuare a giustificare i propri massacri con la schifosa foglia di fico della “ribellione al dittatore”. Gli uomini della CIA non vogliono che si sappia in giro e hanno minacciato di morte tutti i giornalisti presenti al Rixos: non solo Meyssan, ma anche Mahdi Nazemroaya, Lizzie Phelan e altri. Franklin Lamb si è già preso una pallottola in un gamba ad opera di un cecchino, perché impari a tenere a freno la lingua.



Il conduttore di Russia Today non riesce a capacitarsi, non riesce a trovare la logica di ciò che Thierry Meyssan sta dicendo e a un certo punto domanda sbigottito: “Ma se avete vicino a voi degli americani e degli uomini della CIA, allora perché siete così spaventati?”.



Thierry fa una pausa di silenzio (me lo immagino mentre alza gli occhi al cielo), poi esclama: “Ahem... beh... non posso spiegarle tutti i dettagli adesso...”.



Thierry chiarisce anche il mistero delle famose “marce” dei ribelli verso questa o quella città. In realtà i cosiddetti “ribelli” , in molti casi, non marciano per niente. Vengono trasportati sulla costa dalle navi oppure arrivano sulle strade con la copertura degli elicotteri Apache, i quali, durante queste operazioni, sparano contro qualunque cosa si muova. Gli elicotteri aprono la strada, dopodiché ai “ribelli” non resta che fare il loro lavoro, che è quello di mettere le città a ferro e fuoco, stuprando, saccheggiando e uccidendo.



Thierry Meyssan e i suoi colleghi isolati al Rixos stanno rischiando letteralmente la vita per portarci qualche scampolo d’informazione vera da una guerra su cui i nostri media hanno raccontato soltanto menzogne. Mi pento di tutte le volte in cui ho dichiarato che il giornalismo autentico era morto e sepolto. Invece è ancora vivo e vegeto e almeno questa, in mezzo a questo fiume di abominio, è una splendida notizia.

lunedì 22 agosto 2011

Cambiare il sistema è indispensabile

di Ida Magli - ItalianiLiberi - 19 agosto 2011

I banchieri, insieme ai loro più fedeli complici, i politici e i giornalisti, non vogliono piegarsi davanti alla realtà. La realtà grida ormai da molto tempo che la globalizzazione della vita economica, dei mercati, delle finanze, delle scelte politiche (per non parlare della globalizzazione dei popoli e delle culture) è sbagliata. Tanto sbagliata che, laddove è stata assunta nella forma più assoluta, come in Europa, ha già portato a gravissime crisi. Quando l’idea (o l’ideologia) resiste di fronte ai fatti che la smentiscono e alla ragione che ne dimostra gli errori, questa resistenza si chiama nei termini tecnici psichiatrici “delirio”. Siamo, dunque, di fronte a una patologia grave dei nostri governanti, i quali non ci permettono neanche di dirlo: non passa nulla, né nei giornali né nei programmi televisivi della Rai o di Mediaset, di ciò che gran parte dei cittadini pensa (e che tutti penserebbero se fossero informati rettamente) dell’euro, dell’Unione europea, dei banchieri, che hanno fatto del gioco della Borsa il loro Dio ma ai quali i nostri politici si sottomettono. Adesso però non si può più sopportare questa mancanza d’informazione e di discussione perché per salvarci bisogna cambiare totalmente il sistema economico che è stato imposto in Europa con il Trattato di Maastricht.

Prima di tutto bisogna abbandonare l’euro perché “una moneta uguale per economie diverse è follia”, come scriveva pochi giorni fa l’economista del “Giornale”, Nicola Porro. Soltanto che, in base all’idea delirante di cui parlavo, in quello stesso articolo Porro ritiene logico non soltanto rimanere nella “follia della moneta unica”, ma anzi rafforzarla ubbidendo ai dettami della Banca centrale europea e dei banchieri che la guidano. Obbedire ai banchieri? Ma non sono stati loro, economisti e banchieri, a progettare e a imporre il macroscopico errore del mercato unico e della moneta unica europea? Sì, sono stati loro e in primis per l’Italia Prodi e Ciampi, che hanno svenduto le maggiori proprietà dello Stato e inflitto agli Italiani addirittura una tassa supplementare per “farci entrare in Europa”. Certamente Porro lo sa, ma è qui che brilla la logica: più hanno dimostrato di aver sbagliato fin dall’inizio e di continuare a sbagliare, e più dobbiamo obbedire, svenandoci ancora, vendendo quel poco che ancora l’Italia possiede, gettando nella fornace del loro gioco a perdere, pensioni, risparmi e chissà, magari anche il Colosseo in analogia del Partenone chiesto come cauzione alla Grecia.

Dunque, a sentire quali progetti stanno facendo contro di noi i politici, bisogna obbedire all’Europa, farci guidare dall’Europa. La quale Europa naturalmente non è un’astrazione, tanto meno un’idea: è la signora Merkel, è il signor Sarkozy, è il signor Trichet e pochi altri. Il signor Jean-Claude Trichet, cittadino francese imposto dalla Francia nella battaglia con la Germania per la presidenza della Banca centrale europea, è un banchiere dal passato burrascoso, gravemente macchiato da due macroscopiche “disavventure” (certamente molto più gravi per noi che economicamente ne dipendiamo che non quelle sessuali del signor Strauss-Khan che pure ha dovuto rinunziare al suo posto di presidente del Fondo monetario internazionale): l’accusa di aver elargito con disinvolta spensieratezza alla mafia piuttosto che alle popolazioni, l’immensa somma assegnata alla Russia dal Fondo monetario internazionale per aiutarne la ricostruzione dopo la caduta del Muro; e l’essere stato a lungo sotto processo, uscendone per il rotto della cuffia, per il clamoroso fallimento del Crédit Lyonnais. Anche non volendo dubitare dell’onestà del signor Trichet, rimane il fatto che di tutto ha dato prova, lungo la sua disastrata carriera di banchiere, salvo che di abilità e di saggezza, disperdendo in malo modo i nostri soldi (non dimentichiamoci mai che i soldi sono sempre i nostri). Perché mai dovremmo affidarci alle sue ricette e a quelle dei suoi più cari amici e colleghi, i Bini Smaghi, i Monti, i Draghi?

Gli indici di Borsa vanno a picco, gli investitori non si fidano dell’Europa, delle varie soluzioni che i banchieri propongono per i suoi debiti, ma perché dovrebbero? Non soltanto siamo governati da cattivi economisti e da cattivi banchieri, ma è ormai evidente a tutti che l’Unione europea esiste solo sulla carta e che di conseguenza non si può fidarsi della parola di nessuno per quanto riguarda gli impegni sui debiti degli Stati. E’ sufficiente un solo esempio: il giorno in cui Sarkozy ha attaccato la Libia, ha dimostrato a tutto il mondo, non soltanto che l’Ue non esiste, ma che il Presidente di uno degli Stati più importanti è il primo a non credere nell’Unione e a non mantenere la parola data. Sarkozy non ha forse firmato il Trattato di Lisbona, quel Trattato costitutivo dell’ Unione che impegna ognuno degli Stati membri a salvaguardare la pace e a non prendere nessuna iniziativa che possa danneggiare gli altri? Eppure nessuno degli Stati membri ha protestato. Ognuno si è comportato a modo proprio: la Germania si è dichiarata “neutrale”, il governo italiano ha fatto come al solito la scelta più dannosa per l’Italia unendosi alla guerra, e in pratica il Trattato di Lisbona è stato dichiarato nullo. Pertanto l’Unione non esiste e i suoi governanti hanno dato abbondanti prove di non meritare alcuna fiducia. Ma queste prove non le hanno date soltanto agli investitori: le hanno date a noi, che abbiamo già pagato caro il passaggio all’euro e che adesso dobbiamo pagare i loro errori. Una cosa, però, non è più proponibile: farci credere ancora all’Europa e chiederci di obbedirle.

I politici perciò si debbono convincere che bisogna cambiare tutto il sistema, abbandonando l’euro e la Bce. Farsi governare dai banchieri è stato letale per l’Europa in quanto il primato della libertà del mercato è il peggior dogma che sia mai stato stabilito. Il mercato non è un Dio: gli uomini non possono inginocchiarsi al suo servizio. E’ indispensabile ripristinare confini, controlli, dazi sulle merci, riconoscendo finalmente che è assurdo, stupido, antigienico e antieconomico far viaggiare ortaggi e frutta, pollame e latticini per tutto il mondo. L’Italia non è la Siberia: la nostra più grande ricchezza è il sole e la terra, cantata fin dall’antichità dai poeti per la bellezza dei suoi frutti. Chi se non un folle e un sadico, può aver deciso che bisognava distruggerla? Altrettanto folle e stupido è il dogma del “consumare sempre per produrre sempre per consumare sempre”. Basta: si può e si deve risparmiare, non sulle spalle dei cittadini, dei lavoratori, ma riappropriandosi delle norme della ragione, della logica. L’ideologia mercatistica globale sulla quale i banchieri hanno voluto che fosse costruita l’Europa, è fuori dalla logica e dalla ragione e giustamente è fallita. I politici guardino in faccia questa realtà e dicano di no all’Europa.

Ida Magli

ROBOTs SONO GIÀ QUA





giovedì 18 agosto 2011


Prima vennero a prendere i precari e tutti furono contenti.
Erano bamboccioni che volevano il posto fisso, le ferie e gli straordinari pagati senza assumersi alcun rischio imprenditoriale.
Poi vennero a prendere i lavoratori del settore privato che costavano troppo, erano fastidiosi per la Confindustria.
Le aziende si spostarono in Paesi senza diritti sindacali, dove si pensa solo a lavorare.
I lavoratori diventarono cassintegrati o disoccupati.


Qualcuno, tra i più fortunati, precario.
Poi vennero a prendere gli insegnanti delle scuole pubbliche a decine di migliaia, fannulloni pagati per scaldare la cattedra.
Nessuno si indignò, in fondo se l'erano cercata.
Poi vennero a prendere tutti i dipendenti della Pubblica Amministrazione.
Fu bloccato ogni aumento di stipendio, tagliata la tredicesima, sottratto il Tfr e molti vennero licenziati.
Non successe nulla.
I dipendenti pubblici rimasero in silenzio, si sentivano in colpa per il debito pubblico.


Poi vennero a prendere i futuri pensionati.
La data della pensione fu spostata di un anno, poi di due, poi di cinque, poi per sempre.
Nessuno reagì.
Soprattutto i parlamentari con la pensione (o vitalizio come dice Veltroni) assicurata dopo una legislatura e chi in pensione c'era già.
Mors tua, pensione mea.
Ai politici cominciò a scarseggiare il materiale umano per la macelleria sociale.
Ma non si persero d'animo.
Disponevano ancora di risparmiatori, pensionati e proprietari di case.
Le categorie già colpite avrebbero apprezzato di non essere le uniche a pagare la crisi.


Poi vennero a prendere i possessori di titoli di Stato che furono congelati per dieci anni.
Poi vennero a prendere i risparmiatori con un prelievo dal conto corrente.
Poi tornarono a prendere i risparmiatori con la chiusura temporanea delle banche.
Poi vennero a prendere i proprietari di case con un nuovo Ici e la patrimoniale sugli immobili.
Poi vennero a prendere i pensionati togliendogli la pensione.
Poi, visto che nessuno protestava, dichiararono il default dello Stato.


Poi, precari,
cassintegrati,
disoccupati,
insegnanti,
dipendenti pubblici,
mai pensionati,
ex pensionati,
risparmiatori,
proprietari di casa e,
in generale,
tutti gli italiani ridotti alla miseria,
vennero a prendere i politici.
Nessuno protestò.

(*) Liberamente tratto da "Prima di tutto vennero a prendere gli zingari" attribuita a Bertolt Brecht

e tratto dal Blog di Beppe Grillo.

Morti in/di Guerra


mercoledì 17 agosto 2011

Conflitti attualmente in corso (Aggiornato al 15 Agosto 2011)

AFRICA:

(20 Stati e 54 tra milizie-guerriglieri e gruppi separatisti coinvolti)

Punti Caldi: Algeria, Libia, Nigeria, Puntland, Somalia, Somaliland, Sudan

Algeria: scontri tra esercito regolare e:
[*]Gruppo islamico al-Qaeda nel Maghreb islamico (AQMI) dal 2005 (conosciuto in passato come Gruppo Salafita per la Predicazione e il Combattimento (GSPC) nel 2003)
[*]Fronte islamico di salvezza (Fis)
-Angola: scontri tra esercito regolare e:
  • Fronte di Liberazione di Cabinda - Posizione Militare (Flec-PM) movimento secessionista dal 1975
  • Fronte per la Liberazione dell’Enclave di Cabinda - Forze armate di Cabinda (Flec-Fac)
-Ciad: scontri tra esercito regolare e Union of Resistance Forces (URF)
-Costa d’Avorio: scontri tra la milizia “Invisible Commandos” e le Forze Repubblicane del presidente neo-eletto Alassane Ouattara.
-Gibuti: scontri tra esercito regolare e ribelli Front for the Restoration of Unity and Democracy (FRUD)
-Egitto: scontri tra esercito regolare e Takfir wal-Hijra (gruppo islamico jihadista salafita)
-Eritrea: scontri tra esercito regolare e:
  • Democratic Movement for the Liberation of the Eritrean Kunama (DMLEK)
  • Eritrean Salvation Front (ESF)
  • Red Sea Afar Democratic Organisation (RSADO)
  • Continue tensioni per questioni di confine con l’Ethiopia e Gibuti
-Etiopia: scontri tra esercito regolare e:
  • ONLF (Ogaden National Liberation Front) lotta per l’Indipendenza dell’ Ogaden dal Governo Etiope dal 1984 (ha accettato di deporre le armi a Settembre 2010. Il 12 Ottobre 2010 ha firmato un accordo di pace con il Governo.)
  • Ogaden National Liberation Army (ONLA) ala armata dell’ONLF
  • Oromo Liberation Front (OLF) lotta per l’Indipendenza di Oromo dal Governo Etiope dal 1973
  • United Western Somali Liberation Front (UWSLF) dal 1970
-Libia: scontri tra esercito regolare e combattenti ribelli anti Gheddafi con l’aiuo della NATO (Guerra civile in corso)
-Mauritania: scontri tra esercito regolare e:
  • Gruppo islamico al-Qaida nel Maghreb islamico (AQMI) dal 2005 (conosciuto in passato come Gruppo Salafita per la Predicazione e il Combattimento (GSPC) nel 2003)
  • Gruppo Ansar Allah collegato ad al-Qaida nel Maghreb islamico (AQMI)
-Nigeria: scontri tra esercito regolare e:
  • Mend (Movimento per l’emancipazione del delta del Niger)
  • Forza volontaria popolare del Delta del Niger (NDPVF)
  • Boko Haram dal 2002
-Repubblica Centrafricana: scontri tra esercito regolare e:
  • CPJP (Convention of Patriots for Justice and Peace Movement)
  • FDPC (Democratic Forces for the People of Central Africa)
-Repubblica Democratica del Congo: scontri tra esercito regolare e:
  • Lord’s Resistance Army (LRA) nate nel 1987 contro le forze armate congolesi e ugandesi
  • Popular Front for Justice in Congo
  • Independent Liberation Movement of the Allies conosciuto anche come (Nzobo ya Lombo)
  • Milizia pro-governativa chiamata Mai Mai Yakutumba
  • Fronte democratico di liberazione del Ruanda o Forces démocratiques pour la libération du Rwanda (FDLR)
  • Alliance des patriotes pour un Congo libre et démocratique (APCLS)
  • Patriotes résistants congolais (PARECO)
-Ruanda: Esercito ruandese contro la milizia Hutu ruandese
-Sahara Occidentale: Lotta del Fronte Polisario contro l’occupazione del Marocco.
-Senegal: Senegal Army against Casamance Movement of Democratic Forces (MFDC)
-Somalia: scontri tra esercito regolare e forze dell’Unione Africana (UA) e:
  • Al-Shabab gruppo somalo islamico
  • Hizbul Islam o Partito Islamico gruppo islamico (nato il 4 Febbraio 2009 dall’unione di 4 gruppi)
  • Hisb al-Islam
  • Milizia Sufi Ahlu Sunna Wal Jamaca (ASWJ) (gruppo islamico pro-governativo contro Al-Shabab e Hizbal Islam dal 17 Marzo 2010)
  • Rahanweyn Resistance Army o Reewin Resistance Army (RRA) attivo nello Stato somalo del Southwestern dal 1995
-Somaliland - Puntland: scontri tra entrambi gli eserciti contro SSC [Sool, Sanag, Cayn], l’ala armata di un gruppo che si autodefinisce Northern Somalia Unionist Movement (NSUM). L’esercito del Puntland combatte contro la milizia Galgala.
-Sudan:Il Governo è in lotta con le popolazioni del Darfur dal 2003. Si segnalano anche continui scontri con i ribelli:
  • Jem (Justice and Equality Movement) dal 2006 (Aveva firmato un cessate il fuoco con il Governo nel Febbraio 2010) (membro dell’alleanza formata dal Justice and Equality Movement (Jem) e fazione Sudan Liberation Movement Minni Minnawi (SLM-Minnawi))
  • Fazione Sudan Liberation Movement (SLM) Minni Minnawi
  • Fazione Sudan Liberation Movement (SLM) Abdel Wahid Al-Nur
  • Il gruppo Liberation and Justice Movement (LJM) include 10 piccoli gruppi ribelli dal Febbraio 2010 (Ha firmato il cessate il fuoco con il Governo Sudanese del Nord il 14 Luglio 2011)
  • Sla (Sudan Liberation Army) dal 2002
  • Sla-Nour (Sudan Liberation Army fazione Abdul Wahid Nour)
  • National Redemption Front (NRF) dal 2006
  • Sudan Liberation Movement – Revolutionary Forces (SLM-RF) dal 2006
  • Sudan People’s Liberation Army/Movement (SPLA/M) e la sua ala politica Sudan People’s Liberation Army (SPLA) o Sudan People’s Liberation Movement (SPLM)
  • Milizia Gatluak Gai (attivo nel Sud Sudan)
  • Milizia Gabriel Tang chiamato anche Tang Ginye (attivo nel Sud Sudan)
  • Milizia Peter Gadet (attivo nel Sud Sudan)
  • Milizia Philip Bepan (attivo nel Sud Sudan)
-Uganda: scontri tra esercito regolare e:
  • Lord’s Resistance Army (LRA) nato nel 1987 contro le forze armate ugandesi e congolesi
  • Al-Shabab gruppo somalo islamico


ASIA:

(14 Stati e 59 tra milizie-guerriglieri e gruppi separatisti coinvolti)

Punti Caldi: Afghanistan, Birmania-Myanmar, Pakistan

Afghanistan: guerra tra esercito regolare afghano e forze Onu contro:
  • Rete Haqqani
  • Shura di Peshawar (est Afghanistan)
  • Shura di Quetta
  • Hezb-e-Islami Gulbuddin (HIG) dal 1977
  • Hezb-e Islami Khalis (HIK) dal 1979
  • Emirato Islamico dell’Afghanistan
Birmania-Myanmar: scontri tra esercito regolare e:
  • ribelli Kachin Independence Army (KIA) ala armata di Kachin Independence Organization (KIO) –>membri dell’alleanza
  • milizia etnica del Karen National Union (KNU) la cui ala armata è Karen National Liberation Army (KNLA) dal 1949 –>membri dell’alleanza
  • Shan State Army-North (SSA-North) –>membri dell’alleanza
  • Shan State Army-South (SSA-South) –>membri dell’alleanza
  • Karenni Army (KA) ala armata del Karenni National Progressive party (KNPP) –>membri dell’alleanza
  • Chin National Front –>membri dell’alleanza
  • New Mon State Party –>membri dell’alleanza
  • milizia etnica dei Kokang (Myanmar National Democratic Alliance Army (MNDAA) o Kokang Democracy Party o Eastern Shan State Army dal 1989
  • Democratic Karen Buddhist Army (DKBA)
  • Brigade 5 fazione interna del (DKBA)
  • Esercito di Dio o God’s Army (era un ramo del Karen National Union)
  • ribelli Shan del Myanmar Peace and Democracy Front (MPDF)
  • ribelli United Wa State Army (UWSP) dal 1989
  • Lahu National Democratic Front [LNDF]
  • Mong Tai Army (MTA)
  • Palaung State Liberation Front (PSLF)
  • United Wa State Army
Cina: scontri tra esercito regolare e East Turkestan Islamic Movement (ETIM)
Coree: Schermaglie al confine tra Corea del Nord e Corea del Sud
Filippine: scontri tra esercito regolare e:
  • gruppo separatista islamico Abu Sayyaf dal 1990
  • gruppo separatista islamico Moro Islamic Liberation Front (MILF) dal 1981
  • Revolutionary Proletarian Army-Alex Boncayao Brigade (RPA-ABB) dal 1994
  • New People’s Army (ala armata del Partito Comunista delle Filippine) dal 1969
India: scontri tra esercito regolare ed i seguenti gruppi ribelli:
  • separatisti islamici del Kashmir il Fronte per la Liberazione del Jammu (JKLF) dal 1977
  • Mujahedeen Hezb-ul (HuM) dal 1989
  • Lashkar-e-Taiba (Let) dal 1989
  • Maoisti di Orissa dal 2004
  • Maoisti Naxaliti del Communist Party of India (CPI) del Jharkhand dal 1967
  • separatisti di Nagaland dal 1980
  • ribelli di Assam dello (United Liberation Front of Asom) dal 1979
  • Comitato per il popolo contro la politica di atrocità
  • National Democratic Front of Bodoland (NDFB)
  • People’s Liberation Guerrilla Army
  • Ogni tanto si segnalano scontri al confine tra esercito indiano e pakistano
  • Indian Mujahideen dal 2008
Indonesia: scontri tra esercito regolare e:
  • Free Papua Movement Rebels
  • Gruppo islamico Jemaah Islamiyah dal 1993
  • piccoli gruppi ribelli separatisti ad Aceh
Nepal: scontri tra esercito regolare e Unified Communist Party of Nepal (Maoist) dal 1994
Pakistan:
  • Ribelli di Lashkar-e-Taiba (Let)
  • Movimento dei talebani del Pakistan (TTP) o Tehrik-e-Taliban Pakistan (TTP)
  • Scontri tra esercito regolare e ribelli talebani nel (Sud Waziristan dal 2008)
  • (Beluchistan con il Balochistan Liberation Army dal 2000)
  • Movimento di Shahzain Bugti (separatisti del Balochistan)
  • Jaish-e-Mohammed (JeM)
  • Punjab Taliban
  • Brigate Abdullah Azzam Shaheed (AASB) colledate ad al-Qaeda
  • Gruppo Haqqani guidato da Jalaluddin Haqqani nel Nord Waziristan collegato ad al-Qaeda dal 2006
  • Jihad Islami
  • 313 Brigade (una unità dell’organizzazione del gruppo militante del Bangladesh chiamata Harkat-ul-Jihad al Islami (HUJI))
  • Ogni tanto si segnalano scontri al confine tra esercito pakistano ed indiano, la prima guerra risale al 1949
Sri Lanka: scontri tra esercito regolare e Upsurging People’s Force dal 2006
Tajikistan: scontri tra esercito regolare e:
  • Movimento Islamico dell’Uzbekistan (IMU)
  • Gruppi armati comandati da Mirzokhouja Ahmadov e Mullo Sayriddin (arresi alle Forze Governative a Ottobre 2010)
  • Movimento Islamico Hizb ut-Tahrir
Thailandia: scontri tra esercito regolare e:
  • Gruppo separatista Patani Malay National Revolutionary Front Coordinate o (BRN-C)
  • Runda Kumpulan Kecil (RKK) dal 2004
Kyrgyzstan: scontri tra esercito regolare e:
  • Movimento Islamico dell’Uzbekistan (IMU)
  • Hizb ut-Tahrir (gruppo islamico)


EUROPA:

(9 Stati e 25 tra milizie-guerriglieri e gruppi separatisti coinvolti)

Punti Caldi: Russia

Francia: azioni armate del:
  • Fronte di Liberazione Naziunale Corsu (FLNC) precedentemente divisi in Brigate Rivoluzionarie Corse (BRC)
  • Armata di Liberazione Nazionale Corsa (ALNC) contro la presenza francese nell’isola dal 1976
Georgia: Dopo la guerra tra Georgia e Russia/Abkazia/Ossezia del Sud nel 2008, si segnalano tensioni confine
Grecia: Si segnalano azioni terroristiche da parte di:
  • Lotta Rivoluzionaria (Ea)
  • Cospirazione dei nuclei di fuoco
  • Setta dei Rivoluzionari (SR)
Irlanda del Nord:
  • Ulster Defense Association (UDA) dal 1971 rivendica le sue azioni nell’ Irlanda del Nord sotto il nome di Ulster Freedom Fighters (Protestante)
  • Red Hand Defenders dal 1998 (Protestante)
  • Ulster Young Militants dal 1974 (Protestante)
  • Ulster Resistance dal 1989 (Protestante)
  • Ulster Volunteer Force (UVF) (Protestante)
  • Orange Volunteers dal 1998 (Protestante)
  • Continuity Irish Republican Army (CIRA) o The Continuity IRA dal 1986 (gruppo paramilitare repubblicano)
  • Real Irish Republican Army or Real Ira dal 1997 (Repubblicano)
  • Irish Republican Army (creato da precedenti membri del Provisional IRA) dall’ Aprile 2011
Italia:
  • Federazione Anarchica Informale (FAI) cellula rivoluzionaria Lambros Fountas dal 2003
  • Il Silvestre (gruppo anarchico ecologista)
  • Gruppi armati patriottici (Gap) dal 2011
Nagorno-Karabakh: Scontri al confine del Nagorno-Karabakh tra Armenia e Azerbaijan
Russia: Scontri tra esercito russo e:
  • Caucasus Mujahideens chiamati anche Mujahideen of Idel Ural (Milizia indipendentista islamica cecena in Cecenia, Inguscezia e Daghestan dal 1991)
  • Movimento separatista islamico Emirato Caucaso del Nord (Milizia indipendentista islamica cecena in Cecenia, Inguscezia e Daghestan dal 1991)
  • Commando delle Province Kabarda, Balkaria e Karachai
  • Riyad-us-Saliheen Martyrs’ Brigade (Ingush Mujahideen Commander)
  • Far Eastern guerrillas
  • Jamaat Nogai (Battaglione Nogai) gruppo islamico wahabita
  • Gruppo Terroristo Caspian (presente in Daghestan)
Spagna: scontri tra esercito regolare e gli indipendentisti dei Paesi Baschi dell’Eta dal 1968 (5 Settembre 2010 ha dichiarato il cessate il fuoco)


MEDIO ORIENTE:

(8 Stati e 54 tra milizie-guerriglieri e gruppi separatisti coinvolti)

Punti Caldi: Iraq, Siria, Yemen

Arabia Saudita: scontri tra esercito regolare e ribelli al-Houthi dal 2009
Iran: scontri tra esercito regolare e:
  • gruppo sunnita Jundallah o Soldiers of God o People’s Resistance Movement of Iran (PRMI) dal 2003
  • Partiya Jiyana Azad a Kurdistanê (PJAK) o Party of Free Life of Kurdistan dal 2004
  • Mojahedin-e Khalq Organization gruppo islamico di sinistra o People’s Mujahedin Organization of Iran (PMOI) (con sede in Iraq, ma contrle la Repubblica Islamica dell’ Iran) dal 1965
Iraq: scontri tra esercito regolare e Americano/inglese contro milizie islamiche:
  • Ba’athisti
  • Wahhabiti
  • Salafisti islamici
  • Milizie Shia o milizia Mahdi o Jaish al-Mahdi (JAM) guidata da Moqtada al-Sadr dal 2003 (attività militari sospese nel 2008)
  • Sahwa a Qaim o Sons of Iraq
  • Stato Islamico dell’Iraq (ISI) (collegato ad al-Qaeda)
  • Consiglio dei mujaheddin della Sharia (11 gruppi sunniti)
  • Alliance Ilfh al-Motaiyabin (Alleanza dei profumati)
  • Ansar al-Islam o Jund Al-Islam (Soldati dell’ Islam) (gruppo islamico sunnita curdo) dal 2001
  • Mojahedin-e Khalq Organization gruppo islamico di sinistra o People’s Mujahedin Organization of Iran (PMOI) (con sede in Iraq, ma contro la Repubblica Islamica dell’ Iran) dal 1965
  • Ansar al-Jihad al-Alami (Sostenitori della Jihad Globale)
Israele:
scontri tra esercito regolare ed una lista di 5 ale armate, 20 gruppi armati, 1 fazione e 1 fazione armata (inclusi i 6 partiti politici):


Hamas (dal 1987) gruppo politico ed armato
    |
     -Brigate Izz ad-Din al-Qassam (ala armata)


Palestinian Islamic Jihad (PIJ) (dal 1970) gruppo armato
    |
     -Brigate Al-Quds (Jerusalem brigades) (ala armata)


The Popular Resistance Committees (PRC) (dal 2000) gruppo armato
    |
     -Brigate Al-Nasser Salah al-Deen Brigades (ala armata)


Palestine Liberation Organization (PLO) (dal 1964) gruppo armato
    |
     -Marxist-secular Popular Front for the Liberation of Palestine (PFLP) (dal 1967) gruppo armato
    |
     -Abu Ali Mustapha Brigades (ala armata)
    |
     -Democratic Front for the Liberation of Palestine (DFLP) (dal 1969) partito politico
    |
     -Abu Nidal organization (ANO) o Fatah - the Revolutionary Council (FRC) (da 1974) gruppo armato
    |
     -Palestine Liberation Front (PLF) (da 1977) gruppo armato
    |
     -Arab Liberation Front (ALF) (da 1969) partito politico
    |
     -As-Sa'iqa or Vanguard for the Popular Liberation War (VPLW) (dal 1966) partito politico
    |
     -Palestinian Popular Struggle Front (PPSF) (da 1967) partito politico
    |
     -Palestinian Arab Front (PAF) (dal 1968) fazione minore
    |
     -Fatah or Movement for the National Liberation of Palestine (dal 1960) partito politico
            |
             -Tanzim (dal 2000) fazione armata militante
            |
             -Force 17 (dal 1970) (ora come Palestinian Presidential Guard) gruppo armato
            |
             -Fatah Special Operations Group (Fatah-SOG) or Martyrs of Tel Al Za'atar, Hawari, e Amn Araissi (dal 1970) gruppo armato non più attivo
            |
             -Ahmed Abu Reish Brigade gruppo armato
            |
             -Al Aqsa Martyrs Brigade (dal 2000) gruppo armato
            |
             -Al-'Asifah (dal 1964) ala armata



Altri gruppi armati:
    |
     -Holy Jihad Brigades (dal 2006) gruppo armato
    |
     -Jamaat Ansar al-Sunna (Iraq salafi group that has a Gaza armed fazione) gruppo armato



Gruppi armati collegati ad al-Qaeda
    |
     -Esercito dell'Islam (Jaysh al-Islam) o Organizzazione di al-Qaeda in Palestina o Esercito Palestinese dell'Islam o Tawhid Al Jihad o Jihad Brigades operante nella Striscia di Gaza (si è diviso da Al-Nasser Salah al-Deen Brigades) gruppo armato
    |
     -Jund Ansar Allah ( Guerrieri di Allah) (dal 2008) gruppo armato
    |
     -Fatah al-Islam (dal 2006) gruppo armato
    |
     -Jaljalat (dal 2009) operante nella Striscia di Gaza. gruppo armato
    |
     -Leoni dei mujahidin in Palestina (dal 2010) gruppo armato
    |
     -Brigata Mohammed Bin Moslama (gruppo salafita)
    |
     -Abu al-Hareth
    |
     -Jaysh al-Umma




Libano: scontri tra esercito regolare e:
  • Gruppo islamico Fatah al-Islam dal 2006
  • Jund al-Sham
  • Osbat al-Ansar o Usbat Al-Ansar (Banda di Sostenitori) dal 1990
Siria: scontri tra esercito regolare e:
[*]Syrian Revolution Co-ordinating Union (contro la famiglia reale Bashar) nel nord al confine con la Turchia dal 2011
Turchia: scontri tra esercito regolare e:
  • Ribelli del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK) dal 1978 (concluso cessate il fuoco a Febbraio 2011)
  • Falchi per la libertà del Kurdistan (Tak) dal 2004
  • Partito-Fronte di liberazione del popolo rivoluzionario (DHKP/C) dal 1978
Yemen: scontri tra esercito regolare e:
  • ribelli Al-Houthis dal 2004
  • ribelli Shia nel governatorato di Saada nel nord
  • al-Qaeda in the Arabian Peninsula (AQAP)
  • Al-Janoob al-Har - the Free South (Movimento separatista del sud)
  • Aden-Abyan Army da Ottobre 2010
  • Joint Meeting Parties (JMPs)
  • Scontri tra truppe leali al Presidente Ali Abdullah Saleh contro le truppe che supportano il Generale Ali Mohsen al-Ahmar che ha disertato per allearsi con l’opposizione e contro la confederazione tribale Hashid


AMERICHE:

(3 Stati e 11 tra cartelli della droga, milizie-guerriglieri e gruppi separatisti coinvolti)

Punti Caldi: Colombia, Messico

Colombia: scontri tra esercito regolare e:
  • Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (FARC) dal 1964
  • Esercito di Liberazione Nazionale (ELN) dal 1964
Messico: scontri tra esercito regolare e:
  • Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (Ezln), pacifico rivoluzionario, attivo nello Stato del Chiapas dal 1994
  • Cartello di Sinaloa (Cartello della droga messicano)
  • Cartello di Juarez con il suo braccio armato La Linea (Cartello della droga messicano)
  • Cartello di Los Zetas (Cartello della droga messicano)
  • Cartello del Golfo (Cartello della droga messicano)
  • Cartello di Tijuana (Cartello della droga messicano)
  • Cartello di La Familia (Cartello della droga messicano)
  • Cartello di Beltrán-Leyva (Cartello della droga messicano)
Peru: scontri tra esercito regolare e guerriglieri di Sendero Luminoso (Partido Comunista del Perú - Sendero Luminoso, PCP-SL) dal 1969

Rebus - scie chimiche e morbo di Morgellons

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